Il celebre e arcaico Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio (ramo spagnolo) con sede a Madrid, da sempre perennmente impegnato alla salvaguardia e alla glorificazione della Croce, alla Propaganda della Fede e alla difesa della Santa Romana Chiesa vanta, tutt’oggi, una moltitudine di insigniti anche sul nostro territorio nazionale. Numerosi sono infatti i cittadini che la Real Deputazione italiana, organo di verifica e di controllo subordinato alla Real Casa Borbone di Spagna, ha ritenuto encomiarli, riconoscendo la loro ineccepibile rettitudine corforme alla moralità cattolica e la loro particolare attenzione a favore delle finalità filantropiche del medesimo Ordine.
La designazione dei decorabili “costantiniani” è stata affidata alle <Delegazioni regionali> cui compete anche l’incarico di promuovere la divulgazione dell’Ordine facendone conoscere le numerose opere di solidarietà e le innumerevoli iniziative mirate a suscitare un maggior senso di fraternità fra i cavalieri dell’Ordine.
La Delegazione Toscana con sede a Firenze è composta da un attento e qualificato Consiglio con a capo don Ettore D’Alessandro duca di Pescolanciano.
Questa Delegazione da diverso tempo opera incessantemente, e in modo ammirabile, a sostegno di innumerevoli iniziative ispirate al principio della solidarietà cristiana e promuove una serie di rilevanti operazioni molte volte conincidenti con atti di donazione.

D. Don Ettore D’Alessandro, quali sono le finalità principali del vostro Ordine Costantiniano di San Giorgio?
R. Fondamentalmente tre. L’ordine tende all’elevazione spirituale dei membri, come è caratteristico di un ordine che è cavalleresco e religioso. Tende alla creazione di una comunità fra i cavalieri, per lo stesso motivo, ed anche all’aiuto del prossimo mediante opere di carità.

D. In questi ultimi anni, quali iniziative caritatevoli ha sostenuto e tutt’oggi sostiene l’Ordine?
R.Varie le iniziative dal sostegno ai seminaristi, agli aiuti alimentari alle case di riposo, alle iniziative di supporto ad alcune famiglie in difficoltà, donazioni alle chiese per le loro attività ai poveri.

D. Quali sono i rapporti con la Real Deputazione spagnola?
R. Naturalmente buoni. La Real Deputazione spagnola è una sorta di organo esecutivo del Gran Maestro, che dirige amministrativamente le Reali Commissioni nazionali e le Delegazioni regionali. Queste ultime si occupano dell’attività in concreto. In linea di principio non esiste alcun meccanismo istituzionale che sia idoneo a creare attriti, come per esempio conflitti di competenze, e di fatto non vi è alcun attrito.

D. In quale misura l’Ordine risponde agli appelli di papa Francesco?
R. Il presente Pontefice non ci risulta aver rivolto appelli speciali all’Ordine. Per quel che riguarda l’indirizzo generale, naturalmente, l’attività dell’Ordine è sempre ispirata ai principi che guidano la Chiesa cattolica.

D. Gli interessati al vostro Ordine cavalleresco con quali requisiti possono accedervi?
R. Come per tutti gli Ordini consimili, esso non è accessibile sulla base di un semplice interesse, e si entra a farne parte per cooptazione, ossia come risultato dell’interazione fra una disponibilità espressa dall’Ordine ad accogliere il postulante ed una seria candidatura di costui opportunamente sostenuta. I requisiti per i membri sono posti dagli statuti e sono diversi per le varie categorie.

D. L’accesso all’ Ordine Costantiniano di San Giorgio comporta anche dei costi annuali che non tutti si possono permettersi. Come valuta questo aspetto dal punto di vista cristiano?
R. Per quanto precedentemente espresso, l’Ordine non è aperto a qualunque benintenzionato. Si tratta di istituzioni secolari, nel caso dell’Ordine Costantiniano millenaria, in cui la tradizione riveste un ruolo che non può, e non deve, essere accantonato. Del resto far parte di un Ordine cavalleresco in generale e di quello Costantiniano in particolare, non è certo presupposto necessario per perseguire la propria elevazione spirituale o dedicarsi ad opere di carità, attività che il cristiano può svolgere in moltissimi altri contesti nell’ambito della Chiesa di appartenenza o autonomamente. Detto questo, i costi annuali non sono elevati; un abbonamento in palestra, per dire, costa mediamente ben di più.

D. A quali sfide socio-culturali è chiamato ad affrontare il vostro Ordine secolare?
R. La prima è certamente la salvaguardia e conservazione del proprio ruolo e della propria tradizione, in un mondo che alle tradizioni non sembra più sensibile. Si tratta di un patrimonio storico, culturale e spirituale che, benché immateriale, vale quanto i più preziosi monumenti fisici. La società moderna è dominata dai feticci dell’apparenza, del denaro, e del successo a tutti i costi. Un Ordine cavalleresco afferma e difende valori diversi, che sono quelli che hanno accompagnato la crescita della società e della cultura europea attraverso i Secoli.
La seconda sfida, naturalmente, è prendere dalla modernità quanto essa può offrire di utile -per esempio Internet con le sue nuove possibilità di comunicazione- e porlo come strumento al servizio della propria missione. Sono entrambe sfide altamente impegnative.