Sempre più spesso oggigiorno utilizziamo termini di origine anglosassone nei vari settori della nostra vita: affari, politica, moda, società e via dicendo. Da studente reduce del liceo linguistico diplomato in lingue sono non convinto, certo, che le lingue vadano studiate e che sia necessaria molta più pratica di quello che si possa pensare, oltre ad una certa predisposizione. C’è chi è più portato per la matematica, chi per le scienze e chi per le lingue; tuttavia da quando l’inglese si è insinuato nelle nostre vite è molto più ricorrente udire termini di origine americana che hanno sostituito quelli italiani. Mi viene da sorridere quando al telegiornale si è iniziato ad usarne molti più di quanto ce ne sia veramente bisogno: nell’ambito degli affari abbiamo la “mission”, che altro non è che lo scopo di un’azienda; la famosissima “startup”, sempre più di uso comune quando piccole o grandi aziende decidono di promuovere idee innovative. Il tanto agognato “target” in un qualsivoglia ambito, ossia la fascia dei potenziali consumatori di un prodotto (che magari è il risultato della precedente startup). Il temutissimo “manager”, o peggio ancora (?), le temutissime “donne manager”, di cui i maschi hanno tanta paura. E che dire del “meeting”? Troppo obsoleto chiamarlo “riunione”. E come dimenticare le spaventose “deadline”? Cosa sono? Le scadenze, ecco cosa sono. Che dite, passiamo alla moda? C’è il “brand”, che altro non è che la semplice marca. Ed è proprio dal brand che si capisce se un “outfit” è “cool”, se sta al passo con la “fashion” o se è “trash”. Anzi, una “trashata”. Sì, perché poi alcuni termini inglesi vengono italianizzati, ed è proprio da queste parole che vengono fuori gli obrobri più grandi dell’idioma italiano mescolato a quello inglese. Per non parlare della tecnologia, che da quando esiste noi italiani ci siamo sentiti tranquilli nel non trovare dei corrispettivi dei suoi termini nella nostra lingua, ma quando andiamo in un negozio di telefoni spesso sembriamo cadere dalle nuvole. Sentiamo parlare di “RAM”, la Random Access Memory, che è la memoria temporanea che i computer utilizzano per lavorare e non per immagazzinare dati. E che dire quando ci chiedono come va con l’hardware? Sono rimasto così quando, dopo anni che mi chiedevo cosa fosse, ho scoperto che è la componente fisica degli strumenti elettronici, tipo lo schermo, la tastiera, il mouse ecc. Non può mancare il cinema. “Hai visto il cliffhanger di quell’episodio?” Ossia il colpo di scena, ma dire (letteralmente) “l’appendiabiti di scogliera” fa più figo. Scusate, più cool. “Hai visto? È uscito il sequel di Avengers!” “Ma non doveva uscire il prossimo anno?” “No, quello è il prequel! E l’anno scorso è uscito lo spin-off.” Ok. Io, e chi come me, è amante del cinema sa cosa significhino questi termini. Ma chi non ne è a conoscenza spesso si sente a disagio quando li sente tra i ragazzi di oggi. Certo, uno può chiedere cosa significano, ma tutti questi termini non fanno che allontanare gli italiani dalla lingua italiana. Già abbiamo molti dialetti caratteristici in ogni nostra regione e spesso non è neanche necessario cambiare regione che a pochi chilometri da noi due termini diversi significano la stessa cosa. Basta pensare alla parola “prurito”, che alcune persone chiamano “rosa” (non il fiore). Vedete? Già è difficile capirci tra madrelingua italiani, se poi abusiamo di altre lingue finisce che non ci capiamo veramente più. Tuttavia, ora è tutto all inclusive, quindi se non sai qualche termine inglese te li inventi italianizzandoli. Con i social network è importante avere un audience che può starci a sentire (almeno sulle piattaforme del web ci proviamo), così poi una persona ha un ottimo background dal quale proviene e di cui la famiglia è fautrice. Ogni tanto, però, è bene fare un break da tutti questi device nonostante siano trendy e ci sia un grossissimo business dietro. Ma facciamolo dopo un sexy selfie così da far vedere ai nostri followers che li lovviamo. Vedete? Ma siamo in Italia! Ma perché non parliamo in italiano? Non è difficile. Guardate. Ogni tanto è bene fare una pausa da tutti questi dispositivi nonostante vadano di moda e ci sia un grossissimo affare dietro. Ma facciamolo dopo una foto provocante così da far vedere ai nostri seguaci che teniamo a loro. Ok, l’ultima frase denota un altro bisogno del genere umano, non solo di noi italiani, ma questa è un’altra storia. Comunque, capite? Utilizzare questi termini inglesi fa molto più cool che imparare l’inglese come si dovrebbe. Che vi devo dire? Ah, sì, lo so. Trovo una trashata questa cosa di mescolare inglese e italiano così a caso.