Successe tutto in un attimo.

Matteo entrò in casa. Vide Giulia che stava sistemando un quadro che le pareva storto, come avrebbe detto se fosse vissuta qualche attimo di più.

 

Giulia era ogni giorno più bella, anzi, rappresentava la bellezza in ogni sua sfaccettatura. L’altezza le era venuta incontro fin da piccola, e poi c’erano gli occhi, quegli occhi neri come è nera la notte in inverno ed i capelli, i capelli corti e ricci di un colore incerto tra il biondo ed il rosso. Giulia era come i suoi capelli, un incredibile misto tra il sole ed il fuoco, la gioia e l’allegria che possono dare una giornata luminosa oppure una serata davanti ad un caminetto scoppiettante.

 

Si erano conosciuti sui banchi del liceo. Matteo aveva sognato quasi ogni notte Giulia. Se la trovava di fronte con indosso solo una vestaglia leggera che era del colore dei suoi occhi, mobili e vivi, al pari di due tizzoni infuocati. Matteo in quelle notti si alzava bagnato di sudore e col cuore che correva all’impazzata, sperando che Giulia fosse lì ad attendere che lui si decidesse di sfiorarla. Oppure a darle un bacio, che sarebbe stato leggerissimo come certi petali che il vento li conduce via.

 

Nel sogno, Giulia stava silenziosa, al pari della camomilla che suo malgrado si trova immersa nei campi di frumento. Matteo sognava soprattutto l’incredibile bellezza di Giulia, che a lui pareva irraggiungibile.

Matteo sui banchi del liceo era già alto e bello, quasi un dio greco. Giulia era allegra che pareva allattata dalle dee del paradiso ed aveva la mamma francese. Bellissima. Giulia non aveva mai conosciuto suo padre e viveva con suo nonno appena fuori Pescia. Sua madre invece abitava a Lucca, vicino alla Casa del Boia, insieme con una coppia di pappagallini che la rendeva felice e soddisfatta e le dava la giusta dolcezza che non era mai riuscita a stringere.

 

Con questi ricordi che gli agitavano la mente ed il cuore, Matteo entrò in casa e vide Giulia. Stava sistemando un quadro che le pareva storto. Giulia non si volse a salutare Matteo perché non ne aveva voglia. E Giulia era sempre bellissima e con un cuore forte. Matteo le si avvicinò con aria seria, forse troppo seria, e le disse che quella gonna che indossava le stava davvero molto bene, e pure i capelli appena freschi di messa in piega le avevano dato almeno mille punti da mettere nel bonus Bellezza. Ma Matteo non era lì per farle i complimenti di quanto fosse bella. Perché Giulia era indiscutibilmente bella.

Matteo le piombò addosso e le strinse forte il collo fino a che Giulia divenne bianca, che quasi sembrava sparita nel bianco di quel muro che vide la sua atroce fine.