Chi non vuol vedere non vedrà mai, ma tutti gli altri sono obbligati ad accorgersi di quanto, da tempo, sta accadendo. Non sopporto il politicamente corretto, anzi mi fa proprio schifo. Lo considero l’esaltazione dell’ipocrisia, il programmato utilizzo di un metodo studiato per ingannare, camuffare, manipolare. È il sistema usato per nascondere le reali intenzioni di chi lo pratica.

 

Chi vorrà proseguire nella lettura ne tenga conto.

La goccia che mi ha fatto traboccare il vaso già ben colmo è stata la circolare della Commissione Europea, che poi sarebbe il Governo dell’Europa, che stabilisce di non usare la parola Natale, i nomi propri di Maria, Giovanni ed altri riconducibili al cristianesimo e parole che facciano riferimento al genere, come padre, madre, signore, signori e così via. C’è proprio una tabella di termini ritenuti discriminatori e offensivi.

A leggere certa roba rischio un travaso di bile. Un gruppo di superburocrati superpagati (con i nostri soldi), sta trattando milioni di persone come poveri idioti. Il giochino è sempre il solito, ripeto, in atto da tempo: si parte enunciando un principio nobile e condivisibile, come l’uguaglianza, il non discriminare e simili e lo si usa per introdurne altri, questi sì, discriminanti e offensivi, oltreché così comici da sfiorare la stupidità assoluta.

Ma vi pare normale sostituire il nome di Maria con quello di Malika e Giovanni con Julio? A parte l’imbecillità dell’idea, questo è significativo perché mette allo scoperto non tanto la guerra alla religione cristiana, ma la volontà di cancellare le nostre origini, i valori, i punti di riferimento, le tradizioni.

Per dare un’idea: se uno ha la possibilità di leggere i registri dei battesimi, unici documenti anagrafici esistenti in antico, vedrà che tutte le donne, assieme al nome, avevano sempre abbinato quello di Maria e tutti gli uomini quello di Giovanni, talmente in uso da scriverlo con l’abbreviazione Gio.

Oggi una sparuta minoranza si è arrogata il diritto di trasformarci in una società amorfa, senza connotazioni, senza riferimenti orientativi solidi, senza storia. Una società di individui privi di capacità critiche, con volontà manipolate, quindi facilmente malleabili e manovrabili. Macchine perfette per adempiere ad un unico scopo: consumare quello che i manovratori vogliono, come e quando lo vogliono.

Questa casta di burocrati (ma tali sono soltanto quelli che appaiono) si muovono come se il potere politico, Commissione e Parlamento che sono unici depositari della volontà popolare non esistessero. Tanto per ricordarlo, sono gli stessi che, in altri ambiti e a più riprese, hanno messo sotto attacco famosissimi prodotti alimentari identificabili con il nostro paese e le sue eccellenze tradizionali, due su tutti: Parmigiano e Prosecco.

Si sta cercando da tempo di introdurre questi subdoli meccanismi, dall’apparenza innocua, partendo, al solito, dall’enunciazione di un sacrosanto principio quale la discriminazione di genere per introdurre regole ridicole e paradossali: non si deve scrivere padre e madre ma genitore 1 e genitore 2, documenti compresi, non si deve scrivere signori e signore, ragazzi e ragazze. Maschile e femminile sono banditi, qualsiasi parola che termini con vocale che identifica il genere, va sostituita con un asterisco.

Un esempio: non, saluto tutti, ma, saluto tutt*.

Perché tutti è maschile e ci potrebbero essere donne o altri di sesso fluido che sentendosi esclusi si potrebbero offendere. Ho ascoltato l’intervista di un preside di liceo che ha messo in pratica questo sistema: poveri ragazzi, questo al posto del cervello deve avere un asterisco!

Roba da matti.

Questa manipolazione linguistica nasconde la volontà di modificare il pensiero, l’atteggiamento mentale, sia di chi pronuncia che di chi ascolta. Significa voler andare a toccare le persone, il loro essere, renderle incerte, ondivaghe, quindi manovrabili.

Non importa se in accordo con questi sistemi c’è forse una persona su mille, le novecento novantanove non contano nulla e questo purtroppo accade in una miriade di altre situazioni. Una perfetta democrazia rovesciata.

Quasi dimenticavo: tanti auguri di buon Natale a tutti, in modo particolare alle Marie e ai Giovanni e perché sono buono anche a Malika e Julio.