In Italia siamo nella seconda fase della vaccinazione, la fase cioè in cui si è iniziato a fare la dose di richiamo al personale sanitario, socio-sanitario e agli ospiti delle RSA, ponendoci come obiettivo un calo della curva dei contagi proporzionale al progressivo aumento della protezione anticorpale di massa.

 

Invece stiamo rallentando, sarà difficile quindi rispettare i tempie iniziare la vaccinazione degli over 80; rischia perciò di sfuggirci il primato del numero dei vaccinati in Europa (oltre 1 milione).

 

Pfizer ha frenato le forniture e ridurrà le consegne in tutti i paesi europei del 29% per circa 3 settimane, a causa di una ristrutturazione-riorganizzazione per potenziare la capacità produttiva e passare quindi da 1,3 a 2 miliardi di dosi annue.

 

Si paventa pertanto la possibilità che alcune persone non possano ricevere la seconda dose perché non disponibile, dal momento che non è possibile mescolare vaccini di aziende diverse.

 

Il Commissario Arcuri propone un’azione legale contro Pfizer ma più di buon senso sembrano invece le richieste ad altre aziende farmaceutiche, da parte dell’Europa, di mettere a disposizione i propri stabilimenti per produrre quel vaccino; la francese Sanofi sembra aver aderito a tale proposta. Le regioni però, nell’ottica di una collaborazione, non lasceranno certo nessun individuo senza la seconda dose.

 

Nel frattempo in questi giorni stanno arrivando le dosi del vaccino Moderna prodotto nel Massachusetts, un vaccino biologicamente simile a quello Pfizer e anch’esso da poco approvato dall’Ente europeo che monitora la sicurezza dei farmaci; si differenzia perché il richiamo deve essere fatto a 28 invece che a 21 giorni e l’immunità completa si ottiene dopo 2 settimane dal richiamo e non dopo una come l’altro.

 

Inoltre la procedura di conservazione è molto più semplice, basta un frigo; nelle scorse ore è iniziata la somministrazione di Moderna in Umbria e Toscana.

 

A fine mese dovrebbe anche essere approvato Il vaccino Astra-Zeneca-Oxford, realizzato con un vettore virale innocuo per l’uomo; analogo è il vaccino Johnson e Johnson che però sarà monodose e, così riferisce l’azienda, sarà distribuito tramite un meccanismo no-profit e quindi accessibile anche ai paesi più poveri.

 

Insomma tra qualche mese avremo tanti vaccini e dovremo pertanto farci trovare preparati da un punto di vista organizzativo per l’enorme vaccinazione di massa. C’è fretta anche perché più si ritarda e più è probabile che qualche variante del virus possa eludere le difese anticorpali determinate dal vaccino.

 

Nel frattempo la Commissione Europea sta pensando al “Certificato di Vaccinazione”, per gli operatori sanitari e non solo, in vista di un eventuale suo utilizzo a fini lavorativi od altro.

Continuiamo con distanziamento, mascherina e lavaggio delle mani.