Il dramma è in atto e tragicamente si consuma quando per la prima volta ti senti chiamare – peraltro con una certa sicurezza e fermezza di voce- “signora” e non più “signorina”.

E allora ti guardi, cominci a scrutare con attenzione i tratti salienti del tuo corpo e vedi che il tuo aspetto è a dir poco ancora chiaramente giovanile, con una bella pelle lucente ed il capello tinto sì ma di certo ben ordinato e perfettamente intonato con un abbigliamento disinvolto ed elegantemente curato.

Non si capisce pertanto da che cosa nasca questo repentino “signora” invece che “signorina”: da ieri a stamani mattina che cosa sarà mai cambiato?

E con nella testa questo interrogativo ti porti avanti nella giornata, fai le cose indaffarate di sempre ed a rifletterci bene non ti sembra proprio di andare a rilento come una vecchia “signora”; anzi, ti sembra di andare anche troppo spedita, di tenere il passo alla grande e di pigiare fino in fondo su questo acceleratore che è la vita tanto da poterti meritare – per lo meno e nella peggiore dei casi ad honorem – ancora il brillante appellativo di “signorina”, epiteto che ti spetta quasi di diritto e per “costituzione”, da intendersi qui giocosamente sia come Costituzione Italiana con la C maiuscola (e dunque come Carta dei diritti fondamentali ed inviolabili della persona, fra i quali ora qui mi piace ricordare quello sovrano della libertà di pensiero, di espressione e di movimento), sia come costituzione e forma fisica, tanto per risottolineare che quel “signora” no, anche a ben guardare, non ci sta proprio… .

Viva dunque le “signorine”, la mitica Signorina Silvani, miraggio e sogno erotico dell’altrettanto indimenticabile Ragionier Fantozzi, le Signorine Buonasera, intramontabili e storiche annunciatrici RAI (quelle davvero non invecchiano mai), la Signorina Valeri ed il suo Diario della Signorina Snob, la Signorina Rottenmeier, la governante educatrice tutta d’un pezzo della storia di Heidi.

L’elenco delle Signorine è davvero lungo se mi metto qui a pensare.

La storia è però ricca anche di “signore”, prima fra tutte la fascinosa Signora delle Camelie di Dumas, l’altrettanto passionale Signora in Rosso e l’astuta e perspicace indagatrice Signora in Giallo del cinema, e di nuovo la fantozziana Signora Pina, antagonista sulla scena della Signorina Silvani, la Signora Coriandoli, comica protagonista di teatro e TV a braccetto con la Sig.ra Italia, pettegola d’eccellenza e quasi nostra vicina di casa…e non dimentichiamo poi la Sig.ra Leonida… quanto tempo è passato, ma questo tempo non è tramontato se ancora questi mitici personaggi così facilmente si ricordano.

Ed a questo elenco non posso non aggiungere l’insistente “Signora, non ci siamo capiti…”, del Signor G di Una fetta di limone nel te’.

Quanto a notorietà ed a prestigio le Signore e le Signorine della storia davvero se la giocano, e non saprei veramente proclamare una vincitrice assoluta del premio.

E questa conclusione mi consola, rendendo sicuramente più dolce ed indolore l’inatteso trapasso da una fase all’altra della vita, segno di un sostanziale cambiamento a cui certamente mi dovrò abituare.

Ora presto vedrai che col “signora” cominceranno anche a darmi del Lei, mi ci dovrò senz’altro abituare, in attesa di un si spera davvero molto lontano Voi.