Leopoldo Galeotti nasce a Pescia in una famiglia della piccola nobiltà nell’agosto del 1813.

A ventidue anni si laurea in Giurisprudenza presso l’ateneo di Pisa e subito dopo viene preso sotto l’ala protettrice del suo concittadino Francesco Forti, del Sismondi e di Gino Capponi.

 

Sarà quest’ultimo ad agevolare l’ingresso del Galeotti all’accademia dei Georgofili.

Il periodo fiorentino per il Galeotti fu estremamente proficuo, anche perché fu lì che conobbe le migliori menti di coloro che poi porteranno avanti le idee moderate in Italia.

 

Il Galeotti iniziò la professione di avvocato proprio a Firenze, dove l’alternò con l’attività di pubblicista, riscuotendo un buon successo, ed incappando nella censura granducale che gli bloccò l’uscita di un giornale.

 

Con il Della sovranità e del governo temporale dei papi – apprezzato da Pio IX – il Galeotti, pur riconoscendo la legittimità della sovranità pontificia, metteva in guardia circa la corruzione ecclesiastica del suo tempo.

Intuì, tra i primi in Toscana, la necessità di una seconda rivoluzione italiana (che sarà poi nota come la seconda guerra di indipendenza) sotto la guida del regno di Sardegna, che avrebbe assicurato un percorso moderato.

 

Nell’estate del 1859 entrò nell’Assemblea toscana e ne divenne segretario; l’anno successivo la Toscana entrò nel regno sabaudo ed il Galeotti fu eletto deputato in Parlamento per il collegio di Pescia. Nel gennaio 1861, nuovamente rieletto, fu tra i firmatari dell’ordine del giorno che proponeva di annettere Roma all’Italia e che ne divenisse la capitale.

Lasciò la sua importante biblioteca al Capitolo della Cattedrale di Pescia.

Morì a Firenze nel 1884.