C’era una volta un viaggiatore che in una notte d’inverno incontrò un misterioso pupazzo di neve, che, una volta vicino, iniziò a parlargli senza tregua. Jack, questo era il nome del viaggiatore, era veramente incredulo, pensò di stare sognando o magari aveva camminato troppo, così rimase in silenzio cercando di capire cosa stesse succedendo. Il pupazzo di neve gli spiegò che Babbo Natale gli aveva donato il potere di essere un vivente e di non sciogliersi mai e per questo erano diventati grandi amici. Adesso però Babbo Natale era in pericolo! Era stato rinchiuso dal malvagio Odius nel suo castello costruito su dei mattoni di cattiveria. Quando era un bambino, Odius chiese nella sua letterina un trenino speciale, ma purtroppo Babbo Natale non l’aveva mai ricevuta e quindi non aveva esaudito la sua richiesta. Il cattivo voleva vendicarsi impedendo a Babbo Natale di consegnare i regali ai bambini.

A quel punto il viaggiatore capì che non stava sognando e gli chiese come potesse aiutarlo. Il pupazzo di neve gli fece vedere una mappa che gli era arrivata insieme ad una lettera che diceva: ”Se vorrai salvare Babbo Natale e le sue renne dovrai trovare i tre simboli principali del Natale seguendo il percorso sulla mappa, ma attenzione agli ostacoli che troverai durante il cammino!”

La mattina dopo, il viaggiatore e il suo nuovo compagno, si misero in viaggio. Il primo simbolo da recuperare era un albero dorato che si trovava in una raduna nel centro di un fitto bosco di spine, chiamato Neraspina. Jack si dette da fare con il suo coltello per creare un passaggio anche se i rami erano fitti e spaventosi, ma fortunatamente dopo qualche ora vide il fantastico abete d’oro. Era bello e luccicante come un diamante e i due amici rimasero a bocca aperta, pensando che fosse un peccato doverlo tagliare, ma ben presto si resero conto che era più importante salvare Babbo Natale. Lo caricarono sulla slitta su cui viaggiava Jack e partirono per la seconda tappa: il campo dei regali.

Sfortunatamente Odius, che seguiva le imprese dei due coraggiosi amici, creò una valanga di neve che dalla cima della montagna stava per travolgerli. Così, cercando rifugio, entrarono in una grotta che fu subito bloccata da una lastra di ghiaccio e neve. Accesero la torcia di Jack e iniziarono a camminare verso il fondo della grotta finché non arrivarono ad una misteriosa porta a strisce rosse e bianche; la aprirono e si ritrovarono direttamente nel campo dei regali.

Era una vista magnifica. C’erano un’infinità di pacchetti colorati, di tutte le forme e dimensioni! Il loro istinto era quello di sedersi e spacchettarli tutti, che curiosità!! Soprattutto Jack che viaggiava per il mondo da tanti anni, si sentì emozionato come un bambino alla vigilia di Natale! Raccolsero una decina di pacchi e li caricarono sulla slitta insieme all’albero e poi via in città per prendere l’ultimo simbolo natalizio: le luci colorate.

Odius, sempre più arrabbiato, scatenò un incendio davanti a loro, un muro di fiamme gli bloccò la strada. Il pupazzo di neve non ci pensò due volte e chiese subito a Jack la sua borraccia d’acqua. Mano a mano che beveva il pupazzo si ingrandiva e cambiava forma, finché non si trasformò in una sfera di neve che conteneva all’interno il viaggiatore e la slitta con l’albero e i regali. Rotolò attraversando le lingue di fuoco, anche se il calore gli bruciava tutto il corpo, non si arrese anche grazie al sostegno di Jack che lo incitava a pensare solo al loro obbiettivo. Così riuscirono a superare anche questo ostacolo mandato da Odius e andarono a passo svelto fino al negozio più grande della città. Le strade erano addobbate a festa e si respirava un’aria di felicità, le persone entravano e uscivano dai negozi carichi di regali e ghiottonerie da mangiare, ma non sapevano che in realtà il Natale era in pericolo!

Il viaggiatore e il pupazzo di neve non sapevano come scegliere le luci giuste, c’erano bianche, colorate, a forma di stella, con la sagoma di renna. Ma rimasero colpiti da un filo di luci che suonavano canzoni natalizie. “Sono quelle le più speciali, che diffondono la gioia della festa!!”, urlò entusiasta Jack.

Ma quando i due amici uscirono dal negozio, videro che tutte le luci nelle strade si erano spente, le persone non sorridevano più e i bambini si litigavano i giochi e si prendevano in giro. Era opera di Odius, aveva fatto l’incantesimo più crudele di sempre: aveva rubato la magia del Natale e aveva diffuso odio e cattiveria.

Il pupazzo disse a Jack che non c’era tempo da perdere e dovevano correre al castello di Odius. Una volta arrivati, addobbarono l’albero dorato con palline colorate e le luci canterine, poi misero i regali sotto l’abete, attaccarono la spina delle luci alla corrente e… niente, le luci non si accesero.

Provarono a cantare canzoni natalizie a squarciagola, a fare girotondi intorno all’albero, ma le luci non si accesero lo stesso. “E’ stato tutto inutile, il Natale non tornerà mai più!” disse disperato il pupazzo di neve. Jack provò inutilmente a consolarlo e non gli rimase che salutare il suo amico e ripartire
Decise però di tornare a casa sua, dai suoi genitori e dai suoi fratelli che non vedeva da anni.
Durante il viaggio era molto triste e amareggiato per non essere riuscito a salvare Babbo Natale e la sua magica festa.

Tutta la sua avventura ebbe senso quando, una volta entrato in casa, strinse i suoi genitori in un bellissimo abbraccio pieno d’amore; in quel momento per magia tutte le luci degli alberi e degli addobbi si riaccesero! “Ecco qual è il vero simbolo del Natale… la famiglia! ”Jack si rese conto che l’unica cosa importante era stare insieme alle persone a cui si vuole bene perché l’albero, le luci e i regali creano solo atmosfera, ma in realtà lo spirito natalizio sta nell’amore che diamo e che riceviamo.

Era la sera della vigilia e il viaggiatore era seduto a tavola insieme a tutta la sua famiglia quando si accorse di una grande luce fuori dalla finestra, si affacciò sul terrazzo e vide Babbo Natale passare sulla sua slitta carica di regali insieme al suo super aiutante il pupazzo di neve! Le renne che trainavano la slitta si avvicinarono a Jack e il suo amico pupazzo iniziò a parlare senza tregua e con aria eccitata gli raccontò di come all’improvviso si era accesa la luce dell’albero dorato e Babbo Natale era finalmente libero. Così, visto che aveva scoperto il motivo per cui Odius voleva cancellare questa festa, Babbo Natale aveva messo sotto l’abete dorato il trenino speciale che il cattivo desiderava tanto da piccolo. Quando Odius vide quel giocattolo si sciolse in un mare di lacrime e corse a casa della mamma a farglielo vedere.