Annalisa è bella, ma non dite che ve l’ho detto io, perché se no le diventano le guance rosse.

Ed è forse ancora più bella quando le diventano color del tramonto. Voi non conoscete Annalisa. Sa essere piuttosto permalosa. Ma del resto, nemmeno io la conosco.

È bene educata ed appena ti vede in negozio ti abbraccia col suo sguardo che stenderebbe chiunque. Voi non potete capire se non l’avete mai vista. E non azzardatevi a chiamarmi, perché non vi darò mai il suo indirizzo. E non chiedetemi per l’amor di Dio il suo numero di cellulare. Non ve lo darò mai. Perché Annalisa è bella. Anche se non è mia amica.

 

Diciamo che è una gran lotta quella tra la sua gentilezza e la sua bellezza.

 

Se però, per ipotesi, dovessimo metterle a competere, io so chi vincerebbe, ma non ve lo dico perché certe cose si tengono chiuse, come fa l’innamorato quando custodisce dentro il cuore suo il primo bacio della dolce amata sua.

Intendiamoci, non sono innamorato di Annalisa. Prima di tutto è troppo più bella di me, e poi è troppo giovane per me.

Lei neppure sa che sto scrivendo ora su di lei. Ha dalla mattina alla sera centinaia di occhiali davanti a sé e non vede che io non la guardo nemmeno perché divento subito rosso appena lei mi dice buongiorno.

 

Conosco di più suo fratello, un ottimo ragazzo, anche se iuventino. Come credo suo padre, che è stato il mio primo ottico ed a cui voglio un gran bene.

Però la figlia è ancora più bella, accidenti.

E difatti Annalisa è dell’Inter.

Non so come, ma le riconosci subito le ragazze dell’Inter. Ti guardano con quegli occhioni spalancati, fiere come le linci già il lunedì mattina alle otto, anche se abbiamo perso la sera precedente.

Annalisa è una lince nerazzurra.

Vi può snocciolare la formazione attuale dell’Inter come quella che vinse lo scudetto nel maggio del 2008. Sono orgoglioso che Annalisa mi dia del tu, perché Annalisa è bella. E tifa Inter.

Non so se lo sa, ma lo saprà appena leggerà queste sparse e sceme righe. Come ho detto, io ho visto Annalisa tre o forse quattro volte.

Confesso che la prima volta che l’ho vista non sono riuscito a dirle una parola. Dovevo sistemare una stecca degli occhiali – credo che si chiami così – e quando la vidi persi lì per lì l’equilibrio. Siccome sono bravo a recitare, le dissi che era colpa della pressione, che ho un poco bassa. Lei fu tutta bellina premurosa e mi sfiorò la fronte con la mano. Accidenti! Io non avevo mai visto così tanta bellezza tutta insieme. Rimasi sbalordito.

 

Per fortuna suo padre e suo fratello mi aiutarono, altrimenti avrebbero dovuto portarmi al Pronto soccorso. Ripresi coscienza dopo poco tempo. Non dormii per una settimana.

Intendiamoci, avevo già visto belle ragazze a giro; a Londra, sul lungomare di Vada o a Copenaghen, però ricordo come ora la prima volta che feci un incidente con gli occhi dell’Annalisa.

Nel senso che ci trovammo vicini perché doveva farmi il campo visivo.

Ho studiato un po’, ma non la sua materia, e però ho letto qualche libro sull’argomento, e credo che la vicinanza degli occhi di Annalisa sia l’espressione più limpida dell’esistenza di Dio.

Andate a controllare di persona e poi mi dite se dico cavolate o la verità.