Lo sviluppo industriale ed agricolo che si è avuto in città nei secoli XVIII e XIX è stato favorito dalle condizioni orografiche del territorio: i numerosi torrenti, affluenti del Pescia di Pescia e del Pescia di Collodi, rendevano disponibili enormi quantità di acqua da utilizzare come forza motrice per gli opifici.

Dal 1600 in poi nelle valli dei due fiumi Pescia sono sorti decine e decine di fabbriche: cartiere, concerie, ferriere, filande, vetrerie e fornaci si sono affiancati ai mulini e ai frantoi già esistenti sin dal 1300.

Si pensi che nel 1879 erano censite 46 cartiere lungo il Pescia di Pescia con oltre 500 operai, mentre 60 cartiere si trovavano lungo il Pescia di Collodi. Le concerie erano 5 con 85 addetti, le filande erano 14 e davano lavoro a 540 operai. Vi erano poi 12 fabbriche di cappelli con 106 addetti e tante altre piccole aziende con le più varie produzioni. Non potevano quindi mancare le banche che, a inizio 1900, a Pescia erano 5, tra cui una succursale della Banca d’Italia.

 Il tessuto economico e produttivo era quindi molto vivace; si svolgevano i mercati, le botteghe degli artigiani e dei commercianti erano numerose e le vie di comunicazione, pedonali e barrocciabili, erano al massimo dello sviluppo, quindi molte persone giungevano in città dove trovavano locande e servizi per i cavalli.

Il numero degli abitanti nel 1872 era infatti salito a oltre 13000, rispetto ai 4000 del 1632, anche perché, in conseguenza delle agevolazioni fiscali previste dal 1700, molte famiglie facoltose si trasferivano a Pescia impegnando i propri capitali e la propria esperienza imprenditoriale.

Tra le più importanti gli Ansaldi e i Magnani, industriali della carta, poi gli Scoti e i Cappelletti, industriali della seta, quindi i Della Barba, i Marchi, i Puccinelli ed altri. Inoltre i Magnani nel 1848 finanziarono la costruzione della linea ferroviaria Lucca-Firenze e della stazione di Pescia, incrementando così gli utili delle fabbriche che videro ridurre i costi di trasporto.

La favorevole situazione economico-produttiva portò ad identificare alcune zone della città in base alle attività lavorative che vi si svolgevano o al prodotto che vi si commercializzava; ecco una lista di strade e piazze (alcuni di questi nomi sono presenti ancora ai giorni nostri):

  • Piazza del Grano o Piazza del Mercato (nei primi decenni del 900 vi si teneva il mercato dei fiori, poi un mercato ortofrutticolo; nel 1936 è stata realizzata la copertura della piazza, in seguito rimossa)
  • Piazza del Pesce (sede di un mercato ittico)
  • Via del Diaccio
  • Quartiere della Ferraia (sin dai tempi della fondazione della città qui veniva svolta l’arte del ferro battuto; si realizzavano opere artistiche per le edicole dei santi e si producevano armi o chiodi)
  • Colle dei Fabbri (anche sul colle che sovrastava la zona delle Capanne si praticava l’arte del ferro)
  • Via dei Vetturali, un tempo strada del Fiore
  • Via de Le Tiratoie, oggi Via Ricasoli (il tiratoio era una macchina utilizzata nell’industria tessile)
  • Piazza de Le Tiratoie (ora Piazza XX Settembre)
  • Via dei Forni (vi si trovavano forni a legna)
  • Via dell’Acido (nei pressi del fosso Bareglia si trovavano diverse aziende, la Del Magro, la Gran Filanda, la conceria Riccioni, che utilizzavano acidi nei loro cicli produttivi)
  • Via della Coiaria, oggi Via Santa Maria (vi avevano sede le concerie, denominate all’epoca “galigherie”; nel 1560 erano 4 in via della Coiaria, tutte di proprietà della famiglia Guerra-Galeffi)
  • Piazza Grande, poi Piazza Vittorio Emanuele, oggi Piazza Mazzini, conosciuta dai pesciatini come Piazza del Mercato
  • Piazza della Legna, oggi Piazza Obizzi (vi si vendeva la legna)
  • Via degli Orti
  • Via del Pozzetto (vi era un piccolo pozzo collegato alla gora per prendere l’acqua necessaria all’uso domestico e lavorativo)
  • Piazzetta del Moro (il Moro era un mugnaio e il suo mulino era vicino alla Porta della Montagna)
  • Canto del Simi (Antonio Simi, proprietario della casa sovrastante il cantino, possedeva anche un mulino sull’argine destro del fiume, lungo la gora di ponente, poco oltre il ponte di San Francesco)
  • Vicolo delle Conce (erano presenti diverse conce)