Fu lo storico pesciatino Francesco Galeotti ad inserire nelle sue Memorie di Pescia, da lui terminate nel 1659, il ricordo del passaggio di san Francesco a Pescia nel 1211, quando l’assisiate, lasciando Firenze, visitò presumibilmente anche Lucca e Pisa. Pure il francescano irlandese Luke Wadding e fra Salvatore Vitali riportarono la medesima notizia; il Wadding, tra l’altro, scrisse che Francesco, lasciata Firenze per venire a Pescia, era insieme ad altri frati.

Un altro storico pesciatino, Placido Puccinelli, nelle sue Memorie, pubblicate nel 1664 a Milano, segnalò lo stesso episodio.

 

La moderna storiografia francescana ritiene probabile la presenza di Francesco in Toscana nel 1211, quando era di ritorno da Roma dove aveva incontrato papa Innocenzo III per ottenere la conferma della sua scelta religiosa. Fu lo stesso Galeotti a collegare la presenza di Francesco con l’erezione della chiesa e convento di San Francesco ne il Prato di Pescia. Il medesimo erudito trascrisse anche una pergamena datata 1258 dove menzionava la chiesa ed il convento di San Francesco di Pescia; nel 1281 vi è ancora un ricordo della chiesa francescana, in occasione dell’assedio posto dai lucchesi alla terra pesciatina.

 

Due anni dopo questo catastrofico evento è sempre il Galeotti ad informarci circa la presenza della chiesa di San Francesco ne il Prato. È dunque praticamente certo che a Pescia si fosse verificata una continuità dell’insediamento francescano a partire già dalla seconda metà del 1200, analogamente ad altri centri toscani, come Lucca (1228), San Miniato (1228), Fucecchio (1243-1247), Carmignano (sec. XIII) e Pistoia (1289).