Abbandonata nel silenzio che mi circonda socchiudo gli occhi per iniziare a viaggiare… senza meta, senza tempo, senza spazio…

L’aria è dolcemente tiepida, il fruscio delle dita allungate delle palme si confonde col profumo di terra e piante e con quello della spiaggia che tutto ad un tratto compare difronte a me…là dove candida sabbia leggera incontra la foresta c’è una distesa disabitata e la brezza marina che mi scompiglia i capelli mentre affascinata mi perdo in quel mare color carta da zucchero…. si sprofonda sulla sabbia inumidita dalla marea notturna e ci si può quasi specchiare su quella lingua fatta da una bassa rete di scogli  che fa da confine tra la fine polvere e le acque ferme imprigionate lontano dal loro mare che si è ritirato….. una sensazione di pace infinita mi colma il cuore e così in un battito di ciglia non sono più ai confini del daintree forest australiano ma in una riserva indiana in america, ed è l’ora del tramonto, l’ora in cui il sole pur diminuendo d’intensità incendia di rosso e arancio la terra scolpita dall’acqua e davanti a me, in una valle completamente deserta ed “aranciata”, si stagliano monoliti dalle forme possenti che come silenziosi giganti sembrano narrare le storie dei saggi abitanti di quelle terre così meravigliose….diversa latitudine, diversa stagione, diversa ora ma stessa sensazione di infinito…..e allora quel rosso brillante  mi fa tuffare nell’oceano, tra magnifici coralli accerchiati da piccoli pesci multicolore che con grazia e delicatezza sbocconcellano invisibili prede attorno a quelle scolture ramificate che sorgono dagli abissi silenziosi… e il silenzio mi porta di galleria in galleria, di quadro in quadro, dagli iris sgargianti di Van Gogh alla forza dell’orrore della Medusa decapitata sullo “scudo” di Caravaggio, alle dolci movenze delle leggere ballerine in blu di  Degas per finire con la dolcezza della ragazza che legge di Renoir…e sono su un traghetto che attraversa il canale su cui si affacciano i più bei palazzi mai costruiti sulle acque, come elaborati pizzi e merletti le facciate lucenti di palazzo Ducale illuminano la città di Venezia…. Firenze  invece pare stringere tra le proprie case i doni del passato, attraverso la piazza del duomo e lasciandomi alle spalle il Battistero di S. Giovanni devo alzare gli occhi al cielo per rimanere estasiata dallo splendore dei marmi verdi, rosa e candidi della Cattedrale di S. Maria del fiore che si staglia verso il cielo imponente nella sua bellezza….quante meraviglie ancora, naturali o frutto dell’ingegno e dell’arte umana mi accompagneranno come fedeli compagni di viaggio attraversando il mondo?! Infinite sensazioni, infiniti viaggi ci attengono con la fantasia, le memorie e tutto ciò che da sempre ci circonda, allora cosa aspettare? Socchiudiamo gli occhi e partiamo…