Raffaella Carrà ci ha lasciati. Il celebre volto televisivo che ci ha accompagnato sin dagli schermi in bianco e nero non sarà più tra noi con il suo inconfondibile sorriso e la sua innata semplicità ed eleganza.
Gli oltre cinquant’anni di onorata carriera televisiva di Raffaella Carrà segnano una parte significativa della nostra storia. Soprattutto di noi che nati agli albori degli anni ’70 crescemmo con i suoi programmi e con le sue canzoni memorabili.
Abbiamo, quindi, voluto ricordarla e renderle omaggio con le parole di un alto esponente della RAI, Mario Maffucci, già vicedirettore di Rai Uno, autore, tra l’altro, di numerosi programmi televisivi e per vari anni anche responsabile del Festival di Sanremo.

D. Dott. Maffucci, quali caratteristiche, a suo parere, distinguevano Raffaella Carrà da tutte le donne della televisione italiana?

R. Raffaella Carrà è accanto a Mike Bongiorno, Pippo Baudo, Corrado, Enzo Tortora… ed è stata un pilastro della bella televisione italiana. Mi ha colpito una cosa: l’ eleganza con la quale ha escluso il suo pubblico, il pubblico di tutti, dalla sofferenza del suo male. Della malattia che l’aveva colpita in questi ultimi anni non abbiamo mai saputo nulla. E’ stato il suo ultimo regalo al pubblico.

D. Secondo lei, in quale tipo di trasmissione possiamo riscontrare il suo inconfondibile talento artistico?

R. Ogni trasmissione va contestualizzata. Raffaella è stata prima di tutto l’interprete della televisione in bianco e nero in tutte quelle serie di trasmissioni che hanno fatto grande la tv e in cui lei canta e balla. Successivamente si trasforma e diventa autrice dei programmi di intrattenimento. Nascono così trasmissioni come Pronto Raffaella? Carramba! Che sorpresa … Programmi che hanno fatto epoca. Pronto Raffaella? inventa una fascia oraria, quella del mezzogiorno, che attira numeroso pubblico, al punto che Bettino Craxi, proteggendo Berlusconi, interviene su Sergio Zavoli perchè la Carrà non superasse oltre un certo numero di milioni di telespettatori…

D. A parer suo, cosa ha significato Raffaella Carrà per la televisione italiana?

R. Una presenza familiare, quasi una presenza campagnola, molto semplice, che trasmetteva però una grande energia e, soprattutto, una grande capacità di interpretare il tempo che viveva. Questo appartiene ai grandi. Pensiamo che a Raffaella Carrà è legata, per esempio, la trasgressione sessuale come occasione per far sorridere. Con la sua leggerezza, dal tuca tuca alla vicenda con Roberto Benigni a Fantastico 12, Raffaella ci ha regalato pezzi di tv unici, veramente unici.

D. Che ricordi ha della 51 edizione del Festival di Sanremo presentato dalla Carrà?

R. Fu una edizione del Festival che non ebbe grande successo. Raffaella lo sottovalutò un pochino. Vi giunse stanca dopo una serie di spettacoli e senza il solito sodalizio di riferimento con il suo autore Giovanni Benincasa. Non fu quindi un grande Festival.

D. Dott. Maffucci, cosa apprezzava di più della Carrà: la presentatrice, la showgirl, l’attrice o la cantante?

R. La sua leggerezza, la sua capacità di interpretare la realtà, il suo modo di porsi chiaro e schietto.

D. Secondo il suo punto di vista, in quali generi di programmi odierni ci mancherà Raffaella Carrà?

R. Ci mancherà nei programmi di intrattenimento. Raffaella è stata una grande personalità dell’intrattenimento televisivo. Ha fatto grande la televisione italiana. Non dimentichiamo mai il fenomeno che sono stati Carramba! Che sorpresa e Pronto Raffaella? L’ultimo programma che ha realizzato con Sergio Japino, A raccontare comincia tu, è stato un gioiello svolto con leggerezza, grande precisione e profondità.

D. Per quali ragioni ne avvertiremo la mancanza?

R. Perchè è stata una personalità esplosiva senza paragoni.

D. Come le piace ricordare Raffaella Carrà?

R. Con la sua limpida risata. Era portata a sorridere, a ridere e ad essere di buon umore, a proporsi come una persona positiva.