Lezioni online. Appello agli insegnanti di elementari e medie: “Alunni inondati di esercizi, ma a loro serve soprattutto imparare”

Bene bene bene…, ecco qua un argomento che mi coinvolge in duplice ruolo, quello di insegnante e l’altro di genitore. Proprio per questo non so come devo esprimere quello che vorrei dire senza essere linciata dai genitori o dai colleghi…mmmm vediamo… allora incominciamo: dal 3 di marzo la nostra vita è stata catapultata online e questo ormai è un dato di fatto. Tutto quello che avevo scritto qualche articolo fa riguardo ai social, non vale più. Ora sei spacciato se non hai la connessione, se non possiedi un pc o un tablet, perchè con lo smartphone salta il collegamento, e nelle case si sta online quasi tutto il giorno, in videochiamata con la scuola, poi con i colleghi, poi con gli amici e la play… insomma questa pandemia forse ci risparmierà il contagio dal virus ma non dalle onde poco sane che escono indisturbate e invisibili da tutte le connessioni. Ci colpiscono senza che ce ne accorgiamo, ci lasciano indifferenti per il momento senza sintomi ma il picco forse ci sarà fra un pò di tempo…insomma un secondo COVID-LINE. Sto cercando di descrivere il backstage per arrivare al punto della situazione.

Ore 9, collegamento con la mia classe sull’applicazione CLASSROOM e MEET messe a disposizione da Google dopo aver fatto l’account, no non parlo straniero, questi sono i termini di noi digitali, noi compresa me, cresciuta con quaderni e fogli di carta, con penne e lapis per scrivere, con forbici per tagliare. Qualche anno fa, tanto per ridere, quando c’erano le prime LIM (lavagna multimediale) nelle classi, mentre stavo cercando di condividere sullo schermo gigante un documento con la classe, e non ci riuscivo, e i bimbi vedevano quello che stavo facendo, si alzò uno di loro e mi disse: MAESTRA SPOSTATI LO FACCIO IO…. e in tre touch (tocchi dei tasti) fece quello che avrei dovuto fare io; ecco la differenza tra noi “ragazzi con la lavagna di ardesia e gesso” e i nativi digitali. Dunque internet, connessioni ma…maestra non riesco ad entrare…non vedo niente…non si apre il microfono…devo uscire e provare a ricollegarmi…spesso una lezione di un’ora (che è già tanto per i ragazzi pensando alle conseguenze salutari) si risolve in pochi minuti e quindi devi cercare di concentrare quello che avevi programmato in poco tempo mentre vedi Luigi che si accascia sul tavolo, o Elisa che si alza e va a bere, o Leonardo che guarda fuori dalla finestra. E qui allora che si fa? A me verrebbe voglia di dire…ragazzi chiudiamo tutto e raccontiamoci cosa avete sognato stanotte…allora introduco l’abbraccio virtuale o il batti 5 sullo schermo, ma la noia a volte c’è…e qui entrano in gioco i genitori!

Premetto anch’io sono genitore di un ragazzo che fa la prima superiore e anch’io a volte mi lamento per i suoi compiti ma andiamo per gradi. Con i bimbi ci accordiamo per le lezioni e per il collegamento del giorno dopo e capita che delle volte tutto si riversa sui genitori…SANTI GENITORI che devono aiutare i figli soprattutto i bambini con qualche difficoltà, a svolgere i compiti. Personalmente non assegno tanto da fare proprio perchè è normale che vengono un pò aiutati, preferisco fare durante il collegamento quello che ho programmato. Però sto constatando che ci sono colleghi anche delle classi superiori che in alcuni giorni mettono alla prova i ragazzi con i compiti di casa, quei ragazzi poco stimolati da tutta questa situazione soprattutto dopo le dichiarazioni della signora Azzolina…hanno calato la voglia di fare. In casa è una lotta tra video lezioni e compiti da fare ma tutti i giorni ripeto CE LA POSSIAMO FARE. Allora mi rivolgo ai colleghi che leggeranno: ogni tanto durante i collegamenti scambiate qualche parola extra scuola con i ragazzi parlando del più e del meno, purtroppo anche quello fa la differenza e i feedback lo confermano. E se qualche volta un ragazzo non consegna un compito può davvero aver avuto problemi con la connessione o problemi personali o tra le varie classroom ha perso la comunicazione, arrivata di domenica, di quel compito da consegnare il giorno dopo.

E poi una parola anche ai genitori. Ragazzi eh dobbiamo farci carico di un bell’impegno perchè senza la nostra collaborazione, che è eccezionale sotto tutti punti di vista, la scuola DAD non funzionerebbe, perchè quei ragazzi che guardano fuori dalla finestra, o oscurano la telecamera perchè sono nel letto durante l’interrogazione dei compagni, o stanno aspettando il link (codice digitale) per il collegamento e vengono brontolati o addirittura messi assenti perchè non erano presenti al momento dell’appello per svariati motivi…sono ragazzi in carne e ossa che respirano, mangiano, piangono, sorridono e cercano certezze in questo mondo dove nemmeno alle alte sfere ce l’hanno…. Buona DAD (didattica a distanza) a tutti.

  1. un abbraccio grande VIRTUALE e di incoraggiamento a tutti i miei allievi che a giugno affronteranno il loro esame online di terza media e a tutti I MATURANDI DEL COVID19, siete nei nostri cuori.