Era il 1980 e a Milano nasceva il Gruppo Italiano. Una formazione musicale che in tempi assai rapidi raggiunse le vette più alte del successo musicale.
La costituzione di questo gruppo vedeva la presenza di Enrico “Chicco” Santulli e Roberto “Bozo” Del Bo (fondatori del gruppo), e di Patrizia Di Malta, Raffaella Riva e Gigi Folino.
Il sostegno era garantito dal noto cantautore Oscar Prudente. Infatti si legge, tra l’altro, sui canali social «fa maturare professionalmente la banda fino al momento in cui Oscar chiede formalmente di poter curare gli interessi dei Randa in una prospettiva discografica a livello nazionale».
Il Gruppo Italiano non ebbe quella continuità che tutti speravamo e come lasciavano presagire i traguardi e la notorietà acquisiti celermente. Tanto è vero la loro intensa attività non raggiunse i dieci anni di vita.
Però questa formazione musicale ha lasciato indelebilmente alcune tessere luminose in quel mosaico stupendo che furono gli anni Ottanta.
Nel ricordare il Gruppo Italiano e soprattutto il motivo inconfondibile di “Tropicana” abbiamo interpellato proprio uno dei fondatori, Enrico “Chicco” Santulli «arrangiatore, chitarrista, compositore, produttore musicale televisivo e produttore discografico», che si è reso ben disponibile a rispondere alle nostre domande.
D. Come nacque il vostro gruppo e come fu capace di conseguire immediatamente un successo strepitoso?
R. «Il gruppo nacque tra amici di liceo, ci chiamavamo originariamente Randa (in milanese “randagi”); il successo arrivò grazie al singolo Tropicana scritto e realizzato quasi per gioco».
D. Possiamo definire il vostro gruppo innovativo?
R. «Il gruppo aveva delle caratteristiche particolari: figli della borghesia milanese, colti ed attenti alle tendenze del momento, come naturale. Non credo fossimo particolarmente innovativi, a noi piaceva il rock’n roll, ma ci piaceva la musica in generale e così venne fuori Tropicana, ma non definirei il gruppo un sodalizio di musica latina».
D. Quale contributo artistico vi trasmise Oscar Prudente cantautore raffinato?
R. «Oscar è stata la nostra guida d’esperienza, avendo 20 anni più di noi ci ha accompagnato in un percorso complicato e ricco di insidie».
D. Prova nostalgia riparlare del Gruppo Italiano?
R. «Il Gruppo Italiano per me è stata una parte del percorso personale, non rinnego nulla, ma non mi manca più di tanto. Tanta acqua è passata sotto i ponti e tante cose sono successe. Ho avuto un percorso artistico più che soddisfacente in fondo».
D. Cosa hanno rappresentato gli anni Ottanta per voi?
R. «Noi, come tutti, eravamo persone del loro tempo e siamo stati giovani negli anni ’80. Musicalmente credo che abbiamo lasciato una piccola, ma preziosa impronta».
D. “Tropicana” fu sicuramente un grande successo. Quale fu il suo significato?
R. «Tropicana aveva un sound unico in quel momento, trasmetteva energia ed allegria. Il testo, un vero capolavoro, è in realtà la cronaca di un’eruzione vulcanica in un’isola caraibica. Un iperbole riuscitissima».
D. 1984: Quarant’anni fa. Quell’anno vide la vostra partecipazione al Festival di Sanremo con la canzone “Anni ruggenti”. Cosa ricorda in particolare?
R. «Ricordo Sanremo come un enorme carrozzone, non gradevolissimo per me. È quello che è ancora oggi. Noi eravamo giovani, forse non ci siamo neanche resi conto di quello che ci girava intorno».
D. Dopo così grandi successi, perchè il Gruppo Italiano conobbe una crisi importante?
R. «Eravamo troppo giovani, non avevamo chiaro il percorso e quindi abbiamo deciso di prendere strade diverse, alternative. Come detto, per me è stato un secondo inizio pieno di cose belle e di traguardi importanti nel campo della musica televisiva. Nessun rimpianto, sono felice e ho una famiglia fantastica, Verena, mia moglie, mi ha aiutato ad intraprendere strade complicate, e ad arrivare sempre in vetta. Ho 2 figli Michaela e Lorenzo e 2 nipotini con un terzo in arrivo. Cosa chiedere di più?».