Se vogliamo essere precisi non esiste un “esame del sangue” ma, piuttosto, “moltissimi esami”, sicuramente molte centinaia di esami del sangue. A seconda dei casi, il medi­co ne prescrive alcuni ben determinati a titolo di prevenzione o per conosce­re l’andamento di una malattia in corso, per accertarne la presenza o per con­trollare l’efficacia di una cura (dietetica, ormonale, etc), o, ancora, per vedere se l’impiego di un farmaco ha provocato qualche alterazione o effetto collaterale nell’organismo. Ecco allora perchè è importante riuscire a “leggere” il proprio referto senza togliere naturalmente competenza al pro­prio medico di fiducia, che rimane l’interlocutore principale cui rivolgersi per discutere e interpretare i risultati dei vari esami.

Come viene eseguito l’esame del sangue

L’esame del sangue consiste nel prelevare una piccola quantità di sangue venoso, in genere da una vena del braccio, ma in caso di vene troppo picco­le o nascoste in profondità, si potrà utilizzare una vena del dorso della mano.

Il prelievo di sangue non solo non è doloroso, ma non comporta alcun rischio, in quanto oggi si utilizzano solo siringhe del tipo usa-e-getta.

La quantità di sangue che viene prelevata dipende dal numero di analisi da ese­guire, ma, in ogni caso, si tratta sempre di una quantità molto piccola e, quin­di, non tale da provocare alcun disturbo o sensazione di debolezza. Per la maggior parte delle analisi il prelievo deve avvenire a stomaco vuoto, prefe­ribilmente la mattina, per evitare che le sostanze contenute nel cibo alterino i risultati degli esami. Infatti, nei diversi alimenti vi sono molte sostanze (zuc­cheri, grassi, proteine, sali minerali, etc) che, una volta ingerite, passano nel sangue dal quale vengono eliminate dopo un po’ di tempo.