Il mondo evolve alla velocità di luce e con esso anche il lavoro.

La realtà nella quale viviamo richiede una costante innovazione e per riuscire a realizzarsi pienamente nell’ambito desiderato è necessario avere sempre idee nuove.

I giovani sono il motore necessario per far sì che tutto questo accada perché senza di essi verrebbe a mancare la spinta propulsiva data dall’intraprendenza tipica di chi si affaccia per la prima volta ad una realtà nuova.

Il grande problema però è che investire sui giovani non dà reddito nel breve tempo perché la formazione costa e spesso toglie tempo che potrebbe essere impiegato nel processo produttivo, è molto più semplice e redditizio assumere una persona con esperienza che entra subito nel meccanismo e rende economicamente al titolare.

 

Il punto debole dell’Italia è forse proprio questo; è difficile crescere e reinventarsi senza delle motivazioni forti ed è molto raro che un lavoratore affermato e con un introito stabile abbia la voglia, la volontà e il coraggio di spingersi oltre.

Siamo un paese di tradizioni e di vecchie abitudini che danno molta sicurezza come tutte le azioni svolte ripetutamente per anni e anni. Una sorta di routine che però non uccide l’anima, la fa sentire al sicuro.

Così come le abitudini anche le frasi sono sempre le stesse: “L’Italia non è un paese per giovani” mi sento ripetere fin da quando sono piccola (e sinceramente ormai sono convinta che la gente utilizzi questa frase come intercalare quando ormai gli argomenti di cui parlare sono terminati). Ma siamo proprio sicuri che sia colpa dell’Italia?

 

Io penso che sia più adatta la frase “L’Italia è un paese per coraggiosi” perché ci vuole coraggio ad aprire una startup qui oppure suona bene anche “L’Italia è il paese per gli innamorati” perché solo chi ama davvero resiste, gli altri semplificano tutto fuggendo.

Non è una critica a chi decide di costruirsi il futuro fuori dai nostri confini, d’altronde non lo escludo nemmeno io anche se i miei piani sono qui nel Bel Paese, loro sono stati coraggiosi per altri versi.

Ma io credo che ora come ora per far partire un motore fermo ormai da anni ci sia bisogno della benzina della generazione Z e dell’esperienza di chi da anni fa parte del grande meccanismo.

“È leggero il compito quando molti si dividono la fatica” diceva qualcuno.

Ecco, io aggiungerei anche “La fiducia è la più grande dimostrazione d’amore che possiamo dare”.

Quindi dimostriamoglielo all’Italia che la amiamo.