Fine dell’anno, solito tempo di bilanci, soppesando quel che si è compiuto e quel che invece non si è potuto mettere a segno, in un confuso elenco farcito di mille farò alla spasmodica ricerca di un equilibrio interiore che pare non aver né requie né pace, tormentato com’è da questi nostri giorni incerti, dove ben poco futuro si può programmare se non vivere alla giornata e sperare che il bicchiere rimanga mezzo pieno e mai scemo… .

Vado verso i vent’anni, non di età ma di giornale con l’anno che entra, è questione di una manciata di mesi e saranno vent’anni di Cittadino per me…vent’anni in cui mi sono raccontata rubando a piene mani dal mondo che mi ha circondato, assai diverso da quello di ora, afflitto da timori e pandemie, più o meno conosciuti e vincibili.

Come sempre nella vita c’è un prima ed un dopo che segna e che solca la via dove vagabondi camminiamo come fossimo eterni viandanti, moderni viaggiatori alla ricerca di un approdo sicuro da cui avventurosamente poter ripartire.

Vado verso i vent’anni di Cittadino, iniziato per gioco in mezzo alle tante penne brillanti del tempo…portavo a mano l’articolo a Sergio oppure glielo trasmettevo per fax…poi è arrivata la posta elettronica anche a Veneri e allora mi sono dovuta adeguare all’incedere veloce dei tempi, arrendere al computer, imparando a scrivere un tot di battute perché quello era lo spazio a me dedicato sul giornale, rinunciando dunque a vagare con la mente a ruota libera… .

In ordine sparso questi miei Migliori Anni li riassumo con immagini e parole, come sempre ho fatto, ricordano la dura pratica legale, i vecchi ed i nuovi amici, le vacanze al mare in libertà, la mia 500 blu oltremare, il babbo che improvvisamente se ne è andato ed il vuoto nero per chi invece è rimasto, i bagliori ed i fuochi dei miei primi 40 anni (quelli veramente di età), pagine di vita e di poesia, gli spaghetti allo scoglio conditi d’Amore, le sdolcinate paste panna e crema, rose e fiori, un vaso pieno di conchiglie, qualche spina non troppo nascosta che ha portato a lancinanti delusioni, e poi canzoni, colonne sonore di film da ballare e da suonare nelle notti d’estate, dopo che il cielo è diventato rosa e poi color della notte stellata… .

La storia siamo noi, nessuno lo può negare…sfoglio questo album ideale e vedo impressi nella mia mente così tanti fermo – immagine che non saprei né scegliere né scartare, non riuscendo a creare una scala di priorità, componendosi tutti in un puzzle più o meno colorato di ricordi fotografati in ordine sparso e proiettati a sprazzi, a seconda del volgere del tempo e delle stagioni.

A momenti vent’anni saranno passati e altri sicuramente ne verranno per raccontare tante altre infinite storie, si spera tutte con un lieto fine, come quando si si guardano i film di Natale, dove appunto la Principessa sposa sempre il suo Principe …e vissero felici e contenti…