Home CARLO PELLEGRINI Paolo Giani: “Proietti, artista poliedrico” | intervista di Carlo Pellegrini

Paolo Giani: “Proietti, artista poliedrico” | intervista di Carlo Pellegrini

«Gigi Proietti è stato un artista poliedrico». Lo conferma il giornalista televisivo Paolo Giani per oltre quarant’anni volto celebre di RAI 1 che in questa intervista ben delinea l’attore romano recentemente scomparso.

D.Cosa può dirci di Gigi Proietti?
R.Di Gigi Proietti si può dire, semplicemente ma esaustivamente, che sia stato uno dei più grandi artisti del panorama italiano, a livello degli altri grandi nomi che tutti conosciamo. E la sua bravura ha valicato i confini nazionali, rendendolo un artista conosciuto, amato e apprezzato anche all’estero.

D.A suo avviso, qual è stata la sua caratteristica più importante?

R.La caratteristica più importante di Gigi Proietti è stato il magnetismo e il contatto che ha saputo creare con il pubblico. La gente si è subito affezionata a lui, e questa vicinanza con il grande pubblico è cresciuta sempre più, rendendolo uno degli artisti più amati da tante persone. Insomma, Gigi Proietti ha potuto godere di una grande e sincera simpatia da parte di tutti, anche fuori da Roma. Nonostante sia stato una “maschera” tipicamente romana, nonostante la sua romanità così spiccata, abbiamo visto tanta gente non romana sbellicarsi dalle risate durante i suoi spettacoli, i suoi film, le sue innumerevoli apparizioni in televisione.

D.Artisticamente parlando, cosa apprezzava di più di Gigi Proietti?

R.Di Proietti ammiravo soprattutto il genio naturale che c’era in lui, la sua capacità di coinvolgere le persone, l’arte sopraffina di saper strappare sempre una risata. Ma non va dimenticato il Proietti “più serio”, non solo il mattatore dei palcoscenici, quello che amava profondamente ogni branca del teatro, il grande studioso, e il suo impegno anche manageriale in favore di questa celebre arte. Un’altra cosa che apprezzavo in Gigi Proietti -e qui forse l’arte non c’entra molto- era il fatto che era un grande tifoso della Roma: per la maggioranza dei veri romani questa era una grande dote…

D.In definitiva, nel leggere la biografia di Gigi Proietti, secondo lei, cosa incontriamo?

R.Leggendo la biografia di Gigi Proietti ci troviamo di fronte ad una grande poliedricità. Proietti è stato un vero mattatore, capace di cimentarsi in tante cose. Attore di teatro, attore cinematografico, scrittore, poeta, autore, doppiatore, direttore, organizzatore, gran barzellettiere… chi più ne ha più ne metta. Con la sua arte, con le sue battute e le sue maschere ha saputo mettere in luce molti aspetti della nostra società. Insomma, Proietti ha saputo fare -e bene- tante cose, a partire dall’essere un vero e proprio mattatore in lunghi ed entusiasmanti ed esilaranti spettacoli teatrali da “one show man”, cosa che voleva dire avere delle grandi doti fuori dal comune.

D.Può raccontarci un aneddoto su Gigi Proietti?

R.Di aneddoti su Gigi Proietti ne girano tantissimi. Per citarne uno solo si può ricordare un episodio legato proprio agli inizi, agli albori della sua lunga e fantastica carriera. Pochi sanno che la prima esibizione in assoluto sul palcoscenico da parte di Gigi Proietti è avvenuta con un ….tutù. Si trattava di un piccolo spettacolo scolastico: Gigi e i suoi compagni di classe erano impegnati in una rappresentazione -mi pare si trattasse del celebre “Lago dei cigni”- e il giovanissimo Proietti fu costretto a mettersi proprio un tutù, legato sulla schiena con uno spago da pacchi. Anche da questo piccolo episodio si poteva vedere la poliedricità del futuro mattatore, e gli albori di quella che sarebbe diventata una carriera eccezionale.