Simonide di Ceo era un poeta della Grecia antica. Quando lasciò Atene perché l’aria era diventata politicamente irrespirabile trovò ospitalità in Tessaglia. Durante un banchetto pieno di personalità illustri, due ignoti visitatori vennero a chiedere di lui. Simonide lasciò la sala per incontrare gli sconosciuti – due divinità giunte a salvarlo, si sarebbe detto in seguito – e in quell’istante il soffitto crollò, uccidendo tutti i convitati. Simonide, che era dotato di una memoria formidabile, riuscì a riconoscere i cadaveri sfigurati esclusivamente dalla posizione che occupavano prima della tragedia.

Quella applicata da Simonide è una mnemotecnica successivamente nota nei manuali di retorica come tecnica dei loci, che consiste nel fissare nella memoria la successione dei luoghi di un percorso e collegarli alle informazioni da ricordare, e analoga al Mind Palace impiegato da Sherlock Holmes nelle sue indagini. Si tratta in sostanza di operare una connessione tra immagini e informazioni che facilita sensibilmente l’immagazzinamento e il recupero dei dati archiviati, come nella memoria di un moderno pc. Non a caso Simonide, cui la tradizione attribuisce la paternità di questa tecnica, era un poeta: in un’età in cui la cultura era prevalentemente orale la memoria risultava essenziale, basti pensare alle formule e alle ripetizioni presenti nei poemi omerici. Un problema, questo, apparentemente estraneo a noi moderni, abituati ad attingere a una fonte pressoché perenne di informazioni via web ma che poi ci troviamo costretti a ricorrere allo smartphone per eseguire un semplice calcolo!

Cosa c’entra tutto questo con il Lorenzini? C’entra, perché dal 2018 il Lorenzini aderisce –unica struttura scolastica italiana– al progetto «Memory Methods, Bright Horizon» all’interno del programma europeo Erasmus Plus, che coinvolge istituzioni educative di Gran Bretagna, Romania, Turchia e Grecia.

La finalità del progetto è la promozione a livello europeo di strategie per il miglioramento della memoria a breve termine per una didattica efficace e inclusiva. Gli studi dimostrano infatti che la memoria non dipende essenzialmente dall’intelligenza di un individuo ma dallo stimolo di quelle regioni cerebrali che controllano l’apprendimento spaziale (lobo parietale, corteccia retrospleniale, ippocampo posteriore destro). Quello che vale per una scena del crimine in uno dei racconti di Conan Doyle vale in linea di principio anche per lo studio delle lingue, ad esempio, o per discipline complesse come chimica e diritto. Una didattica che impiega tecniche di memoria avanzate –quella dei loci è solo una tra le tante– favorisce l’apprendimento anche degli alunni con deficit cognitivi o dell’apprendimento.

Più di duemila anni dopo la vicenda di Simonide e a un secolo dai racconti di Doyle, Cristina Galli, referente del progetto per il Lorenzini, ha presentato agli studenti della classe 4C Scienze applicate il seguente quesito: “E se volessimo ricordare con precisione, e secondo l’ordine narrativo, tutti gli oggetti contenuti nelle tasche di Gulliver?”. Il riferimento è al capitolo secondo dei Viaggi di Gulliver di Defoe, in cui i Lillipuziani perquisiscono le tasche del protagonista e ne fanno un minuzioso rendiconto. Sulla base di questa suggestione, gli studenti Davide Ranieri, Francesco Sorce e Romeo Gallucci hanno prodotto un video in cui hanno illustrato il valore della tecnica dei loci anche nell’ambito dell’apprendimento curricolare, scegliendo come esempio la tavola periodica degli elementi.

La proiezione del video è stata al centro del secondo incontro del progetto che si è tenuto nella biblioteca del Lorenzini il 20 e 21 gennaio. A rappresentare l’istituto, oltre a Galli, le insegnanti Sandra Annibali, Cinzia Gonfiotti, Samanta Selvaggi e Serenza Anzilotti. I ragazzi del Lorenzini hanno ricevuto il plauso unanime per la qualità del lavoro e per la padronanza della lingua inglese. La delegazione è stata quindi ricevuta in Comune dal sindaco Giurlani che ha colto l’occasione per ringraziare i partecipanti per il contributo fornito allo spirito europeista, in particolare il Lorenzini per la sua capacità di inserire il nostro territorio in una dimensione cosmopolita. Il prossimo incontro avrà luogo a Londra, presso la scuola capofila, nei giorni 1, 2 e 3 aprile, a dimostrazione che la Brexit non può infrangere la realtà di un’Europa unita.