Giulio Rapetti Mogol. Rimane assai difficile scrivere di lui e della sua importante e vasta produzione di canzoni. Se dovessimo farlo nemmeno un volume enciclopedico sarebbe in grado di contenere i testi delle sue centinaia e centinaia di canzoni, interpretate dai più grandi nomi della musica leggera italiana e non solo. E nemmeno lo stesso volume potrebbe contenere i suoi scritti, le illustrazioni delle sue numerose attività culturali, documentare la fondazione, la direzione e la docenza al Centro Europeo di Toscolano e le sue molteplici iniziative filantropiche, in particolare quelle condotte attraverso la Nazionale dei cantanti, della quale è stato tra i promotori e a lungo presidente.
Come possiamo, quindi, definire Mogol? Un genio, un intellettuale, capace di raccontare la propria esistenza e le emozioni della società in cui ha vissuto e in cui vive.

D. Mogol, come e in quali occasioni sono nate e nascono tutt’oggi le sue canzoni e quali messaggi hanno voluto sempre infondere?
R. «Ascolto sempre il senso della musica. Non ho in mente una idea. Ascolto la musica e cerco di capire cosa sta dicendo. Non solo tutto il testo, ma frase per frase».

D. Come vive il suo mestiere costellato di grandi successi e popolarità in quasi tutto il mondo?
R. «Mi sono compiaciuto quando ho saputo dalla Siae, prima che diventassi presidente, che avevo venduto 523 milioni di dischi nel mondo. Prima non ci ho creduto, poi mi è stato confermato e, ripeto, mi sono molto compiaciuto».

D. Può narrare l’evoluzione del suo stile dall’esordio del 1959 ad oggi?
R. «Ho sempre scritto nello stesso modo, scegliendo di raccontare la vita e non di seguire le leggi della fiction. Tradurre in parole la vita e le situazioni che sto compiendo».

D. Le sue composizioni hanno anche un valore poetico. Come valuta questa considerazione?
R. «Sono un uomo molto fortunato e ritengo che questo è un regalo che ho ricevuto da Dio».

D. Come nasce il suo libro “Mogol oltre le parole” (ed. Minerva)?
R. «Il libro non è un’idea mia, ma di mia moglie, la quale ha pensato, dato che in molte scuole si studiano i miei testi, di farne una antologia. È una antologia dal titolo “Mogol oltre le parole”. Il quarto giorno del suo commercio, incredibilmente, Amazon aveva già esaurito tutte le copie, per cui è diventato un bestseller. Sono molto contento e non me l’aspettavo».

D. Ci può rilasciare un breve commento sul sodalizio artistico sorto tra lei e Lucio Battisti?
R. «La fortuna della nostra coppia si spiega col fatto che lui era un matematico ed io più versato per le materie letterarie; per cui ci integravamo molto bene. Ero il suo più grande fans per quanto riguardava la musica e io lo ero per lui per i testi. Il fatto che Lucio e altri importantissimi e grandissimi autori, come Gianni Bella e Mango – Gianni Bella non è morto ma ha avuto un ictus che gli impedisce di lavorare e di scrivere musica -, non ci siano più è stato un grande dolore perchè erano tre grandi autori, e non solo in Italia».

D. La sua professione l’ha condotta a lavorare con grandissimi artisti che appartengono al patrimonio della musica leggera italiana. Cosa ha potuto ricavare da loro?
R. «Niente. Ho sempre espresso con le parole ciò che diceva la loro musica. Diciamo però che sono grato a questi grandi compositori».

D. L’Italia ha avuto molti autori di canzoni come, per esempio, Giancarlo Bigazzi, Mario Lavezzi, Cristiano Minellono, Franco Migliacci, Luciano Beretta, Pasquale Panella, Daniele Pace, Oscar Avogadro, Beppe Dati, Luigi Albertelli ecc… Come valuta questo contributo suo e degli artisti citati nella caratterizzazione della cultura popolare?
R. «Non è importante che lo valuti io. L’importante è che l’abbia valutato la gente; la risposta sta perciò nel successo che hanno ricevuto».

D. La sua vita si distingue anche per episodi altamente significativi, ma non definibili. Come la presenza di arcobaleni in certi momenti particolari. Cosa può dire in merito?
R. «Gli episodi incredibili che ho vissuto sono due. Non ho nessun merito, mi sono arrivati e non ero solo, quindi ho la testimonianza di altre persone».

D. Quale ruolo può esercitare il Festival di Sanremo di oggi per la diffusione della canzone italiana?
R. «Se Festival di Sanremo si basa sulla valutazione del valore delle musiche e dei testi produce canzoni che resteranno nel tempo. Se invece si affida al numero dei follower per cercare di avere la matematica certezza che sia visto da molta gente chiaramente non può essere una scelta di grande qualità».