Lo so. Non importa che me lo ricordiate. Quasi tutte le mie amiche sono un poco sciroccate.

 

Chi più chi meno, ma è una bella lotta scegliere la meno peggio.

Chi ha il piercing al capezzolo, chi ha il ganzo, chi dà l’ostia ogni domenica mattina nella cappella del carcere, chi legge Shakespeare in inglese e chi fa l’avvocata.

 

Ebbene, Sabrina Sara è avvocata, purtroppo. Ed è l’avvocata più bella che io conosca.

 

E ne ho conosciute tante, per fortuna. C’è chi è perfino andata a Juan-le-Pins due settimane insieme con l’amichetta – lasciando marito e figlie a casa – con i soldi di una parcella piuttosto consistente. Le avvocate amiche di Mari sono però tutte delle sante, se no non sarebbero mie amiche.

Sono abbastanza pratico dei tribunali, ma questa è un’altra storia, che poi magari vi racconterò un’altra volta. E voi non sapete quante volte mi hanno salvato dal gabbio.

 

Ero una mattina a Pistoia in tribunale insieme con la Francesca, che ora insegna ai bimbi londinesi a nuotare. Anche la Francesca è un portento, come la Sabrina Sara, nonostante la prima sia parecchio più sgallettata della seconda. Poi un’altra volta vi dirò perché.

Ricordo quella volta a Londra nel 2005 quando scavalcammo un cancello perché lei voleva rubare una pianta che non aveva mai visto e che voleva assolutamente tenere sul suo terrazzo. Ebbene, io scavalcai il cancello, mentre lei teneva a bada il cane – credo fosse un pastore tedesco – che stava lì ciondoloni a fare la guardia poco convinto e rubai per lei quella pianta che secondo me era lì lì per morire.

 

L’operazione riuscì perfettamente, anche se poi caddi, riuscendo comunque a portare a buon fine l’operazione. La Francesca poi mi raggiunse e mi abbracciò, nemmeno avessimo svaligiato il tesoro della regina. Pianse.

 

Non ho mai capito perché.

 

A volte la gente piange per avere una pianticella da mettere sul terrazzo.

Io a volte mi accorgo che ho gli occhi lucidi quando scrivo, ma sono solo ed ho la fortuna di ascoltare Bach, che caso mai ti rende gigantesco, anche se a volte anche lui sa far piangere. Come certe donne.

Ogni tanto la Francesca mi chiama dalla piscina dove lavora, proprio nel cuore di Londra, e mi racconta che ha visto quel tuffatore famoso, Tom Daley, oppure la moglie del futuro re, Kate, che l’ha vista in bikini e non è niente male. Forse troppo magra, ma comunque si vede che è una bella figliola, cresciuta a porridge, uova strapazzate e Marmite.

Comunque, dicevo della Francesca in tribunale a Pistoia.

Aveva combinato una cosa un poco disdicevole e volle me come testimone. Io ci andai, anche perché non si può dire di no alla Francesca.

Mi disse che aveva come avvocata una donna di Pescia, una certa Sabrina Sara.

Va beh, il cognome non ve lo dico, se no mi trascina pure lei in tribunale.

 

Io entrai in tribunale con la Francesca e vidi subito la sua avvocata. Accidenti, ricordo che dissi subito. Voglio essere il più grosso malandrino di questo mondo per avere come avvocata questa Sabrina Sara.

Che poi è pure più alta di me e decisamente bella.

 

Innanzi tutto ha gli occhi verdi. Un’avvocata con gli occhi verdi è sicuramente più brava di un’altra che li ha marroni come li ho io. Lo so che è una considerazione un po’ scema, però ricordo che quando la Francesca mi presentò la Sabrina Sara io tesi la mano un poco impacciato e le sorrisi, ma non la guardai in faccia, perché a me gli occhi verdi hanno sempre fatto un certo effetto. Avessi guardato i suoi occhi mi sarei trovato a nuotare in un prato verde infinito e però scommetto che mi sarebbe piaciuto.

Poi entrò il giudice e purtroppo per la mia amica Francesca ci furono sei mesi di carcere. Ma si parla di anni fa. Ora la Francesca, come sapete, insegna a nuotare ai giovani sudditi della regina. Ed ha un fisico mozzafiato. È pure lei degli Alberghi, e si vede. Mi chiama spesso e tutte le volte mi ricorda di quando da bimbi si suonava i campanelli delle case dei nostri vicini e poi si scappava. Peccato che molti di voi non la conosciate.

 

Quando uscì da Sollicciano la Francesca invitò me e la Sabrina Sara per un caffè.

 

Ora, io non bevo caffè, ma solo tè verde, bio se c’è, se no va bene anche quello andante. Ma la Sabrina Sara beve il cappuccino accompagnato col cornetto integrale al miele, perché ha gli occhi verdi e solo chi ha gli occhi verdi ha gusti strani.

Ricordo che parlai con lei di un po’ di tutto quella mattina, di moda, di sport, di cucina e di uncinetto.

La Sabrina Sara sa cucinare talmente bene che se vi invitasse tutti preparerebbe certi manicaretti che vi stenderebbero.

La mia avvocata una sera la invitò a cena e la Francesca mi chiamò per dirmi se volevo accompagnarla. Certo che dissi di sì. La Sabrina Sara è mezza toscana e mezza ligure.

Il basilico ci accompagnò per tutta la serata, finanche nel dolce. La morte.

Ma io non dissi niente, anche perché non si può dire niente ad un’avvocata bella come lei.

Loro due parlarono di codici, uscì fuori pure quello romano, le pandette e Giustiniano. Scappai fuori stravolto dopo tutti quei nomi di gente morta e sepolta. Io boh. A volte la gente non sa di cosa parlare.

Da quella capra che sono mi misi a giocare col suo gatto, Romeo, che è diventato il mio amichetto del cuore, ed ora tutte le volte che mi vede mi salta in collo come se fossi la sua Giulietta.

Ma io non ho le puppe della Giulietta. Però ogni tanto la Sabrina Sara lo lascia da me ed io lo bado come se fosse un bimbo di tre giorni.

Diciamo che la Sabrina Sara si fida.

 

È bello quando un’avvocata cogli occhi verdi come la Sabrina Sara si fida.

Vuol dire che è l’avvocata giusta per me.