A lui, frate domenicano pesciatino, compagno di martirio del ben più celebre Girolamo Savonarola, ferrarese, il Comune di Pescia ha dedicato il breve tratto di strada che dal Borgo della Vittoria porta verso il viale Garibaldi, costeggiando piazza XX Settembre.

Domenico nasce a Pescia intorno al 1450 da una famiglia ragguardevole e di lui sappiamo che entra adolescente nel convento bolognese di San Domenico, dove è sepolto il fondatore dell’Ordine.

 

Fra Girolamo Savonarola, di due anni più giovane di Domenico, conosce il giovane pesciatino in questo convento; nei primi mesi del 1482 abbandonano Bologna per stabilirsi a Firenze; nell’aprile dello stesso anno Savonarola fa il suo ingresso in San Marco, la stessa chiesa che alcuni anni più tardi lo vedrà priore e l’animatore principale della fazione antimedicea.

 

Il frate pesciatino diventerà il più fervido, devoto e fiducioso seguace di fra Girolamo, tanto da meritarsi l’appellativo di “il Fattoraccio”, l’uomo di mano impiegato per fare i lavori compromettenti e, soprattutto, l’abile organizzatore delle ‘compagnie dei fanciulli’, una tipica manifestazione della “riforma” del frate ferrarese, al fine di vigilare sui costumi e la moralità dei fiorentini.

 

Fra Domenico viene sempre ricordato a fianco di Savonarola, sia nelle numerose tappe nei vari centri italiani – specialmente dell’area settentrionale – sia nelle affollate e vivaci predicazioni quaresimali del frate ferrarese svolte per lo più nei centri toscani. Entrambi i frati dai pulpiti italiani vollero riportare Firenze e l’Italia e la Chiesa tutta a purezza di costumi e vero fervore di vita religiosa; lo scontro col corrotto papa Alessandro VI fu inevitabile. Quando il papa proibì al ferrarese di predicare, fra Domenico sostituì il suo maestro sul pulpito, continuando disperatamente a professare la sua fede in lui. La scomunica giunse nel 1497.

Negli ultimi anni della sua vita, il Buonvicini assunse un ruolo importante tra i domenicani fiorentini; nel 1494 fu nominato priore di San Domenico di Fiesole. Le frizioni con la Signoria e con il papa e la sua curia non cessarono, anzi, venivano alimentate ogni giorno di più. Furono arrestati in San Marco il Savonarola, il Buonvicini ed un altro loro compagno che li seguì sul rogo, fra Silvestro Maruffi. Sottoposti alla tortura, i tre domenicani affrontarono con piena serenità la loro morte. Furono impiccati ed arsi il 23 maggio 1498.