L’ex ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, aveva già parlato di questa eventualità prima di Natale: “Sono le Regioni ad essere competenti sul calendario scolastico. È possibile allungare il calendario se si sono perse delle lezioni. Ovviamente dobbiamo considerare che le scuole non si possono tenere aperte. Si può quindi pensare a giugno”.

 

Allora qui la domanda da parte di noi docenti, diretti interessati, sorge spontanea: QUANDO ABBIAMO PERSO DELLE LEZIONI??? Ho già affrontato, in uno degli articoli precedenti, l’argomento DAD ovvero, DIDATTICA A DISTANZA, che ci ha catapultato dallo scorso lockdown, nel mondo virtuale, trovandoci inesperti alcuni in programmi, meet, collegamenti, jamboard, classroom, moduli google, chat, calendar, drive,…e chi più ne ha più ne metta. Sì lo so che noi insegnanti dobbiamo avere una laurea in TUTTOLOGIA, ma ammetto che organizzare lezioni online anche solo per un’ora al giorno, cercando di rendere la lezione interessante e accattivante per poter spiegare le equivalenze senza annoiare nessuno e in modo che tutti capissero, non è stato facile, soprattutto con i bambini con difficoltà, bisognosi di contatto fisico e sguardo rassicurante RAVVICINATO…quindi puntualizziamo che NOI NON ABBIAMO PERSO NESSUNA LEZIONE: quel giovedì di marzo 2020 che è stato l’ultimo giorno di lezione, ci ha trovati impreparati ma non ci ha fermato e così, già la settimana successiva, eravamo collegati con i nostri alunni, inviavamo compiti da fare e controllavamo quelli fatti con correzioni appropriate fatte in diverse modalità, cercando di organizzarsi nel migliore dei modi e di non abbandonare i nostri ragazzi.

 

Noi non abbiamo perso tempo anche se non è stato semplice. Ecco perché noi docenti siamo contrari a prolungare il calendario scolastico fino al 30 giugno o più; ecco alcuni commenti letti su Orizzonte Scuola: “Recuperare a giugno-luglio, oltre che essere impossibile per le tempistiche di esami di maturità e test d’ammissione all’università, equivarrebbe a dire che in questi mesi abbiamo scherzato. Che i nostri sforzi non sono serviti a niente e che siamo stati davanti a un PC per tutte le ore di lezione (e oltre) inutilmente. Se si vuole recuperare, allora non si fa nulla né DAD, né attività asincrone. Riposo“. O ancora: “Non abbiamo nulla da recuperare: si fa lezione ogni giorno per 6/7 ore in DDI e a giugno iniziano gli esami di maturità! La calura è talmente alta, che gli orali si svolgono in un’agonia senza fine!”…ed è vero, purtroppo! Uno dei punti illustrati dal presidente incaricato Mario Draghi, durante le consultazioni, riguarda proprio il prolungamento del calendario scolastico oltre i termini previsti, probabilmente fino a luglio.

 

Ma facciamo un attimo il punto della situazione: “Le scuole dell’infanzia e del I° ciclo hanno ripreso le attività in presenza dal mese di settembre più o meno regolarmente in tutto il Paese e le scuole secondarie di secondo grado hanno proseguito l’attività didattica, pur in buona parte a distanza, con impegno, dedizione e senza risparmio di energie da parte di docenti e alunni”, si legge ancora su Orizzonte Scuola, “In tutti i casi l’offerta formativa è stata garantita nel corso dei mesi dalla FATICA QUOTIDIANA di tutto il personale scolastico che si è cimentato, con MODALITÀ INNOVATIVE, nella riconversione immediata della garanzia del diritto all’istruzione”. Da insegnante trovo inutile protrarre le lezioni solo di un paio di settimane. A parte le difficoltà oggettive che comporterebbe, sia da un punto di vista organizzativo con gli esami di fine ciclo, sia da un punto di vista climatico, con edifici scolastici perlopiù inadeguati, un tale provvedimento si rivelerebbe inefficace rispetto al recupero degli apprendimenti da parte degli alunni. Piuttosto, sarebbe forse più adeguato finanziare “corsi di recupero individuali” per gli studenti rimasti realmente indietro.

 

Nell’anno scolastico precedente, ai Dirigenti di ogni ordine di scuola, in relazione all’adozione del DPCM-8-marzo-2020, è stato imposto di fare ricorso all’attività didattica a distanza (DAD) per sopperire alla sospensione delle lezioni frontali, fino al termine dello stato emergenziale da Coronavirus. Quindi la didattica a distanza è stata regolarizzata ufficialmente e, per questo, va considerata alla pari delle lezioni in presenza”. Ecco perché se affermiamo che l’anno scolastico deve proseguire, prevedendo attività pomeridiane o da svolgersi nel periodo estivo, si dà per scontato che nulla fino ad oggi sia stato fatto, annullando con un colpo di spugna tutto il lavoro di mesi e diamo la sensazione, alle famiglie e agli alunni, che quanto fino ad ora è stato costruito insieme, non rappresenti nulla…anzi, sia stata una semplice perdita di tempo.

 

I docenti, con spirito di sacrificio e quasi pionieristico, hanno creato classi virtuali in cui gli alunni, seppur a distanza, hanno potuto continuare il dialogo educativo e hanno sentito di non essere soli, hanno avuto l’opportunità di confrontarsi con docenti e compagni su quanto stava accadendo, riuscendo così a metabolizzare la difficile realtà che stavano vivendo. Caro Nuovo Presidente del Consiglio, la sua idea del prolungamento del calendario scolastico trova contrari sindacati, presidi e studenti, incontra il favore di alcune forze politiche, che peraltro, non frequentano i corridoi della scuola , nè l’altra parte dello schermo della DAD. Anche il presidente dell’Associazione nazionale presidi Antonello Giannelli afferma: “Se abbiamo gli esami che si stanno svolgendo da metà giugno, è molto difficile riuscire ad andare a scuola in quel periodo anche per le altre classi. Qualche giorno in più si può anche fare ma non credo risolva il problema, mi sembra difficile andare oltre le due settimane in più che comunque non cambiano la vita”.

 

RICAPITOLIAMO: la scuola non è mai stata chiusa. Nelle scuole si lavora ogni giorno, tra mille difficoltà che non dipendono dal personale docente o da altri. Le attività programmate sono valide e vengono proposte sulla base di decisioni collegiali, le stesse sono state valutate secondo i criteri fissati dai collegio dei docenti, in base alle direttive ministeriali. È inopportuno lanciare idee di recupero delle attività in modo indistinto. Ci sono regioni, località territoriali e ordini di scuola dove non ci sono state interruzioni massive. Il personale in quarantena sta continuando l’attività didattica a distanza egregiamente. Signor Draghi rivenda i banchi con le ruote e con quei soldi porti migliorie nelle scuole che ne hanno bisogno, assicurando per settembre prossimo un inizio migliore e che sia tutto pronto al momento giusto. PUNTO E BASTA!