Giorno della memoria. Un male nascosto pronto a risvegliarsi e colpire

Tra pochi giorni, il 27 gennaio, ricorre il Giorno della Memoria, in cui si commemorano le vittime della Shoah messa in atto dal regime nazista tra il 1933 e il 1945. Lo sterminio, è bene ricordarlo, non riguardò soltanto gli ebrei d’Europa, che pure furono i più colpiti con sei milioni di vittime. La persecuzione nazista si abbatté contro gli oppositori politici, gli omosessuali, gli slavi e le minoranze etniche dell’Est, i disabili, i testimoni di Geova. Tutti coloro che minacciassero in qualche modo l’ideale di purezza della razza ariana furono rinchiusi nei campi di concentramento o di sterminio, privati della loro dignità e dei loro averi e annientati, nel senso più ampio che si può attribuire a questo termine.

Due fatti, apparentemente scollegati tra loro ma connessi a un livello profondo, mi sono venuti in mente in questi giorni che precedono la ricorrenza, e che dovrebbero essere dedicati, nelle scuole e altrove, alla riflessione su quanto è accaduto.

Il primo riguarda la politica, e quindi tutti noi. La settimana scorsa la senatrice Liliana Segre, una bella signora di 91 anni, si è presentata in Senato per votare la fiducia al governo nonostante il parere contrario del suo medico, preoccupato dell’esposizione a un eventuale contagio. La Segre ha vissuto sulla sua pelle la persecuzione nazifascista. Fu espulsa dalla scuola che frequentava a Milano nel 1938 a causa delle leggi razziali, e nel ‘44 fu deportata a Auschwitz, dove perse il padre e i nonni. Dei 776 bambini deportati in Polonia sopravvissero lei e altri 24; da quel giorno porta tatuato sul braccio il numero di matricola 75190, un monito per tutti a ricordare quella terribile esperienza. Liliana Segre è ebrea, e si è esposta nel condannare una crisi politica che ha definito “incomprensibile”. Puntuale, è arrivata sui social una valanga di insulti contro di lei; molti di essi riguardavano il voto e le dichiarazioni rilasciate alla stampa e alle televisioni, ma quelli più beceri erano di stampo antisemita. Il suo essere donna, senatrice a vita e per giunta ebrea purtroppo sono ancora oggi, per alcuni, una colpa imperdonabile, quasi come quella di aver vissuto una vita piena per più di novant’anni.

Il secondo fatto, se possibile, è ancora più inquietante. Pochi giorni fa a Savona la polizia ha arrestato un ventiduenne, Andrea Cavalleri. Usava il web e le chat di messaggistica istantanea per diffondere documenti di matrice neonazista e antisemita; incitava i suoi interlocutori alla ribellione violenta contro lo stato, all’eliminazione fisica di ebrei, donne, minoranze, e delirava di progettare uno “school shooting”, un massacro dentro una scuola sul genere di quello accaduto a Columbine, in Colorado, nel 1999, o di quello di Utoya, in Norvegia, del 2011. Dentro casa aveva armi e materiale propagandistico antisemita, e scriveva in rete di ispirarsi alle divisioni delle SS naziste e ai suprematisti bianchi statunitensi.

Sarebbe comodo derubricare questo fatto ai deliri di un giovane disturbato, patologicamente disconnesso dalla realtà e isolato. Purtroppo la rete di sodali – denominata “Nuovo Ordine Sociale” – che aveva messo in piedi si ramifica in diverse città, e dimostra che certi rigurgiti di fascismo, purtroppo, sono ancora ben radicati nel nostro paese.

Non ho dubbi che all’indomani del Giorno della Memoria leggeremo sui giornali le stesse deprimenti notizie che leggiamo ogni anno: svastiche disegnate sui monumenti, cimiteri ebraici profanati, negozi ebraici vandalizzati, insulti e minacce diffusi via social a direttori di giornale, intellettuali, sopravvissuti. È l’ennesima riprova che l’ignoranza, purtroppo, trova sempre un terreno fertile in cui germogliare; o che la Storia non ha insegnato nulla, e se anche l’ha fatto il ricordo delle atrocità commesse nel Novecento è ormai sbiadito.

Io resto qui a chiedermi ogni giorno di chi sia la colpa, e come fare per rimediare.