Per la seconda volta consecutiva la Nazionale di calcio non è stata in grado di qualificarsi al  Campionato del Mondo di calcio previsto in Qatar a fine anno. Eppure credevamo che il azzurri guidati da Roberto Mancini superassero a mani basse la Macedonia del nord quando, invece, un goal negli ultimi minuti di recupero ha cancellato qualsiasi speranza agli italiani.

Su questa esclusione abbiamo ritenuto impostare il nostro dialogo con un grande personaggio del mondo calcistico: Renzo Ulivieri, presidente dell’ Associazione Italiana Allenatori Calcio e noto per aver allenato numerose squadre di serie A.

D. Si aspettava questa eliminazione dai prossimi Campionati del mondo di calcio in Qatar?
R. «Sì me lo aspettavo. Dopo il primo pareggio con la Turchia mi era venuta tanta paura e poi dopo i risultati con la Svizzera la vedevo una cosa molto difficile».

D. Secondo lei, cosa ha impedito alla nostra Nazionale di vincere questa partita apparentemente facile?
R. «Abbiamo giocato male. È una squadra che non ha ritrovato il filo del gioco, quel gioco che ci aveva fatto vincere il Campionato Europeo. La squadra non si è ritrovata e non è stata in se stessa e, quindi, giocando male non ce la fai a vincere. Poi c’è stata anche un po’ di sfortuna… Però abbiamo giocato male».

D. Dopo la vittoria del Campionato Europeo tutti speravamo in una squadra ancora più motivata, non le sembra?
R. «Si dimentica la storia. Dopo la vittoria dei Mondiali del 1982 che fine abbiamo fatto? Dopo la vittoria dei Mondiali del 2006 che fine abbiamo fatto? Se si vede la nostra storia noi siamo un popolo probabilmente che non sa gestire le vittorie mentre nelle sconfitte e nei momenti difficili si riesce a trovare il meglio».

D. Ritiene che il commissario tecnico Roberto Mancini abbia alcune responsabilità su questa eliminazione?
R.«Probabilmente si. Ha fatto un errore fondamentale per un allenatore. Però, prima di  lui lo aveva fatto Enzo Bearzot, prima di lui lo aveva fatto Marcello Lippi… È un errore dettato dall’amore per i propri giocatori perchè c’è riconoscenza; quindi, se di errore si può parlare è un errore legato alla natura umana che sfortunatamente conosce anche questo sentimento».

D. Quali sono le condizioni per recuperare la storica competitività delle grandi nazionali che tanto ci hanno fatto sognare e gioire?
R. «Prima di tutto il tempo perchè va ricostruito tutto e ricostruite le fondamenta. Abbiamo dei giocatori che hanno raggiunto il limite d’età. C’è preoccupazione soprattutto per la difesa per fare esperienza a questi giovani. Ci vuole pazienza e il lavoro che ha fatto Roberto Mancini in questi ultimi due anni».

D. Come vede il futuro della nostra Nazionale?
R. «Era stato ricreato un gruppo e una entità che ci aveva portato a vincere i Campionati Europei e ricrearlo non sarà semplice. Ci vorrà tempo e ci vorranno dei cambiamenti soprattutto, come ho detto, in difesa dove ci sono alcuni grandi giocatori che lasceranno per aver raggiunto i limiti di età. Non è una cosa semplice. Occorrerà tempo».

D. Ritiene che il minor numero di calciatori stranieri in Italia possa valorizzare al meglio il patrimonio calcistico italiano?
R. «Per quanto riguarda i giocatori di élite italiani ai massimi livelli no perchè hanno i numeri sufficienti e se arrivano in Nazionale gli stranieri il posto non glielo prendono. È indubbio se si allarga la base e più si dà spazio ai nostri».