L’itinerario ripercorre la vecchia mulattiera tra Calamari e Vellano, detta la Corta o la Via Grande o la Via delle Fabbrichine, com’erano soprannominate le donne che per lavoro dovevano percorrerla giornalmente.
Il suo tracciato coincide con quello della Comunale Calamari Vellano indicato dalla cartografia del secolo scorso. A metà del suo percorso la Strada si collegava verso nord con la Vicinale Villanova di Mezzo; una volta arrivata alla Pieve di Vellano, poi, si allacciava alla Comunale da Pieve alla Curva del Tonello in direzione sud e alla Comunale alla Pieve di Vellano diretta a Villanova Alta e alla Margine di Campreti verso nord.
E’ lunga 2,5 km, con un dislivello in salita di 350 metri ed è indicata come sentiero CAI 57, ben segnalato durante l’intero tragitto. Alterna un tratto iniziale di erba e foglie a una parte finale di lastricato. Unisce Calamari, detto anche Ponte a Macchini, località che ospitava le importanti cartiere Magnani e Sant’Ilario, con il borgo di Vellano, dove è nata una delle famiglie più importanti di industriali cartai, i Calamari.
Nel 1996 il WWF ha collocato lungo questo sentiero una serie di pannelli didattici per illustrare la flora e la fauna ivi presenti.
Da Calamari si può raggiungere Vellano anche transitando da Le Valli fino alla Mammianese poco oltre Pontebello, il ponte sul Rio del Vada.
—> Nel borgo di Calamari, poco oltre la Cartiera Sant’Ilario e Via delle Valli, troviamo le indicazioni per Vellano e Macchino. Le seguiamo oltrepassando un ponticello sul Fosso della Mora e giungiamo a una terrazza panoramica: a nord Aramo e a sud il Monte Trassero. Imbocchiamo il sentiero 57 segnalato a destra e il percorso inizia a salire decisamente; entra nel bosco, dove ha inizio il selciato. Intersechiamo quindi la strada asfaltata e riprendiamo la mulattiera. Lasciamo il bosco ed entriamo nella campagna toscana con gli uliveti che si adagiano sulle pendici di Vellano. Alla nostra destra è situata la località Le Valli nella quale scorre uno dei due rami principali del Fosso della Mora. Avanzando, sempre su mulattiera e in leggera salita, c’imbattiamo poi nei ruderi seicenteschi della Margine di Mezzo, situata accanto a ciò che resta di un’antica cancellata, in uno spiazzo che offre una splendida vista sui borghi della Valleriana, in particolare Sorana e Aramo.
L’originario tetto della margine si portava fino all’altro lato della strada a trovare appoggio sul muro opposto che faceva da spalliera a un sedile di pietra, consentendo quindi al viandante di ripararsi e sedersi. Continuando la mulattiera che s’inerpica, s’intravede il paese di Vellano. Incontriamo poi un angusto sentiero a sinistra che corrisponde alla vecchia Vicinale Villanova di Mezzo. Lo ignoriamo e procediamo per la Marginetta della Costa. In seguito usciamo dal bosco per giungere all’antica Pieve dei SS. Sisto e Martino con la sottostante cripta a volte, poste ai piedi del paese.
La Pieve possiede innumerevoli tesori, alcuni dei quali di artisti vellanesi. Del ’400: l’affresco il Martirio di S. Sisto e le statue lignee di S. Sisto, di S. Martino e di S. Ansano. Del ‘500: un’acquasantiera in marmo, una statua in terracotta dell’Arcangelo Gabriele Annunciante, un fonte battesimale in pietra serena, la statua Madonna Annunziata in terracotta. Del ‘600: la lunetta affrescata Madonna con Bambino, S. Sisto e S. Martino e Santi, i dipinti Cena in Emmaus di scuola toscana e Sant’Antonio da Padova in adorazione di Gesù; Madonna con Bambino e Santi anch’esso di scuola toscana; Madonna del Rosario e Santi opera del vellanese Spinamonte Vanni. Del ‘700: Madonna addolorata e Santi è del vellanese padre Alberigo Clemente Carlini, come pure San Francesco d’Assisi riceve le stimmate; Trinità e Santi è di ignoto toscano. L’organo è datato 1795, creato dai Tronci di Pistoia.
A Vellano sono inoltre da visitare il Museo Storico Etnografico del Minatore e del Cavatore – La Miniera di Publio e l’ultima Cava di Pietra Serena esistente in zona.
Per maggiori notizie consultare il libro “Escursioni a Pescia e in Valleriana” del giugno 2021.
