A metà degli Anni Ottanta, a Pescia e dintorni, non era raro imbattersi in auto con strani congegni piazzati sul tetto che terminavano con una grossa antenna: erano i radioamatori con il “baracchino”, che cercavano posti all’aperto senza troppi ostacoli (palazzi, colline…), dove il segnale radio prendeva meglio. Si chiamava familiarmente baracchino l’apparato ricetrasmittente CB (Citizen Band) che nel dopoguerra, dagli Stati Uniti, si era diffuso anche da noi. Piano piano chi si intendeva un po’ di elettronica aveva iniziato ad appassionarsi alla radio, e nel 1973 la banda cittadina era stata legalizzata anche in Italia, dopo 26 anni di clandestinità. A cosa serviva? “Fondamentalmente era un po’ come i social media di oggi”, spiega Fabio Del Ministro (nella foto), che era il principale animatore del gruppo pesciatino, una decina di radioamatori che si davano appuntamento su una frequenza radio e chiacchieravano.

 

Era una conversazione serale tra amici che parlavano di calcio, di sport, di ragazze, e nel frattempo si appassionavano sempre di più alla conoscenza di circuiti, frequenze, codici, telecomunicazioni e di tutto quello che girava intorno alla radio”. C’erano parole, numeri, abbreviazioni e modi di dire che si imparavano per gestire le comunicazioni, nati soprattutto quando era un’attività illegale e clandestina e rimasti anche dopo: ed erano proprio questi codici che rendevano divertente l’uso  del baracchino: i “puffi” erano i poliziotti, gli “ascoltoni” o “orecchie di gomma” erano quelli che stavano in ascolto senza mai parlare, “XYL” era la sigla che indicava le mogli e via dicendo. Dopo alcuni anni di crisi, dovuta soprattutto a una serie di restrizioni imposte dalla legge, un decreto del 20 luglio 2020 ha finalmente liberalizzato la Banda Cittadina, e oggi non servono più né il patentino che autorizzava a usarla né il pagamento di una tassa annua. Gli apparecchi CB tornano ad essere liberi e gratuiti.

 

Sarebbe bello”, continua Fabio Del Ministro, disponibile anche a farsi promotore della rinascita di un gruppo di animatori come quello che c’era a Pescia tanti anni fa, “che si riprendesse questa bella attività, soprattutto di questi tempi in cui i contatti umani sono resi più difficili dal Covid e bisogna ingegnarsi in qualche modo per sentire amici e conoscenti in sicurezza“. Quindi, avanti tutta a radioamatori vecchi e nuovi!