Davvero non saprei elencarVi quanti autori più o meno conosciuti nella letteratura si siano persi a scrivere di questa categoria di uomini, ed anche nella storia della vita reale certamente anche Voi Vi ci sarete imbattuti senz’altro in uno o più soggetti del genere.

Avaro si appaia bene con Avere, a questo fino ad ora non ci avevo mai così fortemente pensato: siamo di fronte al Mazzarò della situazione, alla famosa Roba del Verga, al desiderio di arraffare, di accumulare beni di ogni sorta e tenerseli ben stretti, senza condividerne con gli altri neppure un goccio, una briciola, un frammento, e tenere quindi ogni anche seppur ultimissimo e minimo rimasuglio tutto per sé.

L’Avaro sta attento a tutto, anche a respirare (per non consumare troppa aria), a mangiare (sia per il prima che per il dopo i pasti), a consumare d’inchiostro ed a leggere (per non finirsi gli occhi), a passeggiare (per non usurare le scarpe); e l’Avaro sta anche al buio, o per lo meno con un lumicino flebile flebile, e la luce vera l’accende solo quando qualche buon uomo gli porta le regalie, e allora sì, porta aperta, ma per qualche secondo e basta, non scherzate!

L’Avaro passa il suo tempo a contar di monete ed a trasformare un soldo in almeno tre scudi, per farli sembrare di più e godere maggiormente di quel delizioso tintinnio che tanto dolcemente l’animo rincuora.

Il donare l’Avaro dunque non sa cosa sia, tuttavia non è mai contento, vivendo con la malsana idea del risparmio oltre misura, con le vesti consunte per non volersene procurare di nuove, con la capigliatura trasandata come un campo di stoppie, magro e ossuto in viso per il poco e scadente mangiare.

E di amici nessuno, nessuno, perché come si sa perché l’amicizia si mantenga ci vuole che un panierino vada e l’altro venga….

E qui invece il panierino non viaggia mai, sta sempre ben ancorato al letto dell’Avaro, anche quello con lenzuola e coperte lise e sfibrate, corredo della nonna della nonna della trisavola della bisnonna… .

Ma uno che campa a fare così, spontaneamente e giustamente ci si chiede, senza una gioia, senza un sollazzo, senza un divertimento ed uno svago, senza una parola ed un brindisi con chi più per simpatia Ti aggrada; ma uno che campa a fare così, a patire il freddo d’inverno ed il caldo d’estate, a stillare il pezzo del pane, ed a guastarsi d’invidia se uno ha un briciolo di Roba in più di te.

Bussò un giorno alla porta dell’Avaro un Temerario e gli offrì una Corona che nessun re e potente del mondo aveva voluto; anzi, il Temerario con quel prezioso aveva girato in ogni dove, ma da ogni parte era stato malamente allontanato con la scusa che non c’erano teste adatte per indossare un bene di tal fatta.

Ebbene, neppure l’Avaro lo volle sul suo capo, anzi velocemente chiuse chiavistelli e scuri, rintanandosi nel suo letto e gettando uno sguardo su tutta la sua fortuna a forza di rinunce e stenti nel corso degli anni accumulata.

In mezzo a quei mucchi informi ed ammassati, tenuti fino a quell’istante come più cari dell’oro, non c’era quel che più da che mondo è mondo è sempre contato e che prezzo veramente non ha…hai voglia di cercare… .