Vedrete, avevano detto, saremo tutti più buoni. Questo virus e l’isolamento forzato, così a lungo, ci cambieranno in meglio, saremo più solidali, più comprensivi, più tolleranti. Io ci avevo quasi creduto.

Ho visto tranquille, anziane signore, timorate di Dio e, di solito, ammantate di un perbenismo da fare invidia, scagliarsi, da dietro le persiane, contro passanti solitari o passeggiatori abituali senza mascherina, con un linguaggio adatto ad uno scaricatore di porto.

La Tv quotidiana, assunta in dosi massicce, è riuscita nell’intento di spargere il terrore. Non una salutare attenzione nei confronti del virus, con il rispetto di poche elementari regole valide anche in tempi di normalità, ma una vera e propria paura.

Drastici provvedimenti ci hanno rinchiuso in casa, in attesa dei bombardamenti. Bollettini di guerra quotidiani, diramati da un’equipe di esperti schierata come la “Famiglia Adams”, davano il resoconto dei morti e dei feriti.

Naturalmente è dovuto il massimo rispetto per chi ha perso la vita, ma lo scopo, son convinto, non era informare, ma diffondere la paura. L’idea che è stata volutamente fatta passare era: “contagiato= ammalato”, “virus=pericolo di morte”.

Naturalmente il virus è pericoloso, serve grande attenzione, ma dopo aver deliberatamente trascurato le zone e i luoghi più esposti e sensibili, dove il focolaio prosperava, ci hanno rinchiuso tutti, hanno bloccato tutto, senza sapere cosa dovevamo combattere e senza preoccuparsi degli effetti, assai più dirompenti del virus, che avrebbero provocato. Per far accettare questo serviva che la paura del virus avesse, questa sì, contagiato la popolazione.

Tutti i giorni, per tutto il giorno, mamma TV sparava con le sue vestali governative i dati sulla diffusione del contagio, sempre utilizzando, ben camuffato, il concetto base: contagio=morte.

Avessi mai sentito, dico mai, l’unico vero dato che offre un’idea precisa sulla pandemia, cioè la percentuale dei decessi (quelli per virus ovviamente) rispetto ai 60 milioni di abitanti. Viene sempre fornito il raffronto coi contagiati, e che ne sanno quanti sono i contagiati, potremmo esserlo, senza saperlo, tutti.

Esperti del nulla si accapigliavano in baruffe sul virus degne del miglior Goldoni. Dicevano che saremmo diventati più buoni e comprensivi, con me non ha funzionato: continuo a pensare male, continuo a ripetermi, come diceva il grand’uomo, che a pensar male si fa peccato ma ci s’indovina.

Il vero obiettivo del progetto è la gestione del potere, il mantenimento del potere, il potere senza controlli, il potere per il potere.

Esagerato?

Tenere agli arresti domiciliari tutta la popolazione, bloccare completamente una tra le prime economie manifatturiere del mondo, allargare a dismisura il debito pubblico gettando palate di denaro dove più garba e non dove serve, ma dove si ottiene il consenso, senza controlli, è quello che è stato fatto. Monopattini, biciclette, banchini con rotelle, casalinghe, ecc., sono la punta dell’iceberg.

In tutto questo operare governativo, il Parlamento, unica istituzione democraticamente eletta, è stata messa a far la parte del servo sciocco.

E il Presidente? Banalità, retorica, buoni propositi. In altri tempi si sarebbe detto che si trattava di fascismo morbido, il Presidente, con la pipa fra i denti, avrebbe fatto scintille. La cosa che, sia pure con sarcasmo, mi diverte, è che artefici ne sono stati quelli che han sempre la Costituzione in bocca.

Si dirà: non si poteva fare di meglio. Ovvio, e comodo, perché non c’è alcuna possibilità di controprova. Ora si aspetta la seconda ondata. Così dicono. Essendo quasi terminata la diffusione del virus, gli ospedali sono praticamente vuoti, facciamo provviste di contagiati dall’estero. Bisogna tenere alta la guardia, bisogna continuare ad alimentare la paura, la speranza di chi comanda è di poter chiudere ancora, così da poter continuare ad agire indisturbati, e chi si permette di criticare è un irresponsabile, un disfattista.

I morti meritano grande rispetto, sembra però che esistano solo morti da virus, non si muore più di cancro, infarto e ictus sono scomparsi. Le forze dell’ordine sono tutte mobilitate a caccia dei contagiati da virus, tolleranza zero. Ma la stessa morbosa attenzione, lo stesso zelo persecutorio, non poteva e non potrebbe essere adoperato verso i consumatori e spacciatori di droghe? Cocaina, marjuana, eroina, pasticche assortite, vengono spacciate e consumate a tonnellate, tra l’indifferenza generale. Il numero dei morti ammazzati per incidenti stradali causati dalle droghe trattato con noncuranza.

La legislazione in merito agli stupefacenti è la più blanda possibile, non sarà perché a farne grande uso sono per primi i legislatori? Andrà tutto bene, dicevano, ma a chi? A quelli che comandano sicuramente, assai meno a quelli che perderanno il lavoro, o chiuderanno il negozio, ai professionisti senza incarico, agli artigiani senza bottega.

Saremo tutti più buoni, dicevano. Con me non ha funzionato, mi sento ancora più cattivo e convinto che faranno di tutto per far durare il virus il più a lungo possibile.