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Il grande terremoto del 1980. Vignola “la casa tremava…” | intervista di Carlo Pellegrini

Il grande terremoto del 1980. Vignola “la casa tremava…” | intervista di Carlo Pellegrini

23 novembre 1980: l’Irpinia e parte della Basilicata settentrionale furono colpite dal terremolto che costò la vita ad oltre 2900 persone. Dopo il terremoto del Friuli del 1976 l’Italia fu ancora avvolta nel dolore.

Ne abbiamo parlato con Beniamino Vignola, all’epoca calciatore dell’Avellino Calcio e considerato ancora oggi tra i calciatori più noti e più affermati degli anni Ottanta, avendo indossato anche le maglie di Verona, Juventus, Empoli e Mantova.

 

D.Brevemente può raccontarci quella domenica del 23 novembre 1980?
R.Mi sembra impossibile che siano già passati 40 anni! Il ricordo è sempre indelebile perchè non è stata una avventura tanto simpatica… Avevamo giocato nel pomeriggio contro l’Ascoli e avevamo vinto 4 a 2; mi trovavo da amici, in radio, in un palazzo al quarto piano, e stavamo guardando al televisore la partita Juventus-Inter. A quel tempo facevano vedere un tempo della partita più importante della domenica. Poi è successo quello che è successo… un terremoto incredibile…

D.Come visse quella tragedia?
R.E’ un avvenimento al quale non siamo mai preparati. Io ero andato ad Avellino per giocare in serie A e il calcio era la cosa più importante; trovarmi in una situazione del genere fu veramente un dramma. La fortuna di noi calciatori dell’ Avellino fu quella di avere due trasferte di fila, una a Pistoia con la Pistoiese e una ad Udine con l’Udinese, e la società, il martedì successivo, pensò bene di inviarci a Montecatini Terme in ritiro. Quindi siamo stati fuori due settimane che furono quelle più impegnative per la città e per la Campania. Poi siamo ritornati e non era passato tutto. Anzi, i segni ci sono ancora oggi dopo 40 anni. Il terremoto fu un episodio traumatico, al quale provammo tutti a reagire. Noi calciatori trovammo le energie importanti per conseguire una salvezza insperata.

D.E come, invece, venne vissuta dai suoi colleghi calciatori?
R.Noi iniziammo quel campionato con cinque punti di penalizzazione e per una squadra di provincia come l’Avellino poteva sembrare una impresa salvarsi in un campionato di serie A a 30 giornate. Il terremoto poteva rappresentare un ulteriore segno di difficoltà che si abbatteva sulla nostra squadra. Invece il terremoto rafforzò la nostra sintonia con la città. Ci unimmo in modo importante e il nostro livello di gioco crebbe l’intensità. La gente trovava qualche sollievo e qualche ora di gioia la domenica a venire allo stadio a vederci e così divenne un anno veramente importante per il calcio di Avellino.

D.Da quel 23 novembre 1980 cosa è cambiato in Irpinia?
R.Ci sono ritornato dopo tanti anni dal terremoto. E’ stato un ritorno bello perchè ho rivisto tanti amici. Tre anni fa ci fu una rimpatriata tra amici, tutti gli ex giocatori dell’Avellino: ci ritrovammo proprio il 18 gennaio 2017, giorno in cui si verificò la valanga dell’Hotel Rigopiano in Abruzzo. Noi in Irpinia non avemmo nessuna percezione del disastro ed io venni a conoscenza della notizia per strada, in macchina. Ad Avellino vidi una città completamente diversa, anche se portava segni di quel terremoto. Qualche edificio era ancora puntellato… ma ho rivisto una città diversa.

D.Quale significato produsse quel terremoto nella sua attività calcistica?
R.Poteva essere un segnale destabilizzante e poteva scoraggiare. Le partire che seguirono, di domenica in domenica, davano dei segnali incoraggianti e molto belli. Dal punto di vista calcistico fu un anno esaltante perchè ci salvammo ad una giornata dal termine del campionato, pur dovendo scontare, come ripeto, cinque punti di penalizzazione. Per me fu un anno importante e fui anche protagonista insieme ad altri giocatori dell’Avellino, che poi si sono rivelati importanti nel calcio italiano come Stefano Tacconi, Luciano Favero, Juary, Antonino Criscimanni…

D.Quarant’anni dopo quella sciagura, quali ricordi ancora oggi suscita?
R.Sono passati 40 anni ed è difficile dimenticare questi episodi. Sono ricordi che rimangono indelebili. Quando si è vericato il terremoto nell’Emilia nel 2012 (quello dell’Irpinia fu molto più forte), per me è stato come il riaprirsi di una ferita che si era rimarginata dopo tanti anni. Mi ha riportato alla mente vecchi e tristi ricordi, facendo subentrare la paura. Forse una paura diversa perchè il fatto di esserci già passati ti fa sentire più preparato ad affrontarla. Comunque il ricordo del terremoto dell’Irpinia rimarrà sempre incancellabile nel mio cuore. Giunsero molti aiuti da tutte le parti d’Italia. Fu un terremoto dalle dimensioni incredibili. Non c’erano i social e io feci molta fatica a comunicare con la mia famiglia. Ci riuscii tramite mio suocero, che aveva una azienda a Napoli. Ma riparlai con la mia famiglia solo il martedì successivo, da Montecatini Terme. L’immagine più terrificante di quel terremoto la colsi quando uscii per strada perchè la casa tremava e vidi già le macerie e quello che stava succedendo… Non ero abituato a vedere una scena del genere… Non puoi dimenticare…