Home CARLO PELLEGRINI E’ morto Diego Armando Maradona | intervista di Carlo Pellegrini

E’ morto Diego Armando Maradona | intervista di Carlo Pellegrini

Il mondo intero si è fermato di fronte alla morte di Diego Armando Maradona. L’asso argentino si è spento mercoledì 25 novembre scorso all’età di 60 anni. E noi abbiamo voluto ascoltare una grande bandiera del Calcio italiano e protagonista al Campionato del Mondo 1982 che ebbe l’onore e l’onere di marcare Maradona: Claudio Gentile

D. Gentile, quali ricordi ha di Diego Armando Maradona e di quella partita Italia-Argentina del 29 giugno 1982?
R. Quando seppi che dovevo marcarlo, alla vigilia della partita ero veramente molto preoccupato. Mi sono andato a vedere le partite che aveva giocato di qualificazione e mi sono detto: come faccio a marcare uno così? Quindi, sono andato a studiarlo e l’ho visto bene. Ho adottato una tattica, faccio questa se va bene… Per fortuna è stata la tattica giusta… Diciamo che è stato motivo di soddisfazione perché fermare un giocatore come Maradona in un Campionato del Mondo che giocava nell’Argentina, campione del mondo in carica e che lo stesso Maradona doveva essere il giocatore di quel Mondiale, mi sento un po’ orgoglioso.

D. Come riuscì a marcare Maradona?
R. Dopo aver visto le videocassette dovevo usare questa tattica che è stata quella di non farlo girare. Perché Maradona, essendo brevilineo e molto rapido, se ti gira non lo prendi più, quindi, mi sono attaccato e a volte mi mettevo anche davanti per impedire al compagno di suggerirgli il passaggio. Una tattica un po’ così che mi è andata bene. La scelta è stata giusta e questa vittoria sull’Argentina ci ha lanciato per la vittoria del Mondiale del 1982.

D. Al termine della partita Maradona cosa le disse? Ricorda qualcosa?
R. Sono, diciamo, un po’ arrabbiato… Sono un po’ arrabbiato perché, sopratutto in un Mondiale, quando si finisce la partita c’è la consuetudine di dare la mano all’avversario e fare lo scambio della maglia, ma Maradona non lo volle fare. Un giocatore come lui deve anche saper accettare le sconfitte, non può sempre vincere e pensare di essere lui il “salvatore” di tutti. Da quella partita non ci siamo mai più incontrati a parte quando giocavo nella Fiorentina, ma non lo marcavo io e, quindi, ci siamo ignorati.

D. Maradona cosa possedeva in più rispetto agli altri calciatori del suo tempo?
R. Se Maradona giocasse adesso farebbe 50 goal all’anno, nel senso che oggi non marcano più nemmeno i difensori si figuri a centro campo. Carlo, ricordi il goal che fece contro l’Inghilterra?

D. Certo, come no! Partì da centrocampo e nessuno riuscì a fermarlo…
R. Nessuno. Quindi, era un giocatore che dovevano fargli una certa marcatura, dico che non è la soluzione migliore, ma è la meno peggio. Oggi, lui farebbe delle cose incredibili e i tifosi napoletani diventerebbero matti dalla gioia…

D.Gentile, come si riesce a marcare un giocatore come Maradona così abile del dribbling? Non solo Maradona, ma anche certi giocatori dell’epoca come Zico, Platini e, successivamente, il trio degli olandesi del Milan Van BastenGullitRijkaard…
R. Maradona aveva delle caratteristiche tutte diverse da questi. Ho in mente il Campionato del Mondo del 1986 in Messico che pur non essendo convocato lo vidi. Quello che fece Maradona ha qualcosa di eccezionale. Un giocatore come Maradona va marcato a uomo. Ci deve essere un calciatore capace di saperlo marcare ed estraniarlo anche dal gioco della sua squadra mettendosi davanti per evitare che prenda la palla perché se la prende lui si gira e non lo prendi più.

D. Secondo lei, Maradona è stato il miglior calciatore di tutti i tempi?
R. Secondo me sì e dico anche dov’è la differenza: Pelè non è venuto a giocare in Europa. Maradona, invece, ha avuto il coraggio di venire a confrontarsi con il calcio europeo che all’epoca era il migliore a parte le nazionali. E’ venuto nel nostro campionato e si è confrontato con il calcio europeo e ha lasciato un segno anche lì. Il Napoli ha vinto due scudetti, la coppa Uefa cose che erano impensabili e con Maradona è riuscito ad ottenere questi risultati prestigiosi.

D. Gentile, oggi cosa le piace ricordare di Maradona?
R. Quando rifanno rivedere certe partite mi ritorna nella mente il giorno prima della partita Italia-Argentina del 29 giugno 1982, e chi dormì? Un campione come Maradona non ti fa dormire, anche perché la partita era importantissima. Se perdevamo si ritornava a casa e, quindi, c’era una grande responsabilità. Però, diciamo, che tutti insieme riuscimmo a fare un risultato che nessuno sperava.