Ogni appuntamento olimpico ci riserva sia aspettative che sorprese. Le Nazioni partecipanti aumentano ogni volta e questo è un bel segno di crescita culturale. Oggi è più difficile riuscire a primeggiare o addirittura a vincere, la concorrenza è ampia, tutto si evolve e lo Sport, ottimo indicatore di progresso, non resta indietro. Il rinvio di un anno dell’Olimpiade di Tokio è stato accolto con rassegnazione, visti i tempi, ma con la speranza di poter disputare i Giochi in sicurezza. È mancato il pubblico, quindi il sostegno a cui gli atleti fanno affidamento per esprimersi al meglio, ma non sono mancati i risultati tecnici, lo spettacolo è stato ricco e le riprese televisive, molto belle, ci hanno fatto vivere momenti indimenticabili. Le quaranta volte che l’Italia è salita sul podio rappresentano un record assoluto. Dieci ori, dieci argenti e venti bronzi sono stati un trionfo. C’è chi ritiene esagerata questa affermazione. Non c’è stato l’apporto al monte medaglie da parte degli Sport di Squadra con la palla, almeno di alcuni. Dovremo capirne il motivo, e già le prime analisi si stanno facendo. Sicuramente la bella vittoria all’Europeo di Calcio non compensa la delusione olimpica ma magari può insegnare a fare meglio. 

 

Cinque dei nostri dieci ori li ha vinti l’Atletica Leggera. Gli altri cinque, gli argenti e i bronzi si sono distribuiti equamente e con merito tra le varie discipline.

Dunque l’Atletica Leggera italiana è stata medagliata come non mai. Chi l’avrebbe mai detto? Ragazze e ragazzi sicuramente forti, in crescita, buona parte dei quali aspirava ad andare in finale, diversi presenti per fare esperienza, taluni in ripresa ma reduci da esiti da infortunio, tutti indistintamente che hanno dovuto, anche se assistiti, arrabattarsi ed ingegnarsi per dribblare la pandemia ed arrivare pronti all’appuntamento più importante della loro carriera sportiva. C’è poco da fare, sono stati davvero bravi. Ori a parte, tutti si sono comportati oltre le aspettative. La stampa, il sentire comune, addirittura lo stesso Presidente del CONI non nutrivano fiducia nei loro successi. I risultati invece hanno premiato,  insieme alla loro bravura, la lungimiranza, la competenza e l’ottimo lavoro dirigenziale, organizzativo e tecnico della Federazione di Atletica Leggera svolto negli ultimi anni sotto la guida del suo presidente Alfio Giomi a cui, negli ultimi mesi è subentrato Stefano Mei. A lui il compito di continuare sulla strada del suo predecessore.

Quello che più conta è augurarci che questi risultati facciano bene allo Sport italiano. Dovrà essere dato seguito ai successi di Jacobs nei 100 m e nella  Staffetta 4X100 con Patta, Desalu e Tortu, di Tamberi nell’Alto, di Palmisano e Stano nella 20 km di Marcia. Sarà impegnativo ma fondamentale per le successive conferme di tutto il movimento. Un’Atletica forte sostiene, sorregge e qualifica tutto lo Sport. La sua ampia gestualità arricchisce la motricità di tutti, è formativa, educa, intrododuce a qualunque atto motorio complesso e complicato. Non è mai controindicata.

Ci sarà sicuramente una forte richiesta di praticare l’Atletica Leggera, ce lo dobbiamo aspettare e farsi trovare pronti. Anche, e soprattutto la Scuola, luogo ideale per la diffusione, l’avviamento e la pratica sportiva di base, sarà determinante se crederà e sosterrà la cultura educativa e formativa dei nostri giovani studenti attraverso la promozione della conoscenza e della pratica dell’Atletica Leggera.