La prossimità del Festival di Sanremo induce spesse volte a ricordare alcune edizioni degli anni trascorsi e passate alla storia per le loro canzoni memorabili. Dobbiamo essere onesti: il Festival di Sanremo vanta un numero considerevole di canzoni capaci ancora di emozionare e di suscitare particolare attenzione e interesse nonostante tanti anni passati.

La cantante Cinzia Corrado fu la vincitrice con la canzone “Niente di più” nella categoria Nuove Proposte della XXXV edizione, anno 1985, la terza condotta da Pippo Baudo.

La vincitrice ripercorre dopo tanti anni quella straordinaria esperienza.

D. A distanza di trentasei anni, signora Corrado cosa prova oggi nel pensare alla sua vittoria al XXXV Festival di Sanremo, condotto da Pippo Baudo, nella categoria Nuove Proposte?
R.
«Il Festival di Sanremo è una kermesse molto importante. Anche a distanza di trentasette anni, ogni volta che ricordo questo evento o che mi capita di raccontarlo ai miei allievi, provo ancora l’emozione di una volta, nonostante che sia passato tanto tempo. Ero una ragazzina allora ed è una esperienza che mi ha segnata positivamente».

D. Come giunse appena ventenne ad esibirsi sul parco del Teatro Ariston di San Remo e riuscirne vincitrice con la canzone Niente di più di Cavaros e Piero Mangini?

R. «Appena ventenne sono giunta al Festival di Sanremo tramite la partecipazione, nel 1983, al Festival di Castrocaro. I dieci finalisti di questo festival avevano diritto ad un contratto con una casa discografica. Io fui assegnata alla CM di Bari, con cui stilai un contratto e, dopodichè, ci pensarono loro a presentarmi al Festival e a produrre il mio personaggio».

D. Quell’edizione è passata agli annuari anche per la vittoria dei Ricchi e Poveri, per la “novità canora” di Luis Miguel prodotto da Toto Cutugno e, soprattutto, per la presenza di ospiti illustri come El Puma e Duran Duran. Ci sono delle particolarità che non potrà mai dimenticare?
R.
«Ci furono degli ospiti veramente importanti, tantissimi internazionali, e fu un Festival lunghissimo perchè furono invitati,ncome ripeto, tantissimi ospiti. L’episodio che ricordo con tenerezza è quello di quando uscì Claudio Baglioni per presentare il brano che diventò la canzone del secolo, Questo piccolo grande amore. Io, in quel periodo, ero innamoratissima ed ero una grande fans di Claudio Baglioni, per cui strisciai fuori da dietro le quinte e andai in platea per vederlo e mi beccai una bella sgridata dal direttore artistico.».

D. Possiamo conoscere le ragioni che non le consentirono di partecipare al Festival di Sanremo del 1986 nella categoria dei big come ne aveva pienamente diritto?

R. «Mistero. Questa domanda dovrebbe girarla alla mia ex casa discografica: erano loro che mi producevano e io non ho mai saputo perchè non ho partecipato l’anno dopo tra i big come dicevano mi spettasse di diritto».

D. Qual è il suo punto di vista circa le qualità della canzoni degli “attuali” Festival di San Remo rispetto a quelle dell’edizione del 1985?

R. «Come in ogni Festival di Sanremo, da sempre, ci sono canzoni destinate a rimanere alla storia, a diventare dei classici. Negli anni Ottanta succedeva più spesso e le canzoni di quel periodo sono veramente diventate dei classici fino ad oggi. Ma accade sempre di canzoni che vengono dimenticate dopo neanche un mese e canzoni, invece, che vanno avanti, che rimangono e che si ricordano per anni. I tempi sono cambiati ovviamente e ci siamo evoluti anche nei testi delle canzoni, mentre le musiche mi rimane difficile apprezzarle come apprezzavo quelle degli anni Ottanta-Novanta. Mi sembra che ci sia mancanza di idee nelle musiche e che mi sembrano canzoni quasi tutte uguali».

D. Oggi con quali occhi segue il Festival di Sanremo?

R. «Oggi seguo il Festival di Sanremo con molta leggerezza e tranquillità. Non mi atteggio certamente a critica, ma più che altro cerco di trovare qualcosa di buono che io possa poi trasmettere ai miei allievi».

D. In prossimità del Festival di Sanremo se ne parla ampiamente; qual è il suo giudizio in merito e quali cambiamenti sostanziali si sono verificati nella musica leggera italiana?

R. «Al Festival di Sanremo di quest’anno noto che ci sono sia nomi importanti che ritornano e sia giovani abbastanza in gamba; quindi credo che sarà un bel Festival, vario e interessante. Lo sarà sicuramente. La cosa bellissima, che a me è mancata, è il fatto di poter cantare con una orchestra dal vivo, perché nel 1985 non c’era ancora questa possibilità e si cantava in playback. Questa è una cosa che mi è dispiaciuta tantissimo perchè avrei voluto fare questa esperienza. Cosa è cambiato nella musica? Io noto una mancanza di idee nuove nella ricerca di sonorità diverse, perchè vedo che c’è un appoggiarsi molto a sonorità vecchie degli anni Settanta e degli anni Ottanta nella ricerca dei suoni e anche in certi arrangiamenti. Poi noto nelle canzoni nuove dei giovanissimi che c’è uno scopiazzarsi a vicenda. Questa è una nota un pochino negativa. Per il resto adesso ci sono cantanti veramente validi, anche perchè tutti quanti studiano canto, al conservatorio, fanno lezioni private. Fra i vecchi cantanti erano pochi quelli che studiavano veramente il canto di musica leggera. Bastava essere un pò intonati, andare a tempo, avere una voce carina, un pò di talento naturale e si andava avanti. Adesso c’è una ricerca di vocalità diverse, di vocalità nuove. Per quanto riguarda i suoni, come dicevo prima, la ricerca la vedo un po’ vecchia, un po’ rifatta senza grande novità. Ma forse è soltanto una mia idea…».

D. Signora Corrado, oggi si occupa ancora di musica leggera? E quali sono i suoi progetti? Pensa di ritornare ad esibirsi del parco del teatro Ariston di San Remo?

R. «Mi occupo al cento per cento di musica perché è quello che so fare meglio. Ho una scuola di canto moderno con ragazzi giovani a cui porgo le mie esperienze e le mie conoscenze. Inoltre collaboro con una casa discografica e sono autrice delle canzoni di tutti i cantanti di questa etichetta. Tra l’altro, con il passare degli anni, mi sono anche appassionata al teatro, per cui lavoro sia per il teatro classico, sia con i musical. Tutto questo nella mia zona, in Puglia. Pensare di ritornare al teatro Ariston di San Remo non me lo sogno nemmeno, perché non sono mai diventata una vera big e poi ho 56 anni per cui largo ai giovani. Per me preferisco lavorare dietro le quinte».