Rosanna Vaudetti è annoverata nella storia della televisione italiana e nella rassegna dei protagonisti più in luce della Rai.

Sempre si è caratterizzata da una capacità espressiva raffinata e dall’ aspetto signorile celato da una innata semplicità. Non potremmo mai dimenticarla quale “signorina buonasera”, avendoci accompagnati alla programmazione serale Rai. Ma non solo. Rosanna Vaudetti la ricordiamo anche conduttrice e presentatrice di numerosi eventi televisivi e di insigni manifestazioni culturali.

Siamo anche fiduciosi di poter assistere ad un suo nuovo lavoro televisivo da lei recente presentato insieme a Maria Giovanna Elmi, alla quale è legata da una grande amicizia. Entrambe sono state vincitrici della sesta edizione della trasmissione Simpaticissima nel 1997.

D. Sig.ra Vaudetti, come è arrivata ad essere uno dei volti più noti della Rai?

R. «Sicuramente con tanti anni di servizio e apparendo sempre in televisione. Premetto questo: cercavo un lavoro. Nel frattempo scrivevo sulle pagine de “Il Corriere Adriatico”, una secolare testata delle Marche, poi lavoravo a cachet come annunciatrice, leggevo i gazzettini alla Radio Marche di Ancona e così guadagnavo qualcosa. Facevo anche traduzioni e davo lezioni di tedesco e di inglese ai bambini. Poi notai su Radiocorriere Tv il bando per un concorso e per una borsa di studio per studiare da annunciatrice. Presentai la mia domanda. All’annuncio risposero, credo, in duemila e fummo prese soltanto dieci. Feci un corso di dizione a Firenze, durato tre mesi e mezzo grazie alla borsa di studio della Rai. Maria Luisa Boncompagni, che era la prima annunciatrice della Radio italiana, mi disse: “Tu devi fare la televisione”. E fu lei stessa a presentare la mia domanda. Feci vari provini per la tv e fui scelta con Gabriella Farinon. Eravamo le prime due e iniziammo a fare qualcosa nell’estate del 1961. Al 26 luglio risale infatti il mio primo annuncio in televisione. Poi ho dovuto fare un altro corso di formazione ed ebbi un contratto di un anno e poi il contratto per la televisione. Ad essere uno dei volti più noti della Rai ci sono arrivata quindi perché cercavo un lavoro, non perché volevo fare proprio quello».

D. Trentasette anni consecutivi alle dipendenze della Rai. Può descriverci i tratti più significativi della sua carriera?

R. «Di solito quasi tutte fanno le annunciatrici e aspirano poi a condurre programmi. Io, invece, ho subito condotto dei programmi e poi ogni tanto facevo degli annunci. Ero stata destinata alla sede di Torino e gli annunci che facevo allora erano in collegamento con Canzonissima ed erano davvero delle vere conduzioni. Poi il Disco per l’estate e una bellissima trasmissione che si chiamava Amico libro ed era rivolta ai bambini. Durava un’ora e si parlava di letteratura per l’infanzia. Avevo ospiti degli autori importanti. Tra l’altro, una delle persone che ho intervistato è stato Giuseppe Ungaretti. Avevo frequentato il liceo e trovandomi a intervistare Ungaretti fu per me una grande emozione. Ho condotto da sola il Festival del Melodramma,che si teneva al Casinò di San Remo in cui si esibirono Achille Togliani, Claudio Villa, Milva … cantando arie da operette e devo ammettere che fu un bellissimo Festival».

D. A suo avviso, quali sue caratteristiche personali hanno contato nel suo lavoro?

R. «Forse la semplicità? E la professionalità».

D. Nella sua carriera spiccano collaborazioni con alcuni protagonisti della televisione italiana. Chi ricorda con particolare ammirazione e stima?

R. «Tutti, Carlo. Erano tutti personaggi eccezionali. Ho avuto il piacere di lavorare con Corrado, al suo suo fianco a Domenica in, il primo anno anno alternandomi con Maria Giovanna Elmi e Roberta Giusti. L’anno dopo, invece, con Paola Perissi, Beatrice Cori e Marina Morgan. Corrado era una persona deliziosa. Ho lavorato con Vittorio Salvetti presentando il Festivalbar e con Mike Bongiorno presentando il Disco per l’estate a Saint-Vincent. Inoltre, ho presentato il Premio David di Donatello. Sono la persona che ha presentato più volte questa manifestazione e, soprattutto, ho presentato tante bellissime edizioni del Teatro di Taormina, una manifestazione eccezionalmente bella, svolta in uno scenario unico. Non c’è teatro che tenga di fronte al Teatro di Taormina. Ho pure lavorato con Enzo Tortora alla Domenica Sportiva. Ma soprattutto ho avuto un patner eccezionale, san Giovanni Paolo II, e sono l’unica a poter dire questo. Sono l’unica ad aver presentato il giubileo dei ragazzi nel 1983, nella sala Nervi in Vaticano. In quella occasione ho presentato insieme a san Giovanni Paolo II una trasformazione del film Marcellino pane e vino. Credo che presentare insieme ad un santo sia il massimo. Nel 1981 san Giovanni Paolo aveva subito l’attentato e sembrava che si fosse rimesso completamente. In realtà, alla fine della presentazione lo guardai allontanarsi ed era magro e ancora in sofferenza. Però celava bene questo stato di precarietà. A me sembrava che fosse tutt’anima, col corpo sorretto dalla sua grande fede. Giovanni Paolo II è stata una persona veramente meravigliosa».

D. Come ha vissuto il suo rapporto con le sue colleghe e con il lavoro considerando i cambiamenti della televisione?

R. «Iniziai, dopo tutti quei provini che ho detto, con Gabriella Farinon e mi trovai subito bene. Pensa, ci scambiavamo anche gli annunci e poi ci sgridarono perchè gli annunci erano precisamente destinati ad una determinata persona. Poi sono stata inviata a Torino, dove ero l’unica annunciatrice e francamente mi sarebbe piaciuto avere vicino delle colleghe per non sentirmi sola. Quando sono ritornata a Roma sono stata molto contenta ad avere colleghe, delle quali divenni amica. Tutt’oggi siamo amiche e mi vedo con Nicoletta Orsomando, Gabriella Farinon, Maria Giovanna Elmi, Paola Perissi, Mariolina Cannuli. Con Mariolina abbiamo presentato recentemente, insieme a Livio Beshir, il programma “Buongiorno Estate” e ci siamo molto divertite nel ritrovarci insieme dopo tanti anni».

D. Cosa ha significato per lei la popolarità?

R. «Una cosa piacevole, perchè la popolarità di un’annunciatrice televisiva non è una popolarità di facciata, ma è il segno dell’affetto dimostrato dalla gente. Questo fa molto piacere ed è molto gratificante».

D. A quale momento della sua carriera è particolarmente affezionata?

R. «Ogni decade della mia carriera, occorre parlare di decade visto che la mia carriera è tanto lunga (sorride n.d.r), ha avuto le sue caratteristiche. Naturalmente gli esordi. Poi gli anni ’70 sono stati belli perchè erano la novità e perchè ho presentato tanti festival. Gli anni ’70 fu un decennio molto importante perché ho presentato Giochi senza frontiere e, ad ogni Natale, lo Spettacolo di Natale. Nel 1972 fui scelta per essere l’annunciatrice del colore. In quell’anno, il 26 agosto, feci l’annuncio delle Olimpiadi e per tutto il loro periodo dei Giochi. Al 1° febbraio 1977 risale il mio primo annuncio della televisione a colori. Direi che gli anni ’70 furono stupendi! Gli anni ’80 furono quelli di Domenica in con Corrado, ecc. E gli anni ’90 sono stati molto interessanti, con programmi e vari festival. Diciamo però che sono più affezionata agli anni ’70».

D. Come valuta le trasformazioni televisive di questi ultimi anni?

R. «Carlo, sono adeguate ai tempi. Quando feci l’annuncio della televisione a colori ero entusiasta come tutti i tecnici e tutte le maestranze. Si poteva vedere la neve in bianco, perchè nella televisione in bianco e nero il bianco non era proprio bianco ma una gamma di grigio. Vedere, quindi, la neve a colori era una cosa bellissima. Ci si avvicinava sempre più alla realtà. Se ci facciamo caso, quando la gente dice: “Ah la televisione di un tempo …” pensa sempre alla televisione in bianco e nero, perchè era la televisione dei sogni, educata, rispettosa degli altri e forse rappresentava la realtà non tanto come era ma come avremmo voluto che fosse. Invece, con il colore è diventata prepotentemente la tv della realtà. Quindi, i protagonisti sono diventati non più i professionisti, ma le persone qualsiasi che si presentano ai quiz. E poi ci sono i reality. Non è più la televisione dei sogni, ma è la televisione delle realtà. La realtà si sa, purtroppo è un po’ bella e un po’ brutta, non è tutto oro e fiori. Ho condotto per tre edizioni un reality per TV 2000, “L’ Italia a tavola”, e sono molto orgogliosa. Mi recavo nelle famiglie, cucinavo insieme alla padrona di casa e nel frattempo chiaccheravamo, illustravo il luogo dove ci trovavamo, il contesto paesaggistico, il contesto sociale in cui la famiglia viveva; poi tutti a tavola dove continuavamo a parlare e veniva fuori così la realtà. Ripeto, sono molto orgogliosa di aver condotto questo reality, che aveva intenti positivi nel voler mostrare tante famiglie delle quali, pur comportandosi bene, nessuno parla».

D. Sig.ra Vaudetti, ha nostalgia della televisione del secolo passato?

R.«No. Mi piace stare al passo coi tempi. Sono molto curiosa. La televisione è un po’ lo specchio dei tempi in cui si vive. Bisogna sempre guardare avanti».

D. Sarebbe opportuno, secondo lei, ripristinare il servizio televisivo delle “Signorine buonasera”?

R. «Assolutamente no. Prima aveva un senso perchè era necessario spiegare alcune cose. Oggi abbiamo il telecomando che permette di passare da un canale all’altro. Ho sempre sostenuto che il telecomando è stato il “killer” delle annunciatrici. Prima i telespettatori per cambiare canale dovevano alzarsi dalla poltrona, spingere il bottone ed era un po’ noioso. Allora tutti aspettavano l’annunciatrice perchè illustrava quello che c’era sull’altro canale. Adesso facendo zapping si passa da un canale all’altro ed è molto più semplice».