Sempre.

Ti svegli, ti alzi e ancora assonnato vai in salotto; lo trovi pieno di piume d’oca, bianche, candide, che svolazzano allegramente nell’aria, frutto probabilmente di un assalto vigliacco sferrato nottetempo a un povero e indifeso cuscino che ha ormai reso l’anima al creatore. Le guardi, quelle penne che si muovono al minimo tuo respiro, e sai benissimo che ci sono fenomeni fisici che non si possono spiegare; però ti chiedi lo stesso come facevano a stare tutte e diecimila in quella federa sessanta per quaranta. E ora non resta che capire come sia successa quella tragedia. Sì, perché di vera e propria tragedia si tratta, anche se molti non lo capiranno e faranno i soliti discorsi da moralisti tipo “Sì! Allora te le disgrazie vere ‘un l’hai mai viste!”

“L’HO VISTE, SI’, LE DISGRAZIE VERE! MA AL FATTO CHE MI SONO APPENA ALZATO CI AVETE PENSATO? E CHE LE DEVO PRENDERE E PORTARE TUTTE VIA E CHE CON LA DIFFERENZIATA ‘UN SO DOVE METTILE ‘UN VI VIENE IN MENTE? E CHE PROBABILMENTE CONTINUERO’ A TROVA’ DI PENNE BIANCHE SPARSE PER LA CASA PER I PROSSIMI TRE ANNI ‘UN RIUSCITE A CAPIRLO?”

Ma arrabbiarsi non serve a nulla. Lì, davanti a te, ci sono due probabili cause di cotanta disgrazia.

Penelope e Kira.

Il gatto e il cane. Anzi, la gatta e la cana. Tutte femmine in famiglia, che culo, eh?

E tutte e due dormono: o almeno credo.

Penelope è tutta raggomitolata su se stessa e tiene il musetto sulla zampina; sembra che dorma, ma ad un più attento esame vedi che ha un occhino pio, il famoso occhino che vede ma non guarda…che sia stata lei?

Kira invece stamani mi ha sorpreso, perché di solito appena mi alzo me la trovo tra i piedi con quella sua dannatissima pallina che più di una volta ha attentato alla mia vita, infilandosi subdolamente sotto le mie ciabatte mentre sto camminando. Invece stamani Kira è lì, sul tappeto accanto al gatto, e sembra intenzionata a dormire. E a non darmi confidenza. Che sia stata la cana?

 

E intanto le penne continuano a volare per la stanza.

Sotto il divano c’è anche la federa, poveretta, ormai inutilizzabile, ridotta in uno stato che grida vendetta al cielo. Ma lo scoprirò il colpevole. Giuro che lo scoprirò.

Prendo la federa e la sventolo davanti ai due sospettati, ma senza risultati apprezzabili: appena uno sguardo che sembra tanto di commiserazione da tutte e due le bestie. Pura indifferenza.

 

Eppure qualcuno si dovrebbe sentire in colpa.

Dopo un po’ comincio a capire: non lo scoprirò mai. Sicuramente faranno di tutto per dimostrare la propria innocenza, ma siccome lo sanno benissimo che l’assassino è di uno delle due, saranno anche pronte a mentire e gettarsi addosso la colpa vicendevolmente.

E mentre inizi la vendemmia delle penne e le raccogli in un sacco, pensi che al mondo nessuno vuole le colpe, e tantomeno i politici.

E siccome hai una mente fertile, costruita apposta per scrivere mezze verità travestite da mezze cazzate, cominci a realizzare che forse CdC vuol dire “Come da Copione”, e per associazione di idee con la mente ti trasferisci immediatamente in teatro; ma non quello vero, quello delle Marionette, che è più consono agli avvenimenti che ti stanno girando attorno, a te e ad altre più o meno ventimila persone.

 

E ricordi quei famosi versi dell’Ariosto che introducevano battaglie, bastonate e amore.

“Le donne, i cavalier, l’arme e l’amori, le cortesie l’audaci imprese io canto…” e subito ti s’avvicina l’Orlando, e lì accanto si materializza Angelica.

E allora avrai un moto di sorpresa nello scoprire che quando i manovratori di fili siciliani (sono i più bravi) mettono in scena L’Orlando Furioso nel loro teatro dei Pupi, non assisterai a pacche sulle spalle, ma solo a bastonate e duelli  a fil di spada; e quando Orlando diventa furioso perché il suo senno è andato sulla luna, resterai sconcertato di scoprire che non c’è andato in macchina, perché sarebbe costato troppo; e nemmeno il trentun giugno, perché i benzinai sono serrati; anzi, forse c’è andato a cavallo del suo Morellino dalla folta criniera, che consuma poco e trotta molto.

Scoprirai anche non senza rammarico che l’Orlando vuol vendere mezza servitù della casa di Ariosto per ripianare il debito…eh sì, perché la CdC (Come da Copione) impone che la commedia segua un canovaccio logico, e non sono ammesse improvvisazioni; e non importa se sei stato sulla luna, non importa se hai dato bastonate a destra e a manca; e importa poco pure se hai promesso a Rinaldo che gliela avresti fatta pagare, e invece devi frugar in tasca ai tuoi sudditi perché vuol essere pagato lui…

E sai perché non importa? Perché tanto la colpa è sempre di qualcun altro.
Di quelli di prima.
La colpa è sempre di quelli prima.

E io sono ancora qui che raccatto penne e le infilo in un sacco…con la gatta e la cana che mi guardano tranquille tranquille, sonnecchiando beatamente in questa piovosa mattinata Pesciatina.