Poche ore ci separano dalle festività di un anno, reso drammatico dalla pandemia da Covid-19.
In questa nostra intervista, l’ex vice-presidente del Senato, Vannino Chiti, ci esprime alcune sue considerazioni politiche sugli eventi registrati in questi ultimi tempi.

D.In numerosi Stati è già iniziata la vaccinazione anticovid. A parer suo, esistono tutte le condizioni logistico-organizzative per una buona compagna vaccini 2021?
R.L’aspetto importante mi pare la decisione dell’Unione Europea: nei 27 Stati si procederà a partire dallo stesso giorno, alla fine di questo mese di dicembre, e con gli stessi criteri, priorità etc. Certo poi sono i singoli Stati a gestire la somministrazione dei vaccini e bisogna, da noi, che governo nazionale e Regioni procedano in modo ordinato ed efficace. È un dovere essere all’altezza di questo impegno perché in Italia abbiamo avuto tanti, troppi morti e credo che ognuno di noi abbia un amico, un parente che è stato contagiato, ricoverato, conosca qualcuno che purtroppo non ce l’ha fatta. Ora Stato centrale e Regioni devono collaborare “senza se e senza ma”. Sul vaccino e sul sostegno a un nuovo sviluppo, utilizzando l’opportunità dei 209 miliardi di euro del Recovery Fund, si gioca il nostro futuro.

D.Matteo Renzi, dal canto suo, ha dichiarato di non volere una crisi governativa; ha posto condizioni al Governo Conte e ha precisato in ogni caso in Parlamento nell’eventualità di una crisi dovrà essere verificata una diversa maggioranza. Ritiene una possibile convergenza organica tra Italia viva e Forza Italia?
R.Ritengo che in una situazione come quella che viviamo, nella quale tra le persone sono diffuse paura, preoccupazione e anche rabbia, riesumare vecchie procedure politiche come la verifica, rischiare una crisi sia mancanza di responsabilità verso il Paese. Non ci sono le condizioni per un governo tra PD e Forza Italia: non lo vuole Forza Italia, impegnata a consolidare l’alleanza con Salvini e Meloni, né sarebbe in grado di sostenere l’operazione politica il PD. Quello di cui avremmo bisogno è una collaborazione per affrontare la pandemia e la crisi economica tra governo e opposizione, così come avviene nella gran parte delle nazioni europee, non di operazioni trasformistiche per inventare nuove maggioranze. Che a mio avviso non esistono. Si rischiano una crisi di governo ed elezioni anticipate, nel pieno di una fase che dovrebbe vederci impegnati nella campagna dei vaccini e nella costruzione dei progetti per attuare il Recovery Fund.

D. A suo avviso, ci sono delle probabilità di una nascita di un Governo formato da Partito Democratico, Italia viva e Forza Italia?
R.Come le ho detto non ci sono a mio giudizio le condizioni politiche per un governo tra PD, Italia Viva e Forza Italia. Le aggiungo che non ci sono neanche i numeri. Sommi i seggi parlamentari di PD e Forza Italia nelle elezioni del 2018 e lo vedrà. Si, perchè, come occorre avere sempre presente, i seggi di Italia Viva sono una parte di quelli del PD: Italia Viva è frutto dell’ennesima scissione nelle forze politiche italiane, Sinistra in testa. È sorta all’indomani della nascita del governo Conte tra PD e Movimento Cinque Stelle. Posso sbagliare ma penso che in caso di crisi si andrebbe a elezioni anticipate in una fase delicata della vita degli italiani. Naturalmente non so cosa pensi il presidente della Repubblica al quale, in caso di crisi di governo, spetta la verifica della volontà del Parlamento e delle prospettive ma dubito che in questa legislatura, dopo due maggioranze di segno opposto, se ne potrebbe formare una terza, alternativa e ancora diverse dalle precedenti. E in Italia non ci sono possibilità di governi di unità nazionale: è assurdo anche solo immaginare che ci possa essere una maggioranza tra PD, Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia.

D.A parer suo, quale scenario economico-sociale potrebbe scaturire da una coalizione del genere?
R.Le dirò quali sono le profonde differenze politico-programmatiche che rendono impossibile ogni maggioranza di governo insieme. Farò solo alcuni esempi e mi riferirò alla destra nel suo insieme dal momento che non vedo Forza Italia rompere o anche soltanto prendere realmente le distanze da Salvini e Meloni. Si è visto anche di recente con la votazione in Parlamento sulla riforma del Mes. Primo esempio: si è mostrata una differenziazione netta non solo in Italia ma nel mondo tra forze progressiste e destra riguardo all’epidemia Covid-19. La destra da Trump a Johnson, fino a quella di casa nostra, ha dato importanza all’economia e ai profitti prima che alla vita delle persone. Per noi l’economia è certo importante ma prima viene la vita di ogni persona. Si, di ogni persona, il diritto alla dignità di ogni persona. Questo approccio sarebbe sufficiente a determinare distanze di prospettiva non conciliabili ma appunto al massimo convergenze su singoli punti programmatici. Secondo esempio: il welfare, in particolare salute e istruzione. Per noi c’è un ruolo del pubblico indispensabile nella programmazione, controllo, nell’assicurare anche con le forme di gestione la loro destinazione universale. Negli ultimi anni le forze progressiste su questi temi sono state un po’ rinunciatarie e spesso subalterne. La crisi sanitaria, quella ecologica restituiscono vigore irrinunciabile a questi valori e a politiche da impostare in modo coerente. La destra mette al primo posto privato e profitti. Però vede se l’economia non può non essere sociale e di mercato, se il welfare è privatizzato, è la società nel suo insieme che diviene di mercato. Terzo esempio: le tasse. In Italia c’è un’evasione spaventosa e d’altro canto per chi fa il proprio dovere una tassazione pesante. Abbiamo un debito pubblico enorme, che è nostro dovere abbattere altrimenti il nostro Paese non avrà un futuro degno. È indispensabile una riforma fiscale. La destra vuole ridurre la progressività dell’imposizione fiscale, per una sinistra non solo di facciata è un aspetto irrinunciabile, su cui non si può cedere senza smarrire i propri valori, la propria ragione d’essere. Aggiungo che la progressività delle tasse è sancita nella stessa Costituzione. Potrei continuare con le impostazioni diverse rispetto alla costruzione della democrazia europea. Vede noi e i Cinque Stelle abbiamo votato insieme il presidente della commissione europea. Salvini e Meloni, no! Uno potrebbe dirmi: ma Forza Italia è nel partito popolare europeo. È vero ma è altrettanto vero che una peculiarità della destra in Italia è che le forze trainanti sono Lega e Fratelli d’Italia. E le loro concezioni sull’Europa appaiono in modo evidente. Ora le impostazioni sull’Unione Europea non sono politica estera ma tratto fondamentale di una scelta politica per formare maggioranze di governo serie e credibili in ogni nazione.

D.Quale augurio si sente di rivolgere quest’ anno agli italiani?
R.In primo luogo auguro a tutti un buon Natale e un buon anno. Il 2020 è stato per tutti molto difficile eppure si può, si deve leggere un messaggio che ci viene e che aiuta a non rassegnarsi, non rinunciare a cambiare noi e la società. Abbiamo riscoperto il valore della socialità, che la solitudine e l’egoismo sono negativi; che l’umanità è una famiglia e se non iniziamo a viverla così non vinceremo le sfide per rendere il mondo migliore; che l’ambiente di vita, l’aria, le acque sono stati più salubri quando eravamo bloccati nelle nostre attività e comunicazioni. Il pianeta è migliore senza di noi? Rendiamo il nostro sviluppo giusto ecologicamente e socialmente perché i due aspetti sono ormai collegati. So bene che niente è scontato e che questo messaggio non è arrivato a tutti. So che il nostro domani non è detto che sia diverso e più vivibile del nostro ieri. Infatti il mio augurio è che questi valori e questi obiettivi diventino egemoni. È un’utopia, un sogno? Può essere ma realizzabile. Sa cosa dice sempre un mio carissimo amico, don Armando Zappolini? Bisogna essere sognatori ma con i piedi nel fango, cioè capaci di vedere e di sporcarsi le mani per affrontare le povertà, le ingiustizie, le disuguaglianze che rendono fragili tante persone. Ecco, faccio mio per tutti l’augurio di don Armando: sapere essere sognatori ma con i piedi nel fango!