La risposta è sì e la causa di tutto è l’istamina! L’istamina è una sostanza molto conosciuta da chi soffre di allergie in quanto, il nostro corpo, la rilascia entrando in contatto con qualcosa a cui siamo particolarmente sensibili, ad esempio gli acari della polvere. Il suo rilascio, durante gli episodi allergici, ha un ruolo fondamentale nelle reazioni come asma, congiuntivite allergica, orticaria e rinite. Normalmente, ciascuno di noi riesce a degradare l’istamina presente negli alimenti al fine di evitarne l’assorbimento. Se il nostro organismo non è in grado di tamponarla, se ne determina un accumulo nel sangue, con la comparsa di sintomi pseudo allergici. La situazione nei pazienti allergici può, quindi, ulteriormente complicarsi per la concomitante presenza di allergia e istamina contenuta negli alimenti. Per questo è bene conoscere i cibi che ne contengono di più. Sappiamo infatti, che l’istamina è presente in numerosi alimenti ma, purtroppo, non esiste un elenco ufficiale. Principalmente si trova nei prodotti derivati dalla fermentazione microbica come i formaggi fermentati, le carni in scatola, il vino e la birra, ma anche in alcuni ortaggi tra cui pomodori, spinaci e melanzane. Una particolare attenzione va posta nei confronti del pesce, maggiormente se conservato a lungo, come ad esempio quelli in scatola (tonno, sgombro, sardine e aringhe). Esistono poi alimenti che non contengono istamina, ma che ne facilitano il rilascio da parte del nostro organismo, come le fragole, il cioccolato, i funghi, l’ananas, e molti altri ancora. Per conoscere la propria tolleranza e ottenere una alimentazione equilibrata e duratura si deve passare da una prima fase rigida di alimentazione povera di istamina di almeno un paio di settimane, per poi reintrodurre lentamente gli alimenti ricchi di istamina e stabilire la propria soglia individuale di tolleranza.