Si è concluso un anno scolastico assurdo e complicato che ha visto lo svolgimento di un esame fuori dall’ordinario dopo mesi di isolamento durante i quali le lezioni si sono svolte solo online. Per mesi siamo rimasti nel Limbo senza sapere se saremmo tornati a scuola, se avremmo sostenuto un esame in presenza oppure no e persino la modalità è stata un’incognita per molto tempo. Ci hanno etichettato come “i maturandi agevolati” e da una parte è anche vero perché è stato un grande vantaggio avere una commissione interna che conosce il nostro percorso e le nostre attitudini. Quello che però tutti ignorano è la fatica che abbiamo fatto a sostenere metà anno scolastico in casa e a svolgere le lezioni spesso senza stimoli. È mancato tutto ciò che precede l’esame di maturità; è mancata la settimana dei travestimenti, sono mancate le serate tutto insieme a parlare di scuola, è mancata la notte prima degli esami poiché il giorno della resa dei conti è stato diverso per ogni alunno.

Faccio fatica a realizzare, sono “matura” da quasi un mese e ancora non mi sembra vero che sia finito tutto. Un’ora di colloquio non può ripagare 5 anni di studio, di lezioni, di battute coi professori. L’anno dell’anormalità sta continuando ma adesso i nostri insegnanti non devono più impazzire con la DaD (per il momento, poi chissà) ed è proprio a loro che va il mio più sincero ringraziamento, il timore che tutto questo possa incrementare nuovamente è sempre presente ma adesso abbiamo la consapevolezza dell’importanza del rapporto umano e, come dice Mariangela Gualtieri, “adesso lo sappiamo quanto è triste stare lontani un metro”. Stiamo realizzando gradualmente che abbiamo il diploma in mano e che la maturità 2020 con la partecipazione del Covid-19 è finita davvero. Ripetono di non pensarci più, che è finita. Ma finita come? È possibile che sia finita una cosa quando nemmeno ci siamo accorti dell’inizio?