La pista e le pedane di atletica leggera della nostra città hanno una storia che viene da molto lontano, prima ancora che esistesse lo Stadio dei Fiori. Fino a poco più di metà del secolo scorso, il campo sportivo si trovava dove ora c’è piazza Leonardo da Vinci.

A Pescia si giocava molto a calcio ma si faceva anche atletica leggera e, così, si iniziò ad arrangiarsi sul “prato”, costruendo pedane per lanciare e saltare e disegnando poche corsie in rettilineo per le prove di velocità breve.

Col nuovo impianto di via Mentana e via del Castellare agli Alberghi gli appassionati, gli sportivi e le scuole si ritrovarono una bellissima pista a sei corsie in tennisolite, materiale sintetico con cui viene ricoperto il terreno dei campi da tennis, la terra rossa che tutti noi conosciamo, quella su cui Livio Berruti fece sognare l’Italia vincendo l’oro olimpico. Un impianto moderno dove si poteva fare tutto. Allenamenti, gare ai diversi livelli, oltre la metà degli anni sessanta fu perfino ospite, con una rappresentativa veneta, Sara Simeoni che, neanche a dirlo, gareggiò nel salto in alto. Il discobolo Franco Grossi, pochi anni dopo l’Olimpiade di Roma partecipò ad una gara di lancio del disco invitato dal collega pesciatino Pier Francesco Guidi.

La manutenzione molto costosa ed i nuovi materiali che iniziarono a farsi strada consigliarono la sostituzione, della pista e delle pedane dei salti col rubcor che non era altro che un misto di gomma e asfalto. Su questa pista si svolsero manifestazioni importanti, anche internazionali (Prove Multiple e Marcia), e regionali di ogni tipo e per tutte le categorie comprese quelle scolastiche con i Giochi della Gioventù in primo piano.

Ma poco dopo l’Olimpiade di Città del Messico non era più tempo di continuare con un materiale quasi all’improvviso sorpassato e con un fondo ormai considerato obsoleto e tecnicamente arretrato. Le caratteristiche del nuovo prodotto, il tartan, erano mirate a garantire che l’elasticità della pista facesse rimbalzare il piede dell’atleta, restituendone l’energia ed aumentandone le prestazioni.

Si è dovuto aspettare il 1987 per avere una pista ed attrezzature moderne. Infatti, nel frattempo, il Comune, finalmente, si era impegnato a progettarne il totale rifacimento. L’ambiente si meritava un impianto nuovo e all’altezza dei tempi se non altro per i notevoli risultati di qualità (quelli di Alessandro Lambruschini e di tanti altri dopo di lui, su tutti quelli di Maurizio Guidi e Marzio Viti) e di quantità conseguiti dalle nostre ragazze e dai nostri ragazzi.

Il nuovo impianto portò anche risultati organizzativi di rilievo ed i Campionati Italiani Studenteschi ne furono il culmine. Fu Primo Nebiolo ad inaugurare la tre giorni di gare, alcune delle quali furono di elevato spessore tecnico. La pista e le pedane hanno avuto bisogno di un ritocco manutentivo straordinario a metà degli anni novanta, ed i lavori programmati e finanziati da tempo, iniziati in questi giorni,  prevedono un completo restyling che il tempo ha reso indispensabile.
Presto, quindi, sarà di nuovo festa per tutto lo Sport locale, e non solo.