Sintetizzare in poche righe la carriera artistica del noto cantautore Aleandro Baldi non è poi tanto facile come si pensi.
Da metà dei memorabili anni Ottanta ci regala canzoni belle e cariche di significati profondi, sulle quali potremmo parlare a lungo; come potremmo parlare a lungo della sua vita pienamente attiva e ben descritta dal giornalista Marcello Lazzarini nel libro “Il sole dentro”.
Protagonista più volte anche del Festival di Sanremo, il nome di Aleandro Baldi figura pure in numerose iniziative di solidarietà.
In questo giorno importante, giorno del suo compleanno, abbiamo scambiato volentieri qualche parola con lui.

D. Aleandro Baldi, come è avvenuta la sua formazione artistica?
R. «Sin da bambino ho avuto sempre doti per la musica e una certa sensibilità».

D. Come giunse al Festival di Sanremo del 1986 con la canzone “La nave va”?
R. «Un produttore, Giancarlo Bigazzi, credeva in me. Mi classificai secondo nella sezione delle nuove proposte, appunto, con la canzone “La nave va”, della quale scrissi musica e parole».

D. Poi di nuovo al Festival di Sanremo nel 1989 con la canzone “E sia così”, che accompagnò con il pianoforte e che consacrò il suo talento musicale.
R. «Sì, abbastanza. Fu una canzone che scrissi insieme a Giancarlo Bigazzi».

D. Può raccontarci la vittoria storica e commovente del Festival 1992 nella sezione novità con Francesca Alotta con la canzone “Non amarmi”? Se l’aspettava?
R. «Uno non se l’aspetterebbe ovviamente. La canzone nacque da una storia che io avevo e dove avevo un po’ di reticenza e di timore a manifestare l’amore».

D. Cosa ha significato nella sua vita artistica quell’evento capace ancora oggi di destare emozioni?
R. «Fu una consapevolezza che se si lavora bene qualcosa succede».

D. Sempre sul palco dell’Ariston conseguì una vittoria storica, siamo nel 1994, nella sezione campioni con Passerà… accompagnato da un coro di notevole livello in cui figurava anche la cantante Laura Landi.
R. «Esatto. La canzone fu scritta da me, da Marco Falgiani e Giancarlo Bigazzi. Anche questa vittoria non me l’aspettavo. Uno le vittorie non se l’aspetta mai. La vittoria mia fu inaspettata, però fa parte del bello del Festival».

D. Poi ritornò al Festival di Sanremo nel 1996 in coppia con Marco Guerzoni.
«Sì, con la canzone “Soli al bar”, scritta insieme a Giancarlo Bigazzi».  

D. Sono poi susseguiti numerosi successi, canzoni ascoltate in più parti del mondo e incise anche in lingue estere, e vincite in competizioni canore importanti vero?
R. «Sì, ho vinto come Cantagiro e Un disco per l’estate con la canzone “Il sole” e ho compartecipato, anche se la canzone non era mia, alla vittoria di una edizione dello Zecchino d’oro».

D. Ha ricordato Marco Falagiani, Giancarlo Bigazzi…Tra i collaboratori delle sue canzoni a quale si sente maggiormente legato?
R. «A tutti loro».  

D. Ci parli un po’ di Aleandro Baldi di questi ultimi anni.
R. «Adesso stiamo realizzando un disco con altre persone, il singolo “Non mi serve niente” è già uscito e a settembre uscirà l’lp». 

D. “L’anno vecchio si senti come mille anni fa  e parti senza capire  quel dolore che cos’é  quella ruvida ferita che ogni uomo ha dentro sé quella favola infinita dei perché perché perché perché…” Sono parole di una sua canzone “Perchè” interpretata anche da Fausto Leali. Aleandro Baldi, si chiede dei perchè nella sua vita?
R. «È normale chiederseli. La canzone parla di uno che non se le chiede».

D. Anche la canzone “Ci vuole un attimo” è molto significativa, che, a nostro avviso, consente anche di apprezzare il bello della vita, non le sembra?
R. «Il bello e anche il brutto della vita. “Ci vuole un attimo” e “Perchè” sono canzoni che richiamano sempre l’attenzione a ciò che facciamo».

D. Non sono poche le canzoni che appartengono al suo pentagramma e che ricoprono un arco di tempo di quasi quarant’anni. Qual è la sua preferita?
R. «Quelle che dovranno ancora uscire fuori».