Corrono gli anni, ma sono molti che ricordano ancora certe bandiere del calcio degli anni ’80 protagonisti e vincitori di campionati di serie B come Giorgio Enzo, difensore del Lecce, e successivamente, di Torino e Ascoli. Questo noto e autorevole calciatore si è sottoposto ad un trapianto del fegato.

D. Come ha vissuto il dramma della lunga attesa del trapianto e il conseguente intervento chirurgico?
R. Da tempo avevo problemi al fegato. Cinque anni prima del trapianto, avvenuto il 31 ottobre 2012, ho saputo che dovevo sottopormi a questo particolare intervento. Le cure prescritte dai sanitari dell’Ospedale di Firenze non mi consentivano più di andare avanti. Quindi, mi hanno indicato Pisa dove sono stato visitato e inserito nelle liste di attesa e lì ho effettuato il trapianto. Avevo tanta paura di non poter ritornare più come quello di prima.

D. Come ricorda il periodo post operatorio?
R. Per tre mesi ho dovuto indossare la mascherina e stare attento a tutto. Piano piano ho recuperato le forze, ho ripreso a camminare e sono stato sempre meglio.

D. Come ha ripreso la sua attività calcistica?
R. Durante la mia degenza ospedaliera un volontario, Federico Pinozzi, mi ha detto che esisteva una squadra di calcio di trapiantati con sede a Ponsacco (Pisa). E tra me pensavo: “Chi ce la farà nuovamente a giocare?”. Insomma ho giocato in questa squadra dal 2013 al 2018.

D. Oggi, quali iniziative sta organizzando per il recupero sportivo delle persone che hanno subito un trapianto?
R. Nella nostra squadra, la “Nazionale di calcio trapiantati” della quale da due anni sono l’allenatore, giocano tutte persone che hanno subito un trapianto chi di fegato, chi di midollo osseo… La nostra finalità è quella di dimostrare che, nonostante il trapianto, possiamo condurre una vita normale. Nello scorso settembre abbiamo vinto il campionato europeo della nostra categoria in Francia. Oltre a disputare le nostre partite, un po’ come la Nazionale Italiana dei cantanti, siamo chiamati da diverse istituzioni per testimoniare e descrivere le nostre finalità.

D. Quale messaggio intende rivolgere a coloro che sono in attesa di un trapianto?
R. Bisogna credere nella medicina e con il sacrificio che occorre possiamo ritornare a condurre una vita normale.