Sono spariti i Maiali, ecco un effetto inaspettato (ma non indesiderato) del coronavirus, all’insegna di quell’antico principio che non tutto il male vien per nuocere.

Sono spariti i Maiali, quelli che – metaforicamente e scherzosamente parlando – per loro intima abitudine non si lavavano, o perché da piccolini avevano insegnato loro così (cioè a non toccare neppure per sbaglio acqua e sapone), o perché volutamente nella loro testa la pigrizia prevaleva su tutto e su tutti (anche sul cattivo odore che promanava dalle ascelle, e non vado più giù…), e le parole igiene, pulizia e detersione risultavano vocaboli pressoché sconosciuti nel dire quotidiano.

Ora da quasi due mesi tutti abbiamo imparato a lavarci le mani spesso e volentieri, a sanificare ambienti, a pulire accuratamente bagni, maniglie e piani di lavoro, a disinfettare computer e cellulari, a metterci i guanti e la mascherina protettiva per bocca e naso, e via giù con varichina ed amuchina, e via giù con i gel alcolici, e via giù… .

Ed in mezzo a tutto questo improvviso trambusto i Maiali che fanno? Non ci avete mai pensato ai Maiali, povere bestie che si sono trovate costrette tutte d’un colpo a vivere in un altro mondo?

In un altro mondo dove i divieti imperano, divieti assurdi per i Maiali che ora non possono più uscire dal bagno senza aver completato una lunga ed accurata toeletta, per i Maiali che ora si devono cambiare la biancheria una volta al dì, per i Maiali che ora non possono più viaggiare sui mezzi pubblici mettendo piedi e scarpe sui seggiolini, per i Maiali che ora non possono più mettersi le dita nel naso e poi toccare in ogni dove, per i Maiali che si soffiano il naso se e quando se lo ricordano, pulendosi con la manica della camicia, per i Maiali che si apprestano alla cucina incuranti d’essersi fino a qualche momento prima avvoltolati nel letame.

Ma come si fa a vivere così, con queste regole ed imposizioni, con queste rinunce di cui nulla sappiamo, né chi le ha scritte di suo pugno e neppure perché e percome? Ma quando torna il mondo di prima, quello libero, quello dove tutto – o quasi – era permesso e ci si fermava solo (forse) se qualcuno di importante (davvero importante) ce lo ordinava, stoppandoci – badiamo bene – solo per paura delle conseguenze negative che le nostre malsane condotte ci avrebbero procurato, e non (come dovrebbe) perché si era spontaneamente riconosciuta la bontà dei dettami ricevuti?

Ci troviamo dunque oggi in una dimensione marziana, in un infinitesimo spicchio di universo in cui i Maiali non sono più ammessi e non possono più circolare: niente più magliette sporche di sugo indosso, niente più capelli unti e bisunti ma mani, mani linde e pulite, primo passo verso la sconfitta della peste contaminatrice che tutto e tutti ha invaso, mutando abitudini di vita, orientamenti di pensiero, inclinazioni d’amore ed affetti, metodologie di studio e di lavoro, modalità di sfruttare lo spazio ed il tempo, riducendo l’inquinamento in polvere.

Forse la mascherina ed i guanti ci volevano anche prima, ma prima ci sentivamo forti ed onnipotenti, nessuno di noi comuni mortali forse pensava di poter essere così facilmente sconfitto, e prima ancora privato di armi (seppur rudimentali) per poter almeno provare a lottare.

Forse la mascherina ed i guanti andavano indossati anche prima, per toccare con le dovute distanze sociali certe brutture e crudeltà, per affrontare asetticamente crisi ed isterie, per operare in sicurezza, dolcezza e delicatezza.

La scomparsa dei Maiali ci ha dunque paradossalmente aperto gli occhi, fatto pensare, riflettere su quello che fino ad oggi non è stato e che avrebbe potuto o dovuto essere: difficile è stabilire cosa è meglio, se il prima od il dopo del lavaggio delle mani: io so solo che la differenza è estrema, abissale, spiazzante, sconvolgente, quasi inafferrabile alla ragione ed all’umano e moderno pensiero (forse invece che “pensiero” avrei ben potuto – o dovuto – scrivere “delirio”, altrettanto umano e moderno).

Questo discrimine, scandito nel tempo con un marcato “Prima” e “Dopo”, l’ho sentito scalfito fin dentro le ossa ed ho creduto di vacillare ed a tratti fragilmente anche di impazzire.

Ripresi il respiro e la coscienza nel vivere, la paura ora è che all’improvviso arrivi di nuovo una maga Circe ammaliatrice che ci ritrasformi tutti in Porci, e che il mondo di sempre continui, e continui, continui a girare…