Dal 23 aprile 1996 l’UNESCO celebra ufficialmente la Giornata del libro e del diritto d’autore. La scelta di questo giorno è perché, in questa stessa data, nel 1616, morivano tre autori fondamentali come Miguel de Cervantes, William Shakespeare e Garcilaso de la Vega. In Spagna, dove si festeggia questa ricorrenza già dall’inizio del Novecento, sotto il nome di festa di San Giorgio, la passione per i libri si è unita ad una dolce tradizione: infatti, nella “Giornata del libro e delle rose”, l’usanza vuole che le donne ne ricevano una in dono e tutti i librai ne regalino una per ogni libro acquistato.

Questa giornata, che rende omaggio a libri e autori in tutto il mondo, oltre a quelli di origine  spagnola, è stata creata anche per incoraggiare l’accesso ai libri a quante più persone possibili. Al di là dei confini fisici, “il libro rappresenta la più bella invenzione della condivisione di idee e incarna un potente strumento per combattere la povertà e costruire una pace duratura”. Ecco una buona opportunità per porre l’attenzione sulle abitudini di lettura degli studenti italiani (ma credo si possa estendere anche ai paesi oltre confine) e sui metodi CARTACEI o DIGITALI che utilizzano per farlo. “Ti ho comprato questi libri così leggi un pò“, diceva mamma Luciana…eh sì ricordo ancora quando la mamma ci comprava i LIBRI DA LEGGERE, soprattutto nel periodo in cui alla scuola media, per motivi di salute , fui costretta a trascorrere il secondo quadrimestre a casa nel letto, in attesa della guarigione, con accanto la montagna di libri proprio lì sul comodino, acquistati per riempire le mie giornate tutte uguali: da “Pollyanna” a “Piccole donne” e “Piccole donne crescono“, “I ragazzi di Jo” e altri…era il nostro divertimento, non c’erano i collegamenti su Duo con le amiche e nemmeno Netflix per la serie televisiva in voga del momento…tutto era più semplice e meno frenetico e noi ragazzi trovavamo sempre qualcosa da fare, specialmente nel laboratorio di falegnameria del nonno Bruno, detto “pratino” da noi nipoti per il taglio corto dei suoi capelli che li faceva stare ritti come tanti stuzzicadenti, ma questo è un altro articolo…

Ma i ragazzi oggi leggono? Il bambino nasce con una grande propensione all’ascolto; ancora prima di venire al mondo infatti, dimostra di riconoscere la voce soprattutto quella della mamma, e possiede una propria sensibilità all’informazione. Ecco perché la lettura ad alta voce influenza positivamente lo sviluppo della personalità del bambino, dal piano emotivo a quello relazionale, cognitivo, linguistico e culturale. Prima di diventare mamma, mi ero formata una piccola biblioteca in casa acquistando libri da leggere ai miei figli, e continuai a farlo , trovandone alcuni che davano la possibilità di introdurre, tra i personaggi, anche il nome dei bimbi, che ho letto poi ogni sera per farli addormentare, alternando la lettura al canto, ma anche questo è un altro articolo…in casa sono passati tanti generi di libri relativi alle diverse tappe della crescita di Matilde e Simone, dai libri sonori, a quelli legati ad una esplorazione tattile, ai libri con le immagini realizzate con diversi stili, ai personaggi reali o fantastici.

Consideriamo i diversi punti di vista della LETTURA DI UN LIBRO. Emotivo: la lettura porta il lettore a dare un nome alle emozioni dei protagonisti e , di conseguenza, alle proprie. Questo gli permetterà di riconoscerle e di avere meno paure. Relazionale: attraverso le emozioni e le azioni dei protagonisti, il bambino diventa empatico, cioè capace di comprendere ciò che gli altri provano e questo è alla base di qualsiasi relazione umana. Cognitivo: la lettura sviluppa la creatività, la memoria e le capacità logiche. Ecco che il lettore si mette nei panni del protagonista , vivendo un racconto nel racconto, preparandosi così ad affrontare la vita e a muoversi nella realtà. Linguistico/culturale: La lettura stimola lo sviluppo del linguaggio e l’organizzazione del pensiero,  necessari per la comunicazione e per la conoscenza. Lo stesso Gianni Rodari, di cui lo scorso anno si festeggiarono i cento anni della sua nascita, diceva che “La mente è una sola. La sua creatività va coltivata in tutte le direzioni. L’immaginazione del bambino stimolata ad inventare parole , applicherà i suoi strumenti su tutti i tratti dell’esperienza. La realtà non va mai accettata passivamente”.

E del “topo con gli occhiali ne vogliamo parlare? Per anni , nel mese di maggio, la canzone del topo con gli occhiali che viveva in libreria e, quando rimaneva da solo, si metteva a leggere, ci ha accompagnato a scuola, scandendo, tutti i giorni, l’inizio delle lezioni mattutine della SETTIMANA DELLA LETTURA nelle scuole del nostro istituto e ha visto impegnati centinaia di bambini e genitori, coinvolti quando nella realizzazione di segnalibri, quando nel quadretto in 3D, a rappresentare il libro letto insieme a casa…dei veri e propri capolavori con tanto di premiazione finale e con i genitori invitati nelle classi a leggere parti di libri, scelti con i propri figli. Poi il Covid ci ha interrotto, ma è solo una pausa per LAVORI IN CORSO…torneremo a leggere con …il topo con gli occhiali perché i libri” sono ali che aiutano a volare, i libri sono vele che fanno navigare…”.

E ora mi rivolgo ai ragazzi un po’ più grandicelli, ai giovani di oggi, quelli che passano un sacco di tempo sui social e sul web invece di leggere, impegnandosi in tutti quei passatempi RIVALI della LETTURA, incredibilmente vari, innovativi e di immediata accessibilità. Purtroppo, facendo due calcoli, tra i libri della mamma Luciana c’era Emilio Salgari che con le avventure di Sandokan, mi portava in posti sconosciuti, in cui non ero mai stata. Oggi con un click, comodamente seduta sul divano, posso fare un giro nel deserto africano o sulla Statua della Libertà, magari mettendo tutto in pausa, perché su Whatsapp c’è il messaggio vocale della mia collega che mi ricorda di prendere un libro nel cassetto per il giorno dopo…la curiosità che ti faceva stare in suspense fino alla fine del libro, è legata ora all’immediatezza della risposta sulla play, sul pc, sullo smartphone e sui social.

STIMOLARE LA CURIOSITÀQuesto è il quesito da risolvere, e allora ben venga la lettura a scuola del libro seguito dell’invito dell’autore al quale proporre domande relative all’argomento (E noi l’abbiamo fatto con lo SMONTABULLI di Diego Mecenero, un’esperienza fortissima sulla storia di bullismo a scuola); oppure la messa in scena di alcune parti del libro ( e noi l’abbiamo fatto con la storia del MAGO DI OZ, dove ogni componente della classe ha recitato, cantato e ballato sulla musica di “Somewhere Over the raimbow”).

ULTIMO CAPITOLO: IL GRAN FINALENon perdiamo le speranze genitori ed educatori, non molliamo e facciamo di tutto affinchè i nostri ragazzi, entrando in una libreria, abbiano la voglia di aprire un libro e mentre lo sfogliano, annusare l’odore delle pagine scritte INEBRIANDOSI.