Diventare insegnante di ruolo è un percorso quasi impossibile tra governi che sono cambiati e concorsi che sono saltati ma diventare supplente a volte basta un diploma. Nel lontano 1991…mammamia sembra davvero lontano!!!…insomma in quell’anno mentre facevo l’animatrice presso la ex “colonia estiva delle ferrovie italiane” a Pian di Doccia, mi chiamò mamma Luciana con una bellissima notizia che attendevo con ansia: ero vincitrice del concorso per diventare una MAESTRA e il 1 di settembre mi sarei dovuta presentare al Provveditorato di Pistoia per scegliere la sede. Yeahaaaa!!! Quella sera in colonia festeggiammo di nascosto con la cocomerata nella mensa. Così il primo di settembre ero lì a Pistoia con gli altri vincitori di concorso, alcuni dei quali erano miei compagni di classe, oggi colleghi, ad aspettare il mio turno per entrare a scegliere quella che sarebbe diventata la mia prima sede di una lunga serie. Ce l’avevo fatta , finalmente ero una MAESTRA a tutti gli effetti o quasi…sì perché una cosa è studiare e l’altra è trovarsi di fronte ad una classe con degli sconosciuti a fare lezione per la prima volta della tua vita senza sbagliare, perché UNA MAESTRA NON PUÒ SBAGLIARE!!! Mi presentai alla scuola San Piero ad Agliana; la Dirigente mi fece conoscere la mia prima collega, Annarita: ero stata assegnata in quella classe, una quinta a tempo pieno, Annarita insegnava matematica e io avrei dovuto fare la parte delle discipline linguistiche, italiano, storia, geografia, musica e menomale la mia materia, educazione fisica. A dire il vero cercai di “contrattare” le materie assegnate con Annarita, perché sono una “MAESTRA a quadretti” e preferisco la matematica ma dovetti arrendermi. Inoltre Annarita fu incaricata di fare la mia tutor, perché il primo anno di entrata in ruolo ciascun insegnante deve superare un “esame” finale a conclusione della formazione, che allora si faceva con lezioni frontali tenute da insegnanti o dirigenti scolastiche, al termine della nostra giornata lavorativa, e che prevedeva la discussione di una relazione di fronte alla Dirigente con la presenza dell’insegnante tutor, che a sua volta leggeva la propria relazione sull’operato della neo insegnante. Beh insomma quella prova fu decisiva e la Dirigente, una signora tutta d’un pezzo, mi promosse al mio Ruolo a Tempo Indeterminato. Devo ammettere che l’inizio di quella classe quinta fu davvero pesante: era una scuola senza libro di testo ed ho avuto difficoltà ad impostare il lavoro settimanale di italiano e delle materie di studio. Ho riaperto i libri e mi sono ripassata tutte le regole della grammatica italiana, le capitali delle nazioni, le date delle guerre, perché una MAESTRA NON PUÒ SBAGLIARE! È stato difficile anche rapportarsi con i bambini, già grandicelli, con i loro caratterino, le diverse provenienze etniche, diverse forme di educazione anche religiose, è stato difficile ottenere da loro rispetto ed attenzione , trovare delle strategie per svolgere le lezioni e far sì che tutto fosse in regola, perché controllata dalla collega/tutor piuttosto severa. È stato difficile anche instaurare con lei un buon rapporto di convivenza ma, dopo tanti pianti da sola a casa, riuscii a coinvolgere Annarita e i ragazzi con la musica e lo sport, le mie passioni: facemmo due spettacoli, uno a Natale e uno a fine anno scolastico e in più partecipammo a due concorsi, uno con la stesura di un giornalino di classe e l’altro con un burattino gigante di Pinocchio a Collodi, rimasto esposto per diversi anni; per ognuno ricevemmo un premio speciale per l’originalità del lavoro. Quello fu l’inizio il resto è storia fino ad oggi. Con tutto questo ho voluto raccontare un pezzetto del mio ingresso a scuola solo per mettere in evidenza quante difficoltà incontra una persona la prima volta che entra in una classe, sia essa una neo immessa in seguito ad un concorso sia una supplente. Senza considerare che oggi, con le problematiche burocratiche che investono il mondo della scuola, non ci sono più docenti con “la licenza” da mettere in cattedra e vengono chiamati a raccolta nuove leve. Questo anno scolastico sono entrati nelle classi a far lezione circa 20mila neolaureati, come ero io, o diplomati senza esperienza. Possono farlo grazie alla procedura della Mad, la messa a disposizione: nella scuola italiana è infatti possibile candidarsi per insegnare, in qualunque istituto, presentando i propri titoli anche senza laurea, con la speranza di essere convocati. Migliaia di aspiranti insegnanti scendono quindi in campo: c’è chi si propone con la passione per l’insegnamento e l’ambizione di diventare docente a tutti gli effetti ma c’è anche chi lo fa con la speranza di trovare un lavoro saltuario. Tutti, comunque, porteranno avanti l’anno scolastico, in un modo o nell’altro. E proprio per questo stanno diventando necessari. Qual è la procedura per convocare un docente tramite la messa a disposizione? Quando un preside non ha più supplenti da chiamare, per coprire una cattedra vacante prima si cercano i docenti disponibili dalle graduatorie ad esaurimento e da quelle di merito degli ultimi concorsi e poi, quando non ci sono più nominativi disponibili, si passa alle graduatorie di istituto. Nel caso dovessero essere vuote anche quelle, si convoca tra i nominati della messa a disposizione, le Mad. A volte capita che viene convocata una persona che, nell’attesa di essere chiamata, sta svolgendo un’altra professione; ed ecco arrivare impiegati in azienda, assicuratori, avvocati, massaggiatori e altro ancora. È vero queste persone non sono sicuramente preparate e una volta che vengono catapultate nella scuola non sempre si rimboccano le maniche per cercare di fare del loro meglio, a scapito degli alunni. Questa procedura di immissione non dovrebbe attivarsi di frequente, invece accade sempre più spesso. Praticamente quella che doveva essere un’eccezione, sta diventando una risorsa per la scuola pubblica. Quindi che dire…cari Ministri, quando valutate e prendete decisioni sull’argomento SCUOLA considerate che abbiamo a che fare con materiale umano non con ricambi di auto, e che quel materiale rappresenta il nostro futuro. Fate attenzione , maneggiate con cura decreti, leggi e circolari perché state decidendo per la loro vita didattica, familiare, sportiva, nella gestione del tempo libero, nel…….