Apre a giugno a Los Angeles un’importante retrospettiva su Pinocchio con il supporto della Fondazione Nazionale Carlo Collodi.

A Real Boy: The Many Lives of Pinocchio indaga sul successo del burattino più famoso al mondo nato dalla penna di Carlo Collodi. La mostra è organizzata e ideata dall’IAMLA (il museo italo-americano di Los Angeles) il quale ha chiesto la collaborazione della Fondazione Collodi per allestire questa importante rassegna nella “patria” della Disney.

“L’iniziativa ha un peso culturale importante ed sarà una opportunità per far conoscere la vera storia del burattino, le sue origini e Carlo “Collodi” Lorenzini negli Usa dove Pinocchio è più noto nella versione del film animato Disney, che poco rispecchia il testo originale delle Avventure di Pinocchio” spiega il presidente della Fondazione Nazionale Carlo Collodi, Pier Francesco Bernacchi ,che sarà uno dei protagonisti nel giorno dell’inaugurazione in programma il prossimo 4 giugno.

A Losa Angeles verranno esposti anche alcuni “pezzi” prestigiosi che la Fondazione Collodi ha raccolto negli anni. Come alcune edizioni conservate nella Biblioteca Collodiana: tre in italiano (del 1897 con illustrazioni di Mazzanti, del 1911 con le illustrazioni di Mussino e l’edizione del 2001 illustrata da Jacovitti). Inoltre molte edizioni dal mondo, ovvero pubblicazioni de Le Avventure di Pinocchio tradotte in diverse lingue dai vari continenti come l’edizione statunitense pubblicata a Philadelphia nel 1914.

Voleranno verso la California anche antichi giocattoli raffiguranti Pinocchio e una delle recenti acquisizioni della Fondazione Collodi: l’ultimo ritratto noto di Carlo Lorenzini “Collodi” del pittore macchiaiolo Alfonso Hollander (1887).

Infine, quasi a suggello della vicinanza tra Stati Uniti, Pinocchio e Italia, un quadro donato da Silvano “nano” Campeggi alla Fondazione Nazionale Carlo Collodi. Il pittore toscano dei manifesti della Hollywood d’oro (sue le locandine di film come Via Col Vento, per citarne uno).

Per il prestito oltreoceano di tutte queste opera la Fondazione ha chiesto il nulla osta alla Sovrintendenza archivistica e bibliografica per i libri e alla Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per gli altri oggetti e opere.

Seguiremo la mostra e i suoi protagonisti per parlarvene in un secondo articolo.