Nato a Pescia nel 1834 da Domenico e Giustina Tognini, entrò bambino nel seminario vescovile pistoiese, che dovette lasciare quattordicenne, obbligato dal padre – uomo dai robusti ideali patriottici – dopo la decisione di Pio IX che nell’allocuzione dell’aprile 1848 (Non semel) aveva deciso di ritirare le truppe regolari inviate contro la cattolica Austria durante la prima guerra di indipendenza.

 

Il Goiorani rientrò, dunque, a Pescia, dove prese parte al fermento nazionalistico che si stava organizzando in Valdinievole, contribuendo alla redazione di un testo, Addio ai volontari livornesi, che fece parecchio scalpore.

 

Negli anni seguenti lo troviamo prima a Pistoia, poi a Firenze, dove entrò nei gruppi clandestini democratici toscani. Diciassettenne, dovette lasciare il granducato toscano; giunse prima a La Spezia e poi a Torino, dove intensificò la sua attività politica repubblicana.

 

Nel 1854, ventenne, fu espulso dal regno sabaudo e riparò in Svizzera, entrando in contatto con alcuni emigrati italiani di fede mazziniana; da parte sua, il Mazzini pensò proprio al Goiorani per poter avallare una missione cospirativa in Toscana ed in Liguria.

 

Nel 1856 fu eletto presidente della Società italiana di mutuo soccorso di Ginevra; due anni dopo, in seguito all’attentato dell’Orsini contro Napoleone III, fu costretto a rientrare precipitosamente negli Stati sabaudi dove riprese la sua attività di insegnante di Lettere.

 

Placatosi il suo ideale mazziniano, il Goiorani assunse anche nei suoi scritti atteggiamenti più moderati, in favore di una soluzione sabauda alla questione italiana.

A partire dagli anni Sessanta, riprese l’insegnamento nelle scuole pubbliche: Firenze, Cagliari e Treviso furono le principali scuole dove insegnò materie letterarie.

 

Si segnala qui pure una sua vigorosa presa di posizione contro l’insegnamento del catechismo e della storia sacra, una scelta che provocò fortissime polemiche in seno alle istituzioni scolastiche dove era impegnato.

Tra il 1871 e l’anno successivo, il Goiorani fu attivo in campo giornalistico, dove diresse Piccola stampa, edita a Firenze e, a Pescia, Lume a gas, che riscosse un certo successo.

Morì a Roma nell’aprile 1908.