Ma perché devo studiare questa materia che tanto non mi serve a niente?!”…uuuuu, quante volte in casa ho sentito queste cose da parte dei miei figli nel percorso dei loro studi, che peraltro non sono ancora terminati. Eh sì, di fronte ad un piano di studi, i ragazzi spesso si fanno queste domande, soprattutto quando si trovano di fronte formule di matematica piuttosto ostiche o teoremi geometrici, declinazioni di verbi in latino o composizioni atomiche di particolari elementi chimici…

 

MA COSA SIGNIFICA STUDIARE? Può essere tante cose per i bambini: – riempire le righe vuote di una verifica – raccontare ciò che vuole sentirsi dire l’insegnante, dopo aver scritto appunti o letto e sottolineato sul libro – un bell’8 all’interrogazione per far felice la mamma e il babbo – un ostacolo difficile da superare da solo, perché “non so mai cosa dire” – un muro “perché non voglio dire” Nel corso del mio lavoro, insegnando ogni disciplina, le ho viste tutte. Ma andando avanti nel mio percorso, a partire dalla vita di studente “@normalenontroppostudiosa” a quella di @insegnanteperfezionista, ho maturato pian piano cosa volevo e, soprattutto, cosa non volevo che fosse. Allora si comincia a capire a cosa serve studiare… sviluppare delle curiosità, avere la passione. Dopo anni di prove ed errori, finalmente sono arrivata alla conclusione che studiare… non significa riempire righe di una verifica, perché il sapere deve avere altri scopi: la competenza dell’argomentare mettendo in relazione quello che ho letto, ascoltato, imparato, ad esempio. Non è RIPETERE UN RACCONTINO, ma un’esigenza scalpitante di raccontare ciò che si è imparato.

 

Non è UN 8, ma la soddisfazione di aver messo nel zaino alle nostre spalle un mattoncino in più per costruire altri saperi, che poi, per questo, ne sono contenti anche la mamma e il babbo! Non è un ostacolo, ma una conquista, anche se difficile in alcuni casi, grazie all’aiuto di strumenti forniti da quelli che sanno già perché studiosi prima di te… e, per finire, non dovrebbe mai diventare un muro, perché sarebbe la fine dell’entusiasmo, della conoscenza e di noi insegnanti, capaci, A VOLTE, di modificare il DNA DELL’APPRENDIMENTO (dalla conferenza della Dott. Lucangeli “BEN-ESSERE…è possibile. CAREZZE dal Cervello all’Anima”). In altre parole, dice la Lucangeli, quando un insegnante legge cose difficili, non le legge solo per se stesso, altrimenti il sapere, la conoscenza si fermerebbe lì, è solo quando quell’insegnante rende ciò che legge “DI AIUTO a ciascuno” che si capisce se ha fatto il suo lavoro a 360° e se l’allievo è riuscito a comprendere anche la cosa difficile.

 

Lo studio quindi che cos’è? E’ l’impegno e il piacere di mettere in movimento le nostre capacità razionali e intuitive,per poter acquisire nuove conoscenze. E lo studente di oggi chi è? Lo studente è colui che è regolarmente iscritto ad una scuola o un’università, all’interno di un corso di studi proposto dalla stessa, sulla base di un progetto educativo finalizzato all’apprendimento di una o più materie. Lo studente quindi, è un giovane che è sotto la diretta supervisione di un insegnante e sta imparando le lezioni in un determinato argomento. Ci sono studenti-modello con bellissime pagelle e ottimi risultati che studiano sui libri e ripetono in modo esemplare la lezione perché lo devono fare: ce ne sono tanti studenti così ma alle prese con lapis, righello e forbici sono delle frane se devono ritagliare un pezzo di cartone perché si trasformi in uno scudo dell’antica Grecia necessario per la rappresentazione teatrale di fine anno; ci sono anche studenti-in-difficoltà che non riescono a studiare e ad essere al pari dei “normodotati” per la loro fragilità emotiva, per la loro irrequietezza nel rispetto delle regole, per la loro disattenzione, per difficoltà nel memorizzare o perché quella disciplina è poco interessante e noiosa…ma sanno realizzare quello scudo: il numero di questi studenti oggi rappresenta la percentuale maggiore nella scuola.

 

Poi ci sono i casi eccezionali, quelli che studiano poco perché sono capaci di comprendere solo dall’esposizione dell’insegnante che , con grande capacità, riesce a far crescere la MOTIVAZIONE per sapere e conoscere sempre di più…e allora questi STUDENTI arrivano il giorno dopo in classe con libri extrascolastici che parlano di quell’argomento o notizie lette su wikipedia o ancora foto o stampe relative a…MOLTO RARI NELLE CLASSI!!! Sono sempre più convinta che LA SCUOLA LA FANNO GLI INSEGNANTI CON PASSIONE PER IL PROPRIO MESTIERE…a dire il vero il nostro non lo considero un mestiere ma una missione, che li coinvolge, facendo in modo che capiscano che ciò che studiano ha a che fare con il presente, con l’oggi. Accendere l’interesse in uno studente non significa semplicemente ottenere che svolga tutti i compiti e che si impegni prima di un’interrogazione o di un compito in classe: significa accendere la curiosità. Per far capire “perché è importante studiare” bisogna partire da un concetto più ampio: la cultura. Purtroppo non sempre si apprezza il valore della cultura, intesa come conoscenza, eppure questa ha un ruolo fondamentale: ci rende liberi, ci permette di fare delle scelte. Studiare e quindi acquisire nuove conoscenza ci permette di poter dare delle opinioni, sviluppa la nostra capacità di pensare e quindi di poter scegliere; faccio un esempio a cui tengo per deformazione professionale: se siamo a conoscenza che un qualcosa fa male alla nostra salute possiamo decidere di continuare a farne uso oppure smettere, ma siamo di fronte ad una scelta o meglio la nostra conoscenza ci ha messo di fronte ad una scelta e questo ci rende liberi. E non solo: definendo il nostro modo di pensare e di agire lo studio ci permette di definire noi stessi.

 

Comprendendo ciò che accade intorno a noi siamo in grado di capire chi siamo e cosa vogliamo per noi stessi. E comprendiamo, inoltre, quali sono le nostre predisposizioni e le nostre passioni; la maggior parte degli studenti che dopo la primaria, passano alle medie e alle superiori, spesso non ha le idee chiare su ciò che farà da grande ed è per questo che studiare si rivela di fondamentale importanza, perché permette ai ragazzi di capire a cosa sono interessati e che strada vogliono seguire in futuro. Quindi ben vengano le formule di matematica e i teoremi di geometria che richiedono logica, calcoli, analisi e ragionamento perciò mantengono attivo e allenato il cervello, sviluppando quelle abilità che possono essere utilizzate nella vita quotidiana per spiegare una situazione o risolvere un problema. Quindi ben vengano le versioni in latino e le declinazioni di verbi perché, studiando il latino, si riesce ad ampliare il lessico della propria lingua e tutti gli esercizi di analisi e traduzioni dei testi permettono di avere un controllo e una conoscenza migliore del linguaggio e della comunicazione. E per finire, ben vengano le composizioni chimiche degli elementi di cui è composta la materia, visto che lo studio della materia ci permette di essere a conoscenza della composizione dei prodotti detergenti, dei capi di abbigliamento, delle fragranze di certi profumi, delle vernici, degli insetticidi per facilitare così la ricerca medica in relazione alle manifestazioni allergiche. “STUDIARE RENDE LIBERI”, Socrate!!