Nei precedenti articoli abbiamo parlato delle valli che ospitano il fiume, delle sorgenti, dei suoi rami principali, della pendenza e della portata del Pescia di Pescia; abbiamo poi accennato alle vie storiche, alla viabilità e all’origine del nome del torrente; si sono poi elencati gli affluenti di sinistra del Pescia di Pontito; in questo articolo vedremo gli affluenti di destra del Pescia di Pontito secondo quanto si può desumere dal sito SITA Cartoteca della Regione Toscana e dalle comuni carte topografiche reperibili.

 

Il Pescia di Pontito e gli affluenti del lato orografico destro da nord a sud:

Il fosso dei Condotti nasce a Poggio Acquaio e, in prossimità della chiesa della Madonna delle Grazie, situata sullo sterrato che unisce Pontito a Croce a Veglia, prospiciente Pian dei Maroncelli, riceve il rio dei Fossi, che origina al Valico del Monte.

La forra Margiana nasce alle pendici del M. Granaio e a Croce a Veglia, dove, sull’altro versante, nasce il fosso della Frullana che scende invece in Val di Lima; l’area di Croce a Veglia, a nord di Pontito e dove si pratica ancora la pastorizia, rappresenta un crocevia di sentieri verso la Val di Lima, il comune di Bagni di Lucca e i borghi pesciatini interessati dal Valleriana Trekking; uno dei rami della forra Margiana nasce ai piedi dell’altura che ospita i ruderi dell’antico Spedaletto, circa 200 metri a sud di Croce a Veglia, a lato del vecchio sentiero proveniente da Pontito; già menzionato nel 1260, lo Spedale serviva da riparo-rifugio per i viandanti; i ruderi si intravedono tra gli alberi e delle quattro pareti una sola è rimasta parzialmente in piedi; da qui volgendo lo sguardo indietro si scorge il versante occidentale di Pontito.

Il rio Grombo ha una sorgente alle pendici del M. Lischeta e un’altra presso le Case Giannini, al di sotto della Strada Comunale di Casabasciana che divide la Valleriana dalla Lucchesia; il rio lambisce la località Terrazzana, probabilmente il nucleo originario di Stiappa, situato più a nord dell’attuale paese, in un castagneto tra rio Gombro e rio Botro; il sito, rinvenuto negli anni 70 durante i lavori per la nuova strada, è databile all’undicesimo secolo e fu abbandonato alla metà del quattordicesimo; il rio Gombro attraversa la strada asfaltata Stiappa-Pontito e confluisce poi nel Pescia di Pontito in prossimità del Mulino del Grillo e di un ponte vecchio e pericolante, superato il quale ci troviamo sotto Pontito (la Via dei Mulini è un percorso ad anello, oggi male praticabile, che collega tra loro quattro vecchi opifici di cui solo uno, il Mulino del Grillo è stato restaurato; degli altri, il M. del Fontanone, il M. di Sopra e il M. di Sotto, restano invece solo i ruderi).

Il rio di Botro o Fate nasce in località La Forretta.

Il fosso di Calcinaia nasce in zona Sargentino, oltrepassa l’ormai dimenticato sentiero che conduce da Stiappa a Romitorio e a Case Giannini, quindi attraversa la strada asfaltata Stiappa-Pontito per confluire nel fiume all’altezza del Mulino di Sopra.

Il fosso di Pian di Lama o rio di Ponte Scassato nasce in località Acquaviva e La Rena, oltrepassa la strada asfaltata Stiappa-Pontito a livello del Ponte Scassato, situato a nord di Stiappa, in prossimità del sentiero che conduce al M. del Grillo; il rio confluisce poi nel fiume presso il M. di Sotto.

Il rio Schiappa nasce sopra l’abitato di Stiappa, ne lambisce il borgo a sud e sfocia nel fiume vicino al M. del Fontanone.

Il fosso della Bora di Varcavola nasce a Pian di Canapo sotto la strada di crinale che delimita la Lucchesia dalla Valleriana; riceve il fosso del Ragno, nato anch’esso a Pian di Canapo, e il rio del Sargentino, nato sotto la Croce del Sargentino, in località Berci; qui sono i resti di una Teleferica utilizzata fino agli anni 60 per trasportare il legname sulla strada carrozzabile per Stiappa; il fosso della Bora di Varcavola confluisce quindi nel Pescia di Pontito a sud di Stiappa.

Il fosso del Roveto nasce a Pian d’Ara e a La Casetta; attraversa la strada tra Stiappa e Castelvecchio; riceve il rio di Ponte, nato anch’esso a Pian d’Ara, e subito dopo il rio Metatuccio; la strada asfaltata Stiappa-Castelvecchio supera il rio di Ponte nel punto in cui la teleferica di Berci giungeva sulla carrozzabile.

Il fosso delle Fonti (anticamente detto anche rio di Uttano, di San Rocchino o di Cugnolo) è molto ricco di acque e ha la sua polla principale sul versante est del M. Battifolle a quota 850, in una zona detta Monte dell’Uso: nei secoli XVII e XVIII questo era il “Territorio di Uso Comune” tra Lucca, con San Quirico e Villa Basilica, e Firenze, con Castelvecchio; il fosso delle Fonti scorre adiacente al Bosco della Ragana (qui fu rinvenuto un masso definito enigmatico e raffigurante un rapace con due occhi e il becco), poi tra Pian del Moro e Piano a Ravi (sopra la Pieve di Castelvecchio); attraversa poi la strada asfaltata in località “Fonti” dove è la chiesa di San Rocchino (disadorna e in rovina); quindi interseca il sentiero che dalla Pieve conduce a Cugnolo, piccola valle rigogliosa a poche centinaia di metri di distanza dove, sull’argine destro del fosso si trova il mulino del Boschetto o del Butassi; il fosso delle Fonti riceve il fosso delle Renaie, che nasce alle pendici del M. Battifolle; il fosso delle Fonti sfocia nel Pescia di Pontito poco più a nord di Pontebello, un ponticello con ringhiera in ferro, attraversando il quale si giunge in località Metatino sul sentiero CAI61; sull’argine opposto troviamo lo sbocco del fosso delle Chiuse.

Il rio Morticini nasce sulle pendici sud di Castelvecchio, dove passa la vecchia mulattiera che giungeva a Ponte di Castelvecchio; il rio sfocia nel Pescia di Pontito poco oltre il ponte adiacente al laghetto in località Ghiareti, zona di coltivazione del fagiolo di Sorana; qui troviamo i ruderi del mulino e del frantoio dei Ghiareti o di Messerotti.

Il fosso di Cavallari nasce in località Metato Nenci e attraversa Colle Lucchetti sopra San Quirico, quindi interseca per ben due volte la strada asfaltata verso Ponte di Castelvecchio, lambisce l’antico Ospitale di San Luigi Gonzaga, oggi ristrutturato ad agriturismo, e sfocia nel Pescia di Pontito poco dopo il rio Morticini.

Il rio Mezzana nasce da due rami, uno sotto il Podere Mezzana e l’altro a nord di S. Quirico alle polle del Bellamati, sui versanti del M. Mitola

Il rio Ortochiaro nasce a Case Viepori, tra Colle Pinci e Castelvecchio; sfocia nel Pescia di Pontito a sud di Ponte di Castelvecchio in località Ortochiaro (nel 1500 qui esisteva un villaggio conventuale di frati francescani con annessi frantoio e cappellina dedicata a Sant’Antonio Abate; adesso Ortochiaro è zona di fagiolo i.g.p.).

Il fosso Ponte di Castelvecchio nasce in località Podere Foricaiola.

Il rio Torbola di San Quirico o delle Tassinaie o Torbolino o del Monti è un corso d’acqua molto ricco anche nei periodi di magra; riceve il fosso di Cavozzoli che nasce in località Gottaglia, il fosso di Rioni che lambisce a sud Colle Pinci, il fosso Ronco, il fosso dello Scasso che nasce in località Le Mandre e Scasso del Principe e il fosso di Piallo; riceve anche il rio Sollezza che sgorga alle pendici di Madonna del Tamburino e sui declivi di San Quirico, nel Podere Sollezza (il rio Sollezza confluisce nel Torbola in zona Colle Pinci dove si trova un ponticello romanico ad una sola arcata oramai ricoperto da vegetazione; poco più a valle interseca a metà percorso e nel bosco la mulattiera S. Quirico-Mulino Monti); il rio Torbola quindi sfocia nel Pescia di Pontito in località Tassinaia presso il Mulino Monti (oggi abbandonato; adiacenti vi sono l’abitazione e il forno a legna; al davanti il caratteristico ponte di ferro).

Più a sud un altro piccolo rio proveniente dalle pendici della Croce d’Aramo confluisce sull’argine destro del Pescia di Pontito al davanti della Ferriera del Biemmi (antico opificio per la lavorazione del ferro, oggi coperto da vegetazione). Sul lato opposto della strada rispetto alla Ferriera si trova l’antica mulattiera, detta Via della Torricella, che unisce Ponte di Sorana al borgo Paradiso di Sorana; lungo il suo tracciato nel medioevo si trovavano una torre di avvistamento e la margine di Sant’Antonio, di cui oggi rimangono solo i ruderi.