Nel Regolamento dello Spedale redatto dallo Spedalingo, approvato dal Granduca ed entrato in vigore il 1 febbraio 1779, venivano dettate regole di comportamento anche per i medici ed i cerusici (i chirurghi di una volta). Si voleva in tal modo rendere più moderna una struttura organizzativa che fino ad allora aveva vissuto nel caos più totale. Si cercava anche di regolamentare le entrate e le dimissioni degli infermi; su queste lo Spedalingo aveva sempre l’ultima parola.

I due medici e i due cerusici assunti erano “obbligati a vigilare e curare i malati a turno per un semestre ciascuno”. Inoltre i sanitari avevano “libertà di cura” ma dovevano prescrivere solo i ”Medicamenti per uso dello Spedale dei Santi Cosimo e Damiano” elencati nell’apposito “Catalogo” affisso nella Medicheria dello Spedale. Tra quelli elencati, visibili nelle foto successive, ricordiamo:

  • “Acque stillate” (distillate) da finocchio (utile per il mal di stomaco o la colite), lattuga (per curare la stipsi o liberare l’organismo dalle “tossine”), piantaggine (per la tosse e la bronchite), sambuco (aumentando la sudorazione riduce la febbre), eufrasia (antinfiammatorio per impacchi oculari)
  • “Acque minerali”: del Tettuccio
  • “Spiriti”: Melissa (riduce i dolori addominali oppure applicata localmente è un cicatrizzante)
  • Tinture: mirra (espettorante, antimicrobica), laudano (antidolorifico, antispastico)
  • Balsami
  • Sali: allume (emostatico)
  • Sciroppi o Giulebbi: papavero (ansiolitico), cicoria (blando lassativo)
  • Pillole: laudano, cinoglossa (cicatrizzante)
  • Impiastri
  • oli

Al medico che terminava il proprio turno era concesso “concludere qualche importante cura principiata solo dopo aver ottenuto il consenso dell’altro medico e dell’infermo”.

Diversamente “il cerusico non solo potrà, ma sarà obbligato a terminare le cure importanti da lui cominciate: amputazioni, fratture, lussazioni o simili”.

Inoltre il Regolamento, chiariva le modalità e i tempi della visita medica: “Le visite dei medici e dei cerusici dovranno svolgersi nei rispettivi tempi alle ore annotate nella tabella affissa nello Spedale: alle 7,30 nei mesi invernali, alle 6 in primavera e alle 5 o alle 4 in estate. In caso di impossibilità il medico  dovrà farsi sostituire oppure potrà spostare l’orario di visita ma entro un’ora prima della cena degli infermi per non creare disordine”.

“In caso di necessità di visite urgenti il medico o il cerusico dovrà farle con la debita carità o spontaneamente conoscendone il bisogno o avvisato dall’infermiere”.

Anche sulle ammissioni e sulle dimissioni il Regolamento parlava chiaro: “gli infermi da ammettere in ospedale dovranno avere un certificato d’essere veramente infermi per essere ricevuti nello Spedale. Il medico sarà cauto e assicurerà di non fare tale certificato a chi non è febbricitante o ha un male cronico o a chi realmente non ha un male che richieda di essere curato senza poter lavorare. Passata la febbre o lo stato acuto il medico o il cerusico avviserà l’infermiere e lo Spedalingo per la dimissione”.

Lo Spedalingo poi era molto chiaro sul da farsi sia nella caso l’infermo dovesse peggiorare, sia nel caso superasse la malattia: “sia il medico che il cerusico dovranno eseguire l’ordinazione dell’olio santo in maniera diligente assicurandosi che nessun ammalato muoia senza essere munito del sacramento. I letti dove sono stati infermi con la febbre, anche se guariti, dovranno essere posti allo Spurgo.

Il malato che migliora dovrà essere ristorato col cibo e il vino, con un mezzo vitto a base di minestra, lesso, pane e vino.

All’ammalato convalescente andrà il vitto intero e il convalescente dovrà essere licenziato dallo Spedale dopo 3 giorni di vitto intiero. Se questa regola non confacesse a qualche ammalato dovrà essere avvisato lo Spedalingo senza il cui permesso il convalescente non potrà più permanere nello Spedale.

Allorché il cerusico dovrà praticare un’amputazione dovrà consultare l’altro cerusico e i due medici”.

(Continua)

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